L'Inter deve ripartire, isolandosi dalle troppe critiche arrivate dopo il tracollo tra derby e Schalke. In conferenza stampa, il tecnico Leonardo presenta la sfida contro il Chievo in programma domani alle ore 18 a San Siro. Di seguito, FcInterNews.it raccoglie tutte le dichiarazioni dell'allenatore di Niteròi.

Le ultime due partite sono state molto difficili. Che pensi delle tante critiche?

"Questo fa parte del gioco, le critiche ci sono e ci saranno sempre, è normale. Tutto è molto passionale, si vive tutto intensamente nel calcio. Anche le critiche sono molto 'a caldo', ma io non riesco a fare un dramma di tutto ciò così come non faccio drammi quando vinciamo. Sento l'equilibrio sempre, anche tutt'ora".

Come valuti questo momento in cui siete al centro di un ciclone?

"Credo che questa squadra e questa società abbiano già superato tanti momenti di critiche. Ricordo però che in Coppa siamo in lotta così come in campionato, quello che ha influito sono state le due sconfitte sicuramente pesanti, ma in società si è accettato con lucidità tutto, anche da parte mia e da parte dei giocatori, nessuna disperazione. Dobbiamo solo trovare una soluzione velocemente".

Il tuo incontro con Moratti come è stato?

"Ho letto che si parlerebbe troppo di filosofia, se non sbaglio ne ha scritto Sconcerti, ma io da 14 anni sono così e la gente mi conosce. Non penso sia pesante, però nell'80-90% delle conferenze stampa si parla di questo. Mi considero una persona leggera ma pignola, voi scherzate sul fatto che io parli d'amore, ma io vivo il calcio e si parla di calcio con i ragazzi. Io sono sereno, il mio rapporto col presidente è molto chiaro, come sempre nella mia vita. L'incontro con Moratti è stato tranquillo, non troppo perché venivamo da una sconfitta, però è stata una cosa positiva perché abbiamo analizzato l'ultima sconfitta, non tutto il periodo".

Hai ribadito al presidente che vuoi fare solo il tecnico?

"Ho sempre detto di voler fare solo l'allenatore, quando finirò di fare l'allenatore qua non ci sarà più niente, non ho mai avuto idee dirigenziali. E' molto chiaro, sono felicissimo di questa esperienza, c'è ancora la possibilità di continuare il nostro lavoro ma quando finirà con l'Inter in panchina non ci sarà più nulla. Ho letto anche che avrei voluto dare le dimissioni, pensate che non avevo voce! (sorride, ndr)".

I tifosi restano positivi, così come il gruppo.

"Ora dobbiamo tornare subito a reagire sul campo, contro il Chievo. Per quanto riguarda i giocatori, il rapporto con loro da parte mia è ottimo, sia dal punto di vista umano che da quello del rendimento. I ragazzi non devono pensare a me, può succedere di tutto, è la squadra il vero zoccolo duro, l'ho sempre pensato. L'allenatore deve dare l'equilibrio ed è quello che io cerco di fare, gli allenatori passano ma il gruppo resta. L'Inter ne ha avuti tantissimi in più di 100 anni, il mio rapporto con la società è di cercare sempre il meglio per la squadra".

Il rapporto con l'Inter si è incrinato dopo questi quattro giorni?

"Il rapporto lo vedete anche in questo momento, quanto è chiaro e limpido. Sono tranquillo per quello che avete visto durante questi mesi, poi ultimamente ci sono state partite molto pesanti, ma secondo me questo esce anche da una logica precisa: non si può dare un'etichetta su due sole partite. Contro lo Schalke durante la gara ho visto anche dei momenti di grande calcio, purtroppo poi è arrivata una sconfitta in situazioni particolari, abbiamo preso il gol sempre a difesa schierata, ma questo in tutte le ultime partite, soltanto una volta abbiamo preso gol in contropiede. Poi però il risultato è il risultato, il 2-5 non si discute".

Leo, puoi chiarire ulteriormente le dichiarazioni sul futuro?

"Io ho un contratto fino al 2012 se non sbaglio, non lo so neanche. Il contratto non mi ha mai legato ad una società, sono legato da quello che vogliamo fare. Io ho lo stesso entusiasmo del primo giorno, il rapporto non è assolutamente cambiato con l'Inter, quello che deve cambiare è la soluzione tattica per risolvere questo momento. Però quello che dicevo è che quando finirà la mia avventura da allenatore dell'Inter, non ci sarà più niente".

Come stanno Sneijder e Stankovic?

"Dovremo vedere più tardi, la situazione atletica è ancora non chiara. E' un momento in cui bisogna valutare al meglio la condizione di tutti".

La tua etichetta è quella di essere iper-offensivo. Qualcosa potrebbe farti cambiare?

"Tutto sta nella possibilità di fare determinate cose. Non è questione di etichette, di quel 'gol in più', non ho mai detto tutto ciò. Io dico che quando vinci 5-3 è uno spettacolo bello, la gente è più felice di uno 0-0, questo è un concetto nato dopo il 5-3 con la Roma. Poi le etichette dello scorso anno non esistono, i gol li abbiamo presi con difesa schierata, ripeto. Poi è certo che io abbia chiesto di fare gol, perché dovevamo recuperare tantissimi punti, ci serviva un'idea di gioco un po' rischiosa e non ho alcuna paura di proporla. E infatti, fino a sabato sera, è stato realizzato il progetto. Poi sono capitate delle cose anche dal punto di vista fisico in questo momento".

Cosa pensi dei giudizi forse affrettati su di te?

"Voglio essere giudicato semplicemente come allenatore dell'Inter, come uno che non ha mai avuto una storia all'Inter. Tutta questa storia del dirigente, delle etichette non mi interessa, io penso alla mia vita. Voglio essere giudicato come tecnico dell'Inter. Le critiche servono tanto, fanno parte del gioco, ma c'è anche una parte emozionante di questa cosa".

Cosa bisognerà fare in questo momento dove ci sono difficoltà?

"Noi abbiamo avuto un'annata travagliata, oggi giudicare i giocatori perché in un determinato momento non hanno la condizione ideale è illogico, perché tutti almeno un mese o cinquanta giorni sono stati fuori per infortunio, tutti. Poi arriva un altro allenatore, tutto va fatto ripartire, è già difficile quando va liscia la situazione figuratevi un'annata così. Non giustifico le due sconfitte, ma è un dato oggettivo. Eto'o ha giocato cinquanta partite, Milito è stato fuori sempre, Sneijder ha avuto un infortunio lungo e così via. Eppure io contro Milan e Schalke pensavo di poter vincere, non giustifico niente, ma non dovete colpevolizzare i giocatori".

A tuo avviso, alla luce delle ultime gare, la benzina sta finendo?

"Ci sono state anche le Nazionali, basti pensare ad esempio agli argentini, ma pensare a questo ora non serve. Ho sempre cercato di schierare l'Inter migliore, la squadra ha risorse anche mentali come fanno capire anche all'esterno, ora vogliamo riprendere in mano la situazione. Io ho sempre allenato in situazioni particolari, due esperienze importanti per un tecnico".

Quanto le fa piacere sentire la fiducia della società in questo momento? Come vuoi ricambiare?

"Il rapporto c'è, altrimenti non sarei qui. Anche la mia carriera di allenatore è nata da un bisogno, come è stato qui all'Inter, "si fa?", "si fa". Voglio ricambiare solo come allenatore".

Lo stesso Moratti però ha lasciato aperta la porta per le tue doti dirigenziali. Hai già chiarito ciò al presidente?

"Il presidente mi vede da tempo come un dirigente, ma oggi la situazione è cambiata. So che non è facile capire che ormai sono un allenatore, spesso capita anche a me di gestire le cose da dirigente. La situazione a mio avviso è molto ricca anche se a volte mi caccerei (sorride, ndr) però oggi sono il tecnico dell'Inter e quando smetterò di essere il tecnico di questo club non ci sarà un'altra cosa, è una mia scelta".

Quanto ti dà fastidio sentire che si parla già di Guardiola, Mourinho, Villas Boas...?

"E' una cosa normale, guardate quanti allenatori sono stati esonerati quest'anno in Serie A. Tutto cambia velocemente, fa parte del gioco, quando sono arrivato sapevo a cosa sarei andato incontro. Sono molto tranquillo, anche perché sappiamo che oggi è tutto molto veloce, si cambia continuamente, la gente vuole facce nuove, la gente pensa al mercato e vogliono giocatori nuovi".

Quelle tue parole 'a volte mi caccerei'...

"Era solo una battuta, non è che mi caccerei per un episodio specifico".

Per domani sono previsti 35 gradi. Servirà attenzione dal punto di vista fisico?

"Sì, dovremo monitorare la situazione. Sono convinto di poter ripartire proprio per quella 'troppa voglia' di cui state parlando, sono convinto che sia un grande pregio di questa squadra. Il processo ai ragazzi mi fa arrabbiare, è una cosa di rispetto. Mi dispiace perché questi ragazzi mi hanno dato tanto, giocando da infortunati senza dire niente, senza mai un alibi. Qui c'è gente che ha un coinvolgimento con l'Inter incredibile, quindi attaccarli mi fa imbufalire".

Cosa servirà contro questo Chievo? Tornerà l'energia?

"Ho visto i ragazzi carichi e vogliosi di ripartire, la partita contro lo Schalke non c'entra più, ora pensiamo al Chievo. Vedremo ovviamente chi sta meglio o chi ha bisogno di riposo, è importante valutare al meglio".

Varrà la pena mantenere il gioco rischioso anche in futuro?

"Non ho mai detto di mandare alla squadra all'arrembaggio, queste etichette non hanno senso. In determinati momenti ne avevamo bisogno, ma dire che sia quello la causa di tutto è illogico, la squadra ha giocato in questo modo con gli stessi identici giocatori mille volte. Non stiamo qui a parlare di 'rischiamo tutto, tutti avanti!'. Il 2-5 con lo Schalke è stato incredibile per noi e per loro, ma discutere dell'equilibrio è solo una cosa da etichetta banale. L'intensità del primo tempo è stata straordinaria, poi nella ripresa è mancata lucidità anche per determinati episodi. Ora non è che metteremo otto difensori, è il momento di adattarci a quella che è la richiesta".

Hai parlato di infortunati, però chi è stato fuori non ha giocato e dunque non si è stancato...

"Forse non lo sapete, chi sta fuori è morto. E' molto meglio stare in campo che fuori. Milito è tornato giocando meravigliosamente, è stato un eroe. Non sapete cosa significa fare una preparazione come la sua, adesso...".

Hai rischiato dicendo che a volte ti cacceresti, lo fece già Lippi e due giorni dopo fu esonerato!

"Non ho paura di niente. Sono qui per fare l'allenatore, non credo alle storie secondo cui l'allenatore è un poverino che ha perso e va via (sorride, ndr)".

Un rimedio alla stanchezza può essere inserire chi ha giocato meno?

"Dipende dal momento dei vari giocatori, oggi abbiamo quasi tutti a disposizione, ad esempio Stankovic ha giocato 20 minuti nelle ultime due partite, se riesce a recuperare comunque sta bene. Vedremo i vari casi partita dopo partita".

Il Leo dirigente cosa avrebbe detto dopo il 2-5 al Leo allenatore?

"Sarei stato meno bravo di Moratti, credo. Tutto quello che posso dire è che il presidente è stato molto bravo".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 08 aprile 2011 alle 15:35
Autore: Fabrizio Romano
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