Arriva Stramaccioni in sala stampa, fa fatica a mascherare la soddisfazione. Si parte dal botta e risposta con Marotta: "Non c'è voglia di fare polemica, ha fatto ironia ma va bene così. Ha detto che era un complimento? Ci sono le immagini, guardate voi stessi se era ironia o no e giudicate. Questa Inter ha preparato la gara in ogni centimetro e merita rispetto, poi magari sarò permaloso io, concedetemi un difetto. Sapevamo di affrontare la squadra più forte ma più che parlare solo della vittoria penso che nessuno in Italia aveva messo in difficoltà la Juve sul piano del gioco, tolti i primi dieci minuti dopo aver accusato il gol dopo appena 20 secondi , abbiamo dato un segnale importante per la nostra crescita. Certo gol dopo 20 secondi, non ho fatto neanche in tempo a scendere la scaletta, mi sono detto 'Benvenuto a Torino Andrea...". Non sono esaltato, sono contento ma la strada è lunghissima e domenica con l'Atalanta sarà durissima. La mia consacrazione? I ragazzi mettono in campo quello che gli dico in settimana e non è da tutti venire a vincere qui facendo la partita per grandi tratti, complimenti ai miei per la grande partita. E tengo a precisare che giocare con questa Juve con i tre attaccanti era il miglior modo per metterli in difficoltà.

Due derby vinti e ora vittoria a Torino: sono contentissimo certo, orgoglioso di essere l'allenatore dell'Inter perché i nostri tifosi dopo stagioni negative meritavano queste gioie, non abbiamo fatto niente ma stiamo dando tutto noi stessi per farcela. Vedere mettere grande impegno e sostanza sul campo anche da giocatori che da alcuni erano giudicati finiti o non adeguati qualche mese fa è la più grande soddisfazione.

Dove abbiamo vinto la partita? In un mix di tanti fattori, credendoci, non venendo a Torino a difenderci o avere timori reverenziali verso la squadra campione d'italia. E' l'allenatore che deve dare per primo questi segnali. Siamo l'Inter e siamo all'undicesima giornata ancora, l'unica cosa che non doveva succedere era tornare a casa con le pive nel sacco, e non è successo".

Noi di FcInterNews gli chiediamo quanto sta diventando importante questo Guarin, decisivo anche oggi con il suo ingresso: "Importantissimo, oggi si è sacrificato in nome del tridente perchè quando gioco con due mediani bassi preferisco due giocatori come Cambiasso e Gargano di gran lettura tattica, lui è più un interno. Avevamo pensato a lui come soluzione anche in caso uno degli attaccanti andasse a corto di ossigeno e difatti il suo ingresso in campo è stato determinante. Ha portato aol gol col suo tiro, si è fatto trovare a disposizione al momento giusto dimostrando anche come tutti i giocatori siano pronti e motivati, in ogni momento, dal primo all'ultimo".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 03 novembre 2012 alle 23:53 / Fonte: dall'inviato a Torino
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print