Appaiono ferme e severe le parole di Massimo Moratti riguardo Maicon rese note stamane: “Non vogliamo privarci di lui, perché è un ottimo giocatore. Da Madrid ce l'hanno chiesto, ma ognu­no è libero di dare la valutazione che ritiene più giusta. Io il brasiliano lo considero abbastanza indispensabile per puntare in alto”. Frasi che in un certo senso hanno anche spiazzato la stessa tifoseria nerazzurra e gli addetti ai lavori, tutti pronti a dare per sicuro partente il brasiliano. Moratti tifoso ha sempre detto che se fosse per lui riconfermerebbe in blocco tutta la rosa che gli ha permesso di avvicinarsi al padre Angelo, regalandogli la Champions League. Ma d’altra parte il Moratti presidente, quello che accantona il cuore e ragiona con il cervello e con le cifre alla mano, aveva lasciato presagire un addio importante, visto che anche i bilanci hanno un ruolo fondamentale nei destini di ogni stagione calcistica.

Le parole di oggi del presidente aprono ad una permanenza del terzino brasiliano più forte al mondo, autentica forza della natura e trascinatore del Brasile ai Mondiali con prestazioni di grandissimo livello. Maicon dunque partirà solo se il Real Madrid tirerà fuori dalla cassa i 30 milioni necessari all’acquisto, una valutazione importante ma giusta. Niente contropartite tecniche (si sa bene che gli scarti del Real costruiscono grandi squadre, ma all’Inter oggi non servono), solo denaro cash. L’inserimento di contropartite significherebbe svilire il valore reale di Maicon.

E’ un Massimo Moratti cambiato, per assurdo dal giorno dell’addio di Josè Mourinho. Il patron non avrebbe creduto (sempre con il suo cuore da tifoso) all’addio dello Speciale dopo un anno da leggenda, ma alla fine si è dovuto arrendere alle volontà del suo tecnico. Da lì in poi è stato fermo sulle sue posizioni, puntando i piedi nei confronti di Perez che non voleva pagare i 16 milioni di clausola di rescissione per il contratto di Mourinho. Risultato: il numero uno di Corso Vittorio Emanuele avrà quel denaro nei prossimi anni, ed è riuscito a battere la prepotenza di Perez, che pensava che l’affare per il nuovo tecnico fosse tutto pronto, dando poco conto alla clausola d’indennizzo.

Moratti è cambiato tanto in questi anni; pian piano sta mettendo davanti a tutto il bene societario, dopo anni di spese folli, che lo avevano dipinto come un presidente scialacquone con in mano il giocattolino Inter. Tutto cambia, niente più intoccabili (vedi Ibrahimovic), tutti posso partite, previa offerta intrigante. Tutti si devono adeguare alle condizioni dettate dall’Inter (vedi il caso rinnovo Milito) e niente più sconti a nessuno (vedi Maicon e Burdisso).

Ma il cuore del tifoso innamorato, quello resta. Ritornando alle sue parole, non sembrano proferite senza ragione. Se il presidente ha detto ciò è pr il suo desiderio di mantenere sempre così la sua creatura (non il suo giocattolino), una squadra creata dalle lacrime e dalla delusione di tanti anni. Non ci stupiremmo dunque se alla fine Maicon restasse all’Inter, significherebbe perciò che ancora una volta il tifoso ha avuto la meglio sul presidente d’azienda.

Sezione: News / Data: Mer 30 giugno 2010 alle 19:38
Autore: Alberto Casavecchia
vedi letture
Print