"Pronto, Mateo? L'Inter ti vuole, ha fatto un'offerta e ti trasferirai a Milano". Una telefonata a sorpresa, che è andata più o meno così. Tanto inaspettata quanto gradita. La vita di Mateo Kovacic è cambiata in poche ore. Dalla Croazia all'Italia, da Zagabria a Milano, dalla Dinamo all'Inter. Il 30 gennaio sarà un giorno che difficilmente Kovacic potrà dimenticare. E' il suo primo giorno da giocatore dell'Inter, è l'inizio di una nuova avventura.
Kovacic ha 18 anni e lo sguardo di un bambino, sorpreso e felice. Quando gli hanno detto dell'Inter, è rimasto frastornato, non se l'aspettava. Mateo era a Medjugorje, in Bosnia, al confine con la Croazia. Lì la Dinamo Zagabria si sta preparando al ritorno in campo dopo la lunga sosta invernale senza campionato. Kovacic si allenava, pensava di tornare a giocare, ma con la Dinamo. Invece lo farà con un'altra maglia, quella nerazzurra. Quando l'agente Bozzo, emissario dell'Inter, ha trovato l'accordo con la Dinamo Zagabria, Kovacic ha preparato le valigie. Ha lasciato Medjugorje nel pomeriggio, in direzione Zagabria. E' tornato a casa in serata, l'ultima notte nella 'sua' Zagabria. Oggi partirà con un volo privato, Milano lo aspetta. Visite mediche, firma e poi finalmente in campo: Kovacic non vede l'ora di giocare nell'Inter.
'Amo l'Inter, è un sogno. Sono felicissimo', ha confidato agli amici più stretti, ai compagni di squadra che raccontano come davvero Mateo abbia sempre apprezzato l'Inter. Tanto da usarla spesso alla playstation, sognando di giocarci in un futuro che ora è diventato realtà. Gli amici sono quelli che Mateo ha chiamato appena ha saputo dell'Inter, quelli che conosce da quando aveva 13 anni, età del suo trasferimento alla Dinamo. Era il 2007, l'anno del suo ritorno in Croazia. Kovacic ha il passaporto comunitario perché è nato a Linz, in Austria. La sua famiglia è croata, suo padre si era trasferito in Austria per motivi di lavoro. Lì, Mateo ha iniziato a tirare i primi calci a un pallone: a 6 anni, nel 2000, giocava nell'accademia del Lask Linz. Nel 2007, con il passaggio alla Dinamo, è iniziato il viaggio che l'ha portato nel calcio che conta. Dai campetti di Linz al Santiago Bernabeu, il passo è più breve di quanto si pensi.
Giocare a Madrid, contro il Real, è difficile per chiunque. Figuratevi per chi ha 17 anni. Kovacic ha già giocato 12 partite in Champions League, ha solo 18 anni. Normale per chi ha esordito a 16 anni e 6 mesi. Come? Con un gol, ovviamente. Peccato che poi il record di gioventù sia stato rubato da un altro gioiello croato, quell'Alen Halilovic (classe '96) che è stato a un passo dall'Inter nello scorso gennaio. Ma questa è un'altra storia, ora è il momento di Mateo Kovacic.
Sorpreso dalla chiamata dell'Inter, ma felicissimo. L'Inter l'ha voluto più di tutti, ha anticipato mezza Europa. E da anni che il nome di Mateo Kovacic è sul taccuino dei top club. L'anno scorso l'Arsenal offrì 8 milioni, la Dinamo rifiutò. Piaceva soprattutto al Manchester City, il Chelsea ha provato ieri a rilanciare, il Real lo seguiva con interesse ed era monitorato anche da Juve e United. E c'è un retroscena. Due giorni fa, il Dnipro è andato a Medjugorje per bussare alla porta della Dinamo per Vrsaljko, un altro talento seguito anche dall'Inter. La Dinamo ha detto no, perché sapeva già che avrebbe venduto Kovacic ai nerazzurri. L'Inter infatti, dopo il no di Paulinho, non ha avuto dubbi: voleva Kovacic subito, richiesta di Stramaccioni. E allora due giorni fa ha contattato la Dinamo, poi ieri Bozzo è andato in Croazia per trattare e per chiudere.
Chi è Mateo Kovacic? E' un centrocampista centrale, ma non solo. Può giocare mezzala, studia da regista, ma è nato trequartista. Ama giocare palla a terra, i suoi modelli sono Iniesta e Xavi. E' alto 1,79 m, ma è sotto l'aspetto fisico che deve migliorare di più. La tecnica è di alto livello, non mancano assist e colpi di classe nel suo repertorio. Piedi fatati, bagaglio tecnico da talento vero. In stagione ha giocato 11 partite, con un gol, in campionato. Dopo un difficile inizio di stagione, Kovacic diventa inamovibile e gioca dieci partite di fila. E' forse qui che convince l'Inter, tra ottobre e novembre. Arretra la sua posizione in campo partita dopo partita. Con la Dinamo Zagabria, in questa stagione, ha giocato in ruoli diversi. Nel 4-2-3-1 da centrocampista avanzato dietro alla punta ma anche nei due in mezzo. Ma ha giocato anche come mezzala destra nel 4-3-3 e regista puro con due mediani.
L'anno scorso in campionato 25 partite e 4 gol. Più le 12 presenze nei gironi di Champions in due anni, l'Europa che conta. Ha visione di gioco, controllo di palla e tiro: doti importanti a livello tecnico. E' molto bravo nei passaggi in orizzontale, ben calibrati, cerca anche spesso l'assist e il taglio alle spalle dei difensori. E' molto giovane, per poter giocare in Italia deve migliorare tanto fisicamente. Ora è presto, non può ancora fare la differenza. Può comunque essere utile fin da subito, Stramaccioni può provarlo in tutti i ruoli del centrocampo. Come regista, ruolo ideale per il futuro ma forse ancora prematuro, o come interno, in un 3-5-2 con il centrocampo in linea. Guarin da una parte, Kovacic (o Kuzmanovic) dall'altra con Cambiasso o Gargano in mezzo. Oppure in posizione più avanzata, nel 3-4-1-2, da vice-Guarin. Per questo Stramaccioni l'ha voluto subito, l'Inter lo seguiva da tanto tempo. Deve però crescere, con pazienza e con un ambiente che lo sostenga. No, non chiamatelo nuovo Modric o nuovo Boban. Lui è solo Mateo Kovacic. Dategli tempo, fiducia e un pallone. Al resto ci pensa lui.
Autore: Guglielmo Cannavale / Twitter: @guglicannavale
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