Gianni Petrucci ha parlato quest'oggi a proposito degli ultimi fatti che hanno contraddistinto il mondo del calcio, in occasione della presentazione di una nuova commissione creata ad hoc dal Coni per la creazione di nuove regole allo scopo, come sostiene lo stesso numero del Coni, di tutelarsi dai continui ricorsi ai tribunali. Dopo aver fatto i complimenti al presidente della Federvolley Carlo Magri per i successi della nazionale femminile di pallavolo in Giappone, il numero uno del Coni si lancia in un accorato atto d'accusa contro il calcio di vertice: "Io non ci sto a quanto sta accadendo al mondo del calcio di vertice. Basta, non ne posso più: i giornali sono pieni ormai di aspetti giuridici che sportivi. Il calcio di oggi è malato di doping legale, di assenza di etica, mancanza di rispetto delle regole. Oggi chi grida di più pensa di vincere, ma finché lo sport italiano è solido come lo è ora, i prepotenti non prevarranno".

"Facciamo la storia del calcio di vertice: la prima giornata è saltata, mancava un accordo sul contratto collettivo dove ad oggi non c'è la firma. A marzo si è dimesso il presidente della Lega: il regolamento direbbe che andrebbero indette elezioni, ma non si è fatto perché non c'è il vice-presidente. Dopo anni scopriamo che regole che esistono da sempre non valgono più. Oggi l'eroe è l'aggressore, Abete che non reagisce viene criticato. Il calcio di vertice sarà commissariato dalla pubblica opinione. Lo vedete voi, non sono io a scoprirlo. Ma parlo di una parte del calcio di vertice, di quelli che credono di essere furbi. A Milano feci la battuta sugli avvocati nel calcio, e puntualmente sono stato esaudito. Oggi le regole sono aggirate da furbastri che dicono tutto e il contrario di tutto. Lo sport lo stiamo rovinando tutti, e mi ci metto io in testa, perché stiamo prendendo una china pazzesca. Nel momento in cui parlo, un capo di Governo sta andando al Quirinale per sciogliere le riserve. In un momento così delicato, sentire dire i presidenti che le regole vanno cambiate non lo accetto, perché le regole le facciamo noi. Voi, cari presidenti, state distruggendo tutto: ogni riunione si conclude con richieste o con diatribe. Una volta c'erano presidenti gentili, oggi devi stare attento perché ti possono arrivare insulti. E' tutta un'aggressione, e io non ci sto: lo sport italiano ha una grande credibilità nel mondo, e noi la difenderemo".

Petrucci incalza ancora: "A me interessa quello che dice la pubblica opinione sul calcio, anche quello che pensano gli altri sport diversi dal calcio; ormai i giornalisti devono diventare esperti di diritto. Se si pensa che chi alza la voce abbia gli attributi non si va lontano. Noi metteremmo delle regole per porre fine all'arroganza, costruiremo un gruppo di esperti che ci aiuterà a tutelarci da queste aggressioni. Dico alla Lega A di riunirsi non per attaccare me, ma facendo qualcosa di costruttivo. Chi vi impedisce di eleggere un nuovo presidente? E poi il contratto collettivo: perché la B l'ha fatto in un amen? Io amo il calcio, vengo da quel mondo, mi viene in mente l'immagine di Buffon davanti a Napolitano. Dobbiamo darci una regolata, Coni in testa. Voi presidente avete i soldi, ma le regole le facciamo noi, voi non le cambierete. Il calcio è fatto di 15mila società".

Sulla diatriba Inter-Juventus aggiunge: "Ieri c'è stata un'ulteriore sentenza; e allora, che senso ha proseguire? Si deve pensare che chi fa un passo indietro ne fa due avanti. Si abbia l'intelligenza di fermarsi. Questo è un appello, ma ormai non so che senso abbia farli...". E sullo scudetto 2006 aggiunge: "Io sono d'accordo con quello che ha fatto la Federcalcio; perché deve essere sbagliata la decisione della Figc se viene confermata da un tribunale sportivo? Mi dimostrino che questa decisione non sia giusta. I ricorsi durano anni, che facciamo continuiamo a insultarci? Per me Abete non ha sbagliato, secondo voi un presidente deve litigare ogni giorno e aggredire tutti?". Incalzato sullo scudetto 2006 afferma altresì: "Io non ho forza di decreto. Ci sono sentenze, ci sono decisioni che dicono questo, per me il discorso è chiuso. Chi vuole aprirlo lo riapra, ma sappia che minerà la serenità del calcio italiano. Oggi si vive di serenità e soprattutto di curriculum, conta cosa si è fatto fino a ieri. Palazzi? Ha il diritto di dire quello che dice, e la Figc ha diritto di decidere quello che decide. Abete ha rinforzato la giustizia sportiva, è chiaro che l'organizzazione sportiva non ha i mezzi della giustizia ordinaria. Oggi il problema è su come si avvelena il sistema, non c'è più etica né fair-play". E ulteriormente incalzato sul sentimento dei tifosi juventini, Petrucci ha chiuso con un ulteriore appello: "Siano meno tifosi e più gente di buon senso, se si è troppo tifosi il tifo diventa malsano".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 16 novembre 2011 alle 11:17
Autore: Christian Liotta
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