I giovani nerazzurri, visti i risultati strabilianti ottenuti in questa stagione, ultimo in ordine di tempo la finale di Next Generation Series conquistata dalla Primavera di Andrea Stramaccioni, sono ormai sulla bocca di tutti. Un lavoro strepitoso, che continua a strappare consensi nel mondo del calcio oltre che risultati importanti in giro per l'Italia e non solo, e che continua a portare alla ribalta nomi di sicura prospettiva. Anche alle spalle dei vari Bessa, Crisetig, Longo, Duncan, infatti, crescono e si fanno notare tanti prospetti promettenti che già fan parlare bene di sé. Uno di questi è un giovane portiere croato, Ivica Ivusic, originario di Fiume, Rijeka nella sua lingua; arrivato all'Inter nell'estate del 2009 e titolare della formazione Allievi A. Qualche giorno fa, Ivusic ha fatto parlare di sé per essere stato convocato nella nazionale Under 19 della Croazia: soddisfazione grandissima per questo giovane (classe 1995) estremo difensore, pronto a proseguire la striscia di portieri cresciuti nel vivaio nerazzurro che al suo attivo vanta, solo negli ultimi anni, nomi quali Alfonso, Bardi, Belec, fino all'attuale estremo della Primavera Di Gennaro.
Ma adesso proviamo a conoscere meglio Ivica, la sua storia, i suoi primi passi nel mondo del calcio il suo approdo in nerazzurro. Lo facciamo attraverso un'intervista rilasciata a Inter Croatia Crew, un sito croato interamente dedicato all'Inter:
Ivica, per chi forse non ti conosce: i primi passi li hai fatti al Rijeka, ma com'è stato il tuo percorso calcistico?
"Ho cominciato a giocare a calcio a 7 anni al Rijeka, più che altro per curiosità e per divertimento. Però, col passare del tempo ho cominciato a vivere il calcio, i ragazzi con i quali ho fatto i miei primi passi sono diventati la mia seconda famiglia. Ci sono stati alti e bassi, tanto lavoro, nel club e fuori. A Fiume ho passato tutte le categorie giovanili, dai Pulcini ai Giovanissimi, però sono stato anche in prestito in varie squadre nelle leghe minori. Il mio ultimo anno a Fiume è stato il più significativo: abbiamo vinto tanti tornei, fino al più importante, quello a Milano, dove in finale abbiamo vinto contro l'Inter ai calci di rigore - io ne ho parati tre. E li comincia il mio sogno che, spero, durerà ancora a lungo".
Arriva infatti la chiamata dell'Inter...
"Quindici giorni dopo il torneo è arrivata una telefonata a mio padre: dopo il colloquio mio papà con le lacrime negli occhi mi dice: "Andiamo all'Inter, ma quella di Milano (in Croazia esiste anche una squadra con lo stesso nome, ndr)". Ero sotto shock, in quel momento mi sono passati per la testa mille pensieri, volevo andare a Milano più di qualunque cosa perché l'Inter è la squadra per la quale tifavo da sempre. Poco dopo sono andato a fare un provino: ho soddisfatto le loro aspettative, come loro le mie, ero ancora più innamorato dei colori nerazzurri. Mi hanno detto di finire la scuola e che ci saremmo visti ad agosto all'inizio della preparazione estiva. Penso che in quel momento non ci sia stato un ragazzo più felice di me al mondo. Ad agosto sono arrivato a Milano con la mia famiglia, ho preso la borsa dell'Inter e sono entrato nell'autobus che portava la squadra in montagna: quei 7 giorni sono stati difficili, non conoscevo la lingua, però quando siamo tornati a Milano è diventato tutto più facile. Ho imparato l'italiano, ho conosciuto meglio i compagni, fatto amicizia con tutti: devo dire che l'allenatore e la gente del club mi sono stati molto vicini, come una famiglia. Quando tutto sembrava perfetto sono cominciati i problemi: per una nuova regola FIFA l'Inter non poteva registrarmi perché ero minorenne. Così la prima stagione facevo solo allenamenti. La stagione 2010/11 ho giocato per il Seregno (serie D) mentre mi allenavo con i Nerazzurri. Quel anno ho giocato anche con la rappresentativa Lombarda con la quale abbiamo vinto lo scudetto. Quando ho compiuto 16 anni ho sottoscritto un contratto professionale con l'Inter e finalmente potevo giocare per il mio club. Valeva la pena aspettare: mi sono messo tra i pali e ho sentito di fare parte dell'Inter".
Adesso giochi nei Allievi A di mister Giorgio Gatti?
"Si. Cerco sempre di dare il massimo e anche se sono autocritico, penso di poter essere soddisfatto delle mie prestazioni e darò tutto per essere ogni giorno migliore".
Come va in campionato?
"Siamo primi a pari punti con il Milan. Vogliamo aggiudicarci lo scudetto, sarebbe un grande onore".
Qual è la differenza tra Fiume e Milano?
"C'è tanta differenza, però spero che un giorno anche in Croazia le squadre raggiungano un livello di organizzazione così alto".
E com'è la vita a Milano? Vai a scuola?
"Le grandi città hanno i loro pregi e difetti: la città è bella, però il ritmo di vita è molto veloce, per questo mi fa piacere passare la maggior parte del tempo in campo. Vado al liceo linguistico privato che è adattato al nostro stile di vita".
Gli hobby di Ivica?
"Non mi resta tanto tempo libero: riposo e guardo i film".
Con quale compagno ti vedi più spesso fuori dal campo?
"Con tutti ho dei bellissimi rapporti, però forse mi vedo di più con Lukas Spendlhofer e Lorenzo Paramatti".
Il tuo idolo?
"Sicuramente Julio Cesar. Ho imparato tanto da lui e spero di imparare ancora di più".
Hai avuto occasione di conoscere qualche giocatore della prima squadra?
"Ho conosciuto tutti, mi alleno spesso con loro, proprio l'altro giorno ho lavorato con Julio Cesar: lui è una leggenda. Sono tutti persone normali: anche se hanno fatto tanto nella vita, stanno con i piedi per terra. Penso che Javier Zanetti dovrebbe essere un esempio per tutti, un professionista così non si incontra tutti i giorni."
E' arrivata anche la chiamata della nazionale U-19.
"Mi piace andare in nazionale, è un onore giocare per il proprio paese. Ho giocato nelle selezioni dai U-14 fino ai U-17 e adesso mi hanno chiamato nei U-19: è un grande onore perché i compagni sono tutti due anni più grandi di me. Spero che un giorno vestirò anche la maglia della nazionale maggiore".
Cosa porta il futuro?
"Ho un contratto fino al 2015. Spero che lo prolungherò, vorrei restare all'Inter per tutta la carriera e vincere tanti trofei".
Per finire, sempre Forza Inter?
"Forza Inter e un saluto a tutti i tifosi del Inter in Croazia. E' bello avere il sostegno dalla gente che crede in quello che credo io: nell'Inter".
(Si ringrazia per la collaborazione Leo Krizman, di Inter Croatia Crew)
Autore: Christian Liotta
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