Che ne sarà del calcio italiano in questo funestato 2020? E' il tema di cui oggi, Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha discusso lungamente in collegamento con Sky Sport. Cominciando dalla solidarietà dimostrata dal mondo calcistico in questa emergenza Covid-19: "Il calcio ancora una volta ha dimostrato sensibilità nel cercare di stare vicino ai suoi tifosi, lanciando messaggi di solidarietà a chi sta soffrendo. Lo dimostrano alcuni progetti come 'le regole del gioco' e alcune campagne lanciate dai campioni del mondo del 2006; io voglio aggiungere l'ultimo tassello: la Federcalcio ha messo a disposizione il suo gioiello di famiglia, il Centro Tecnico di Coverciano per pompieri e infermieri. Questo è il calcio che mostra il suo vero lato. Noi siamo disponibili al cento per cento, il calcio è migliore di quelli che tanti vogliono far apparire. Il calcio non chiede aiuti al governo, stiamo facendo le nostre valutazioni economiche come altri settori; stiamo cercando dei nuovi fattori di sviluppo con una nuova capacità di adattamento".

Il mondo del calcio è apparso molto frammentato, nella sua posizione non può accettare questa situazione. 
"Il calcio ha ritrovato unità di intenti nel riconoscere la centralità della Figc, una cosa che non avveniva da tempo. Ci sono stati dei momenti di dialettica accesi, ma io mi chiedo: dove non è successo? Oggi è il momento di lasciarci alle spalle le polemiche, stando vicino a quelli che lavorano in prima linea, ai quali va il mio abbraccio. Il calcio è uno dei settori che interessa meno al Paese, ma non dimentichiamo che è il terzo più importante. Oggi abbiamo scoperto che la Figc è l'unico interlocutore per le esigenze di tutte le componenti". 

Il primo punto interrogativo è: quando si ricomincerà a giocare? Ci sono dei piani?
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Noi abbiamo un piano prioritario: il valore della competizione sportiva. Tutti saremmo felici se arrivassimo a definire gli organici sul campo; la Fifa ha già organizzato una task force per i prolungamenti dei contratti oltre il 30 giugno. Quella è ancora la deadline, siamo in attesa delle comunicazioni della Uefa e della Fifa per trovare una soluzione che salvi il campionato. La deadline nostra è il 30 luglio, con partenza il 31 maggio. Ora dobbiamo attenerci alle disposizioni dell'Oms". 

Se non si sfora il 30 giugno, cosa succede?
"Se non si può giocare faremo una serie di riflessioni. E' un'ipotesi alla quale non abbiamo dato molta attenzione perché sono parzialmente ottimista. Scudetto? Ne parleremo in Consiglio Federale in base all'articolo 13 del nostro statuto; mi piace essere legato all'idea che questo campionato finisca. Toglieremmo imbarazzo al Consiglio e vorrebbe dire avere cancellato questo incubo".

Serie A come apertura e clausura in Argentina, è possibile?
"Penso proprio di no, comprometteremmo questa e la prossima stagione. Noi nel giugno 2021 abbiamo L'Europeo, un altro blocco che ci farà riflettere sulle decisioni che dovremo prendere". 

L'assegnazione dello scudetto. 
"Noi pensiamo che il calcio italiano viva solo per l'assegnazione del titolo, ma non è così: dobbiamo assegnare i posti per le Coppe, determinare le promozioni e le retrocessioni". 

Il calcio non chiederà al governo dei soldi, quali sono le vostre linee guida?
"Noi siamo convinti che l'applicazione di alcuni valori di sviluppo dobbiamo trovarli noi. Chiediamo al mondo del calcio un modello innovativo: non chiediamo soldi, ma la rivisitazione di alcune norme che fanno da tappo e che generano processi deleteri. Non solo per il calcio, ma per tutto lo sport: la legge fondamentale dello sport è di 40 anni fa. C'è bisogno di un ammodernamento, al calcio deve essere riconosciuta quella dignità che è già riconosciuta agli altri settori".

 La legge sugli stadi e le pubblicità sul betting sono idee alle quali state lavorando?
"Sì, ma ce ne sono altri. Io tengo molto anche al diritto d'autore, mi riferisco agli introiti che derivano dalle scommesse. Vorrei istituire un fondo salva calcio, anche la Fifa si è offerta di parteciparvi. Così come il mondo dei giocatori, che ha dimostrato grande sensibilità". 

L'assegnazione dei titoli nazionali va discusso a livello europeo: ne state parlando?
"Io sono in contatto costante con la Uefa e la Fifa. Ieri sera ho avuto uno scambio con Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola; non ho il dono dell'esclusività sulle decisioni, cerco di captare le esigenze del mondo del calcio a livello internazionale. Per questo, la Uefa, come organismo di sintesi, ci darà una grande mano assieme alla Fifa".

Le potenziali perdite economiche sfiorano, al massimo, il miliardo di euro. Sarà possibile trovare un accordo in cui le perdite possano essere divise in parti uguali?
"Le cifre che circolano in questi giorni le ritengo particolarmente elevate, fuori da ogni ragionevole logica. E'' evidente, e lo sottolineo: il mondo del calcio vive un'emergenza nell'emergenza dell'economia di tutti i Paesi. I nostri presidenti sono imprenditori, i nostri tifosi subiranno le loro criticità. Ecco perché dobbiamo trovare il modo di uscire tutti insieme, siamo chiamati a un gesto di grande umanità". 

Serie A 2020-2021 a 22 squadre?
"Di ipotesi se ne sentono tante, noi abbiamo la stella polare: le nostre norme. Non è facile cambiare i format perché ci sono esigenze particolari come partire in ritardo rispetto al normale. La Serie A apparirebbe schizofrenica a 22, è un'ipotesi poco percorribile visto che si parla addirittura di portarla a 18".

Ha paura di quello che potrebbe succedere in Serie C?
"Sono molto preoccupato per tutto il calcio, a partire da quello dilettantistico. Lascio fuori i luoghi comuni del calcio come mondo dorato che tutela i suoi interessi; il nostro mondo non è di esclusiva della federazione o della società, ma è di tutto il Paese e di chi ama lo sport". 

Come cambiano i programmi della Nazionale?
"Con Roberto abbiamo condiviso l'idea del rinvio dell'Europeo, è inutile dire che ci sia dispiaciuto moltissimo. Ho pensato ai mille volontari, al Coni, al Comune di Roma, i soggetti impegnati nell'organizzazione per mettere l'Italia in grande spolvero. Mancini l'ho sentito sereno, la sua battuta la faccio mia: l'Europeo lo vinceremo nel 2021. Superiamo la sfortuna dell'anno bisestile". 

Questione allenamenti: quale è il suo punto di vista?
"Ci sono dei medici, degli specialisti che hanno conoscenza della materia. Noi ci dobbiamo affidare a loro, lo dirò anche negli incontri: partiremo insieme". 

Confronto aspro sull'esodo di alcuni giocatori dei club di Serie A all'estero: cosa ne pensa?
"Io lascio gestire alle singole società, i giocatori sono uomini come noi e hanno bisogno di sentirsi protetti". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 26 marzo 2020 alle 13:38
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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