La rinuncia forzata a Lucas ha fatto saltare in un sol colpo un’operazione di marketing rilevante per il club e le intenzioni tattiche dell’allenatore. Il blitz milionario del Paris Saint-Germain ha spiazzato l’Inter, senza ombra di dubbio, e costringerà Stramaccioni a modificare l’impostazione base della sua squadra, soggetta ovviamente a variazioni in base alle necessità. Si passa pertanto, causa assenza di un esterno di grande livello, dal 4-2-3-1 al 4-3-2-1 (che diventerebbe 4-3-1-2 o 4-3-3). Numeri su numeri, gettati sul tavolo o sulle lavagnette negli spogliatoi, ma che però devono diventare concretezza. E affinché ciò avvenga, vista ormai la rinuncia all’acquisto di un attaccante esterno (Lennon sembra l’ultima opzione rimasta, neanche tanto affidabile), è obbligatorio rinforzare la mediana.

Siamo alle solite, insomma: è il centrocampo nerazzurro il reparto più in difficoltà. Quello attuale non sarebbe in grado di reggere il 4-2-3-1, anche adattando trequartisti sugli esterni. Ma anche giocando con tre mediani oggi la rosa sarebbe incompleta, per qualità e quantità. Per questa ragione, la dirigenza ha deciso di virare sull’arrivo di almeno un centrocampista che dia solidità al reparto e soprattutto di spessore, ‘forte’ per dirla alla Stramaccioni. I nomi sono i soliti, ognuno con le sue difficoltà in fase di concretizzazione. Comprare ‘prodotti’ di qualità a basso costo è impresa ardua, soprattutto se chi vende sa che per Lucas era stato messo da parte un budget importante e che quindi i soldi, nelle tasche di Moratti, non latitano poi così tanto. Condizione complicata sul mercato, che ti impedisce di raggiungere accordi convenienti dal punto di vista finanziario, primo obiettivo del club.

De Jong, Paulinho, Gargano, Fernando, Sandro e chi più ne ha più ne metta: non ci sono fenomeni nella lista della spesa nerazzurra, eppure i rispettivi club continuano a valutarli cifre esagerate per il mercato attuale, drogato dalle follie parigine. Prestiti onerosi con riscatto a un anno, pagamenti dilazionati negli anni, scambi alla pari: l’Inter valuta ogni opzione conveniente per il proprio bilancio, ma da questo orecchio le società che vendono non ci sentono, soprattutto quando a bussare alla porta sono i nerazzurri. Il tesoretto (mediatico) per Lucas si sta rivelando un autogol e il club di Corso Vittorio Emanuele continua a essere considerato ricco e alto spendente, come fino a qualche anno fa. Problema che, va sottolineato, non riguarda solo il centrocampo, ma anche gli altri ruoli in cui la rosa è scoperta (l’ultimo caso è Alvaro Pereira, non certo un top player ma valutato moltissimo dal Porto).

Fare di necessità virtù sembra il motto sposato dall’Inter anche per l’attuale campagna acquisti, ma non è sempre tempo di saldi. Forse, qualcosa salterà fuori a fine mercato, ma rischia di essere un ripiego come l’anno scorso fu Zarate (e sappiamo tutti com’è andata a finire). Sì, ma il tesoretto per Lucas? Quello ci sarebbe stato perché, con l’arrivo del brasiliano, avrebbe preso il via un progetto marketing che avrebbe garantito un ROI rapido, ripagando in breve tempo l’investimento iniziale. Ma ripartire quei 30 milioncini in due-tre operazioni di mercato alternative non assicurerebbe alcun ROI finanziario, in quanto non ci sarebbe un top player da mettere in vetrina. Però sarebbe anche giusto riflettere sulle necessità della rosa, perché anche Stramaccioni ha bisogno di un suo ROI sul campo e per ottenere risultati gli servono rinforzi ‘forti’.

La sensazione è che per arrivare al dunque si debba ancora pazientare, la dirigenza è attiva su più tavoli in attesa di fiondarsi sull’obiettivo quando (e se) i tempi saranno maturi. Senza, si spera, attenere le 19 del 31 agosto. Un altro Zarate a questa Inter non serve.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 15 agosto 2012 alle 12:00
Autore: Fabio Costantino
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