"Nel processo di (ri)costruzione di una squadra 72 ore non sono nulla, e dunque è illusorio pensare che un semplice cambio di modulo possa trasformare la triste Italia di Stoccolma. Sono due anni che ogni osservatore suggerisce a Gian Piero Ventura il 4-3-3, in tutta evidenza l’abito più adatto alle caratteristiche degli azzurri: se non l’ha mai nemmeno provato vuol dire che non ci crede, non lo conosce, non lo sa sviluppare, e non saranno appunto i tre giorni che separano le due gare con la Svezia a poter colmare questa lacuna". Questa la costatazione di Paolo Condò sulla Gazzetta dello Sport

"Non sappiamo come Ventura disegnerà la sua Nazionale estrema, ma di certo l’atteggiamento dovrà essere più aggressivo; che poi è il segreto di quegli allenatori - Conte in primis, ma anche Gasperini - capaci di volgere in senso offensivo un sistema di gioco prettamente difensivo come il 3-5-2. Contro la Spagna all’Europeo - il suo capolavoro azzurro - il vecchio c.t. ordinò ai centrocampisti di salire a prendere i difensori avversari, e ai difensori di scalare sui loro centrocampisti: il corollario era l’accettazione dell’uno contro uno in difesa, ma da qualche parte un rischio lo devi correre. Anche perché, giocando a evitarli come a Stoccolma (il 3-5-2 sostanzialmente bloccato, per fare 0-0), siamo arrivati al rischio massimo, quello di restare a casa a giugno. Perduto Verratti, che peraltro non serve in un centrocampo che non cura il possesso palla, domani sarebbe strano ai confini del persecutorio non vedere titolare Lorenzo Insigne".

Sezione: News / Data: Dom 12 novembre 2017 alle 12:08 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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