Nel corso della lunga intervista rilasciata al giornalista Dario Freccero del quotidiano genovese Il Secolo XIX, Walter Mazzarri ripercorre, ovviamente, i suoi anni alla guida della Sampdoria, suo prossimo avversario: “La mia carriera è passata anche dai successi di quelle due stagioni. Abbiamo raggiunto l’Europa e una finale di Coppa Italia persa solo ai rigori contro la Lazio, esprimendo un gioco che ha battuto diversi record: quello dei 3-0, e poi il numero di risultati utili in Europa di fila, quello che apparteneva a Vujadin Boskov. Credo di non esagerare se dico di aver vissuto due anni esaltanti”.

A proposito della finale di Coppa Italia, Mazzarri ha perdonato Antonio Cassano per l’errore dal dischetto? “Che discorsi, un rigore si può sbagliare, se non erro quello decisivo lo ha sbagliato Hugo Armando Campagnaro visto che dopo Antonio sbagliò Rocchi ed eravamo tornati in parità. Campagnaro mi segue da sette anni, dite che l’ho perdonato?”. Rimane comunque il rimpianto per quella finale persa nelle parole del tecnico di San Vincenzo: “Perdere non fa mai piacere, specie ai rigori, ma quella finale mi è rimasta nel cuore lo stesso per l’esodo dei tifosi doriani a Roma, per tutte quelle maglie e bandiere scese all’Olimpico per inseguire il nostro sogno. Mi emoziono ancora se ci ripenso, come mi emoziono se ripenso al Ferraris pieno di bandierine contro la Juventus”.

Si parla ancora di FantAntonio, che ha vissuto con Mazzarri stagioni importanti alla Samp: ma come fece il tecnico a gestirlo? “Io ero l’allenatore, e il tecnico conta; ma ci tengo a ricordare le tante persone che mi hanno dato una mano e rappresentano un valore enorme per la società, dal team manager Ajazzone al dottor Baldari, poi il responsabile della comunicazione Marangon e naturalmente la famiglia Garrone e tanti altri che rendono la Sampdoria qualcosa di speciale. Non sono parole di circostanza, basta farsi un giro Bogliasco per capirlo. Il ricordo di Riccardo Garrone? Sono stato onorato di conoscere un vero signore. Ce ne sono poche persone come l’ex presidente. Avendo conosciuto anche il figlio Edoardo, credo che la signorilità appartenga alla famiglia Garrone”. Nella Sampdoria Antonio Cassano faceva coppia con un altro attaccante transitato per la Milano nerazzurra come Giampaolo Pazzini. Ancora oggi i doriani sognano il ritorno di quel tandem e Mazzarri comprende: "Chi non sognerebbe due così? La Samp è stata la società ideale per loro per rilanciarsi, visto che arrivavano da esperienze non ottimali a Madrid e Firenze. Ma è ingiusto che loro due fossero la squadra: l'organizzazione funzionava, e si giocava un bel calcio. Andatevi a riguardare come sono arrivate certe vittorie". 

Qualche giorno fa Walter Mazzarri parlò di un fioretto da fare ogni anno per raggiungere i suoi obiettivi: “Si parlava di altri allenatori, io ho solo detto che tutti gli anni devo fare una camminata, che diventa sempre più difficile per l’età e la fatica. Dove? Son cose personali, ma se smetterò di farla magari la svelerò. Sono combattuto, però, perché mi ha sempre portato bene”. Chiosa sull’iniziativa di Erick Thohir che per il match di domenica ha chiamato a raccolta alcuni ex giocatori dell’Inter: “Siamo contenti di questa iniziativa, che riunirà la grande famiglia nerazzurra del passato e del presente. Da parte nostra sul campo daremo il massimo come sempre”, e sulla vicenda sentimentale tra l’ex doriano Mauro Icardi e Wanda Nara: “Guardate, ai giovani calciatori come lui dico solo una cosa, ovvero di prendere esempio nel comportamento, nella vita quotidiana, e nell’impegno di tutti i giorni ai modelli che avete la fortuna di avere a disposizione: parlo di Javier Zanetti, Esteban Cambiasso, Diego Milito, Walter Samuel. Non aggiungo altro”.

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 28 novembre 2013 alle 11:05
Autore: Christian Liotta
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