Poteva tornare a Milano due mesi fa per restarci. Invece sarà solo di passaggio. Strana e appassionante l’estate di Mattia Destro, l’attaccante più ricercato d’Italia durante la sessione estiva di calciomercato. Il 21enne di Ascoli Piceno, dopo l’exploit con il Siena, ha trascorso settimane durante le quali cambiava maglia ogni giorno: Inter, Roma, Juventus, Milan. Insomma, l’élite del calcio locale. Tanto, tantissimo fumo, fino all’arrivo dell’arrosto giallorosso: una quindicina di milioni e il bomber di Ascoli Piceno allevato dall’Inter si trasferisce nella Capitale, per la gioia della coppia Sabatini-Baldini e di Zeman, che lo aveva già etichettato un ottimo giocatore, ideale per il proprio gioco.

Però poteva andare davvero diversamente. Mattia Destro era infatti già dell’Inter, il summit alla presenza di Moratti e Preziosi aveva portato all’accordo tra le parti: prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a poco più di 10 milioni di euro. Poi, il tiro mancino del Siena, che il 20 giugno, a poche ore dalla risoluzione delle comproprietà, ha riscattato la propria metà del cartellino, costringendo l’Inter a farsi da parte. Da quel momento, infatti, con due società proprietarie, era inevitabile doverle accontentare entrambe con immediato e impegnativo esborso economico. Un colpo di scena che ha rimescolato il mazzo, privando i nerazzurri dell’ampio vantaggio accumulato sulle rivali.

Inizia proprio in quei giorni di valzer della punta, che però non vede più impegnata la società di Corso Vittorio Emanuele, tutt’altro che convinta di voler investire subito così tanto denaro su un ragazzo che, ancora oggi, rappresenta una scommessa nonostante le potenzialità. A fine luglio, poi, l’accordo con la Roma, la più convinta tra le pretendenti e anche la più fortunata: non avesse ricevuto un assegno dal Liverpool per Borini, forse avrebbe avuto difficoltà a chiudere l’operazione. Ma ormai è storia vecchia. Mattia Destro è la punta di diamante della Roma di Zeman, che ha puntato sui giovani e ha avviato il nuovo corso. Stasera non è dato sapere se l’attaccante, assente per squalifica contro il Catania, partirà dal primo minuto. Tanta la concorrenza nel tridente del boemo. Ma tornerà a Milano da avversario, come la scorsa stagione con la maglia del Siena (per fortuna, senza colpo ferire).

Quello che poteva essere ormai non conta più. L’Inter non ha in rosa un vice Milito, il ruolo sarebbe toccato proprio al figliuol prodigo mai rincasato definitivamente. Ma nessuno parli di rivincita. Come Stramaccioni nei confronti della società giallorossa, neanche Destro nutre rivalse contro il club che lo ha cresciuto e poi ceduto nell’ambito dell’affare Ranocchia. È stato chiarissimo, Mattia, ogni volta che l'hanno interpellato sull’argomento. Anzi, all’Inter sarebbe tornato più che volentieri per proseguire un discorso interrottosi un anno e mezzo prima. Non vedeva l’ora di rincasare, già pregustava questa opportunità. Ma le strade non si sono più ricongiunte.

Almeno fino a stasera, una toccata e fuga nello stadio che poteva essere la sua casa. E lo sarebbe stato, se il Siena, che l’ha lanciato nel panorama nazionale, non si fosse intromesso last minute tra Genoa e Inter. Storie di mercato come tante altre. Peccato che a patirne, nella fattispecie, siano stati i nerazzurri, costretti a mollare la presa dopo aver stretto bene e a lungo. L’auspicio è che dalle 20.45 Moratti non rimpianga troppo questa mancata operazione di mercato. Già la tripletta di Pazzini ha lasciato una sorta di amaro in bocca nel presidente nerazzurro. Che non sia proprio Destro, tra qualche ora, a rincarare la dose…

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 02 settembre 2012 alle 16:25
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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