Ha scelto la sala stampa dello stadio San Siro, Leonardo, per spiegare le sue verità. Ecco le sue dichiarazioni: "Ho fatto fatica a convocare una conferenza stampa. Per tutto quello che è successo nell'ultimo mese mi sembrava giusto parlare con la gente che ha seguito il calcio e l'Inter. E' stato un mese agitato, anzi, sono stati due anni agitati, ma questo mese... Io sono molto felice per questa conquista dopo sei mesi di Inter che ho vissuto molto intensamente. Avevo già organizzato la mia vita, dieci giorni in Sardegna, poi venti giorni in Brasile. Dopo questi ci sarebbe stata una riunione già organizzata. Io non ho firmato niente con il Paris Saint Germain".
Subito dopo Leonardo rincara la dose: "Il PSG mi ha cercato più volte, ma io gli ho risposto: "Non posso, sono in vacanza". Era solo un invito per questo progetto. Così ho risposto no, ma c'è stata una chiamata e poi una chiamata ancora. Poi un giorno vado a Doha e dico a quelli del Psg che ho un progetto con l'Inter. Dopo, ho chiesto di parlare con il presidente Moratti e gli ho spiegato che non so se accettare. Lui mi ha trattato come un figlio, conosce il mio passato. Io gli ho spiegato di volere andare in Brasile, ma lui ha riflettuto e ha deciso di non bloccare la possibilità. Moratti mi ha trattato come un padre".
Proprio durante le vacanze in Brasile, però, arriva la notizia della telefonata a Marcelo Bielsa, che Leo ammette di aver ricevuto mentre era lontano: "Non mi piace parlare al di fuori della conferenza stampa. Ero in Brasile e non ho parlato. Questo ha scatenato una reazione molto complicata. Dopo questo episodio non ho parlato con nessuno. Io non ho mai trattato col PSG fino a tre giorni fa. Io sono sempre rimasto a disposizione dell'Inter per rimanere qui. Fino alla firma di Gasperini, io ero ancora lì". E questo, secondo Leonardo, ha scatenato "un'incomprensione esterna. Non è stata mai considerata un'opzione di lasciare per un'altra opzione. Siamo arrivati al giorno 22-23, quando Gasperini ha detto di sì. Pochissime persone sono state contattate e hanno detto di no. Quando c'è stata la possibilità di prendere Gasperini io ho chiuso il mio contratto con l'Inter. Ma sono ancora libero, non ho firmato con nessuno, non so dove devo arrivare. Ecco, questa è la verità. L'accordo con i francesi non c'è, ma questa cosa ha rafforzato la possibilità di andare là"
Ma Moratti è rimasto deluso dalla scelta? "Lui ha cercato di capire se questa possibilità era reale. Non ha voluto mettermi in una centrifuga, ma che la situazione fosse possibile è reale anche oggi. Ho fatto 6 anni da dirigente, due da allenatore, e conosce il mio modo di essere e ciò che ci siamo detti. Quando lui ha prospettato una cosa che non era sicura, ha cercato di non bloccarla e ha creato un meccanismo che ha accelerato tutto". Leonardo si dice comunque dispiaciuto di come le cose sono andate, "perché s'era creato un qualcosa. Non parlo di ciò che rappresenta fare l'allenatore dell'Inter, ma per le persone con cui lavoravo. Era tutta una grande sfida, per me il gioco dell'allenatore è un privilegio, mi sono capitate occasioni difficili ma straordinarie. Io non ho ipotizzato mai la situazione, quando è arrivata questa cosa ho pensato che fosse una cosa bella ma impossibile, magari per il futuro. Questo era il mio pensiero, anche quando è incominciato tutto pensavo fosse impossibile, solo che questa cosa qua ha portato una situazione insostenibile". E qui, rivolge una stoccata ai giornalisti: "Io ho chiesto a Moratti di rimanere, lui lo ha detto a voi. Questa aggressività l'ho capita poco".
A proposito del suo incontro col Psg, avvenuto dopo la chiusura del contratto, aggiunge: "Non mi hanno mai fatto una proposta economica, non mi hanno parlato di soldi. Non ho mai parlato di soldi con nessuno, e nemmeno con loro. Non l'ho fatto nemmeno ora. L'acquisto del Psg è stato firmato il 30 giugno, prima non potevano fare nulla. Di cosa stiamo parlando, che comunicato posso fare? Aldilà della notizia, uscivano anche giudizi, e io non faccio comunicati sui giudizi. Io non penso di andare al Psg, devo smentire una cosa che non c'è? Questa possibilità non sapevo nemmeno che esistesse. Poi a Parigi non ho nulla da fare, che vado a fare? Ho fatto solo una riunione, non è stato deciso niente. Non ci sono contratti. Il Psg deve ancora organizzare una stagione, so poco di quanto sta succedendo".
Qualche tempo fa Leonardo ammise di sentirsi sempre più un allenatore, frasi che non rinnega: "E' vero, ho detto che all'Inter non avrei fatto il dirigente. Io ero stato gettato lì e me l'hanno chiesto più volte di farlo, e allora ho iniziato. Poi è arrivata l'Inter e c'è stata questa possibilità. E anche dopo che è uscita la prima chiamata all'agente di Bielsa, io sono andato avanti a organizzare le amichevoli, ho chiamato i giocatori per chiedere se volevano venire all'Inter. Io non mi sono mai arrabbiato, le uniche persone che potevano decidere eravamo io o il presidente, quindi perché arrabbiato? L'Inter stava valutando perché il presidente ha cercato di capire che cosa fare, poi è successo un caos, ma sono andato avanti a lavorare. Poi mi hanno spiegato che bisognava cambiare allenatore. Io oggi sono libero, ho firmato la rescissione il primo luglio,... Moratti non è un presidente inesperto, che non sa cosa fare, come spesso la gente scrive. Per lui cambiare un allenatore non è questa cosa grandissima. La notizia di Bielsa è uscita il 15, perché io ho avuto un incontro a Doha l'11 e gli ho mandato un sms subito dopo l'incontro. E' impossibile che la notizia sia uscita l'11, io sono arrivato in Brasile il 13".
Si torna a parlare delle aggressioni dei giornalisti: qui, l'attacco diventa generalizzato verso il calcio italiano: "Più o meno sapevo a cosa andavo incontro quando ho scelto l'Inter. Però io volevo continuare ad allenare i nerazzurri, nonostante questo. Però non è bello, perché il prodotto calcio italiano non è bello. Galliani mi ha chiamato è stata una breve telefonata. Ci siamo allontanati negli ultimi tempi, ci siamo sentiti. Voleva solo capire se stavo bene, anche perché io non avevo molto da dire, e io non mi sono confidato con lui. Non mi piacciono le cose che arrivano di sponda, volevo raccontare ciò che ho vissuto. Che lavoro faccio oggi? Non lo so. Al Paris Saint Germain mi volevano, ma non abbiamo parlato di cifre e contratto. Ci siamo sentiti un paio di volte dopo questo incontro a Doha. La risposta? Non lo so ancora, la risposta su cosa, faccio un comunicato? Non lo so". Anche se, aggiunge successivamente, l'ex tecnico dell'Inter non si sente di escludere "di iniziare il 6 agosto il campionato con la squadra francese".
C'è anche il tempo di tornare sull'episodio della 'disavventura' alla guida avvenuta in Brasile: "E' il 21 giugno, compleanno di mio figlio, io ero in macchina con lui e mia madre e c'è stato il blocco del controllo. Ora c'è la Leje Seca in Brasile, c'è la tolleranza zero e non puoi bere se ti metti alla guida. Io mi fermo e ammetto di avere bevuto un bicchiere di vino, allora mi dicono di non fare l'esame, e faccio mettere alla guida mia madre. Poi, e io credo sia una cosa sbagliata, è uscito un comunicato dicendo che io mi sono rifiutato. Era vero, ma sono stato consigliato dagli agenti". Tornando al suo addio, Leo spiega di aver parlato più o meno con tutti: "Non ho sentito solo Pandev, Nagatomo, Mariga e Suazo, anche gli altri. Ho voluto spiegare a tutti cosa stava accadendo. Se porterò via qualcuno? Sono disoccupato, non posso portare via giocatori. Devo ancora capire il progetto del Psg, ma mi sembrano persone molto lucide".
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