Più che discreta la prestazione di Mateo Kovacic al 'Nereo Rocco' di Trieste. Il talento croato è stato schierato da Mazzarri come interno di destra nel centrocampo a 5, tra Nagatomo e Cambiasso. E da quella posizione ha spaziato con buon dinamismo lungo la fascia mediana di campo.

Il ragazzo nato a Linz, in Austria, ha giocato complessivamente 65 palloni, distribuendoli bene con un’alta percentuale: 44 passaggi giusti e 5 sbagliati.

La sua prestazione ha convinto di più in fase propositiva che in fase di rottura del gioco avversario. Come del resto ci si può attendere, conoscendo le caratteristiche del giocatore e il ruolo specifico nel quale è stato impiegato oggi. In particolare, i suoi dribbling ubriacanti e gli strappi palla al piede sono stati una spina nel fianco per la squadra di Lopez. Basti dire che nella prima frazione i tentativi avversari di frenare i suoi guizzi sono costati il cartellino giallo a Conti e Rossettini.

Nell’intero arco del match, Kovacic ha provato 11 dribbling, 8 dei quali sono stati eseguiti con successo. Due dei tre tentativi andati a vuoto sono giunti nei minuti finali, quando l’ex Dinamo era in riserva.

Nel cuore del match, invece, il 10 interista è stato spesso imprendibile per i diretti avversari. Stupendo, in particolare, il tunnel con cui si è liberato proprio di Rossettini, che per fermarlo è ricorso alle maniere forti, costategli l’ammonizione.

Il croato classe ’94 ha, poi, partecipato all’azione che ha portato al gol di Icardi. L’ha fatto con una giocata semplice e veloce, qualità che deve imparare a proporre sempre più spesso nei novanta minuti. Ricevuta palla lungo l’out di destra da Nagatomo, l’ha scaricata con prontezza a Palacio verso il centro. Da questi, poi, è partita la verticalizzazione a premiare il movimento dell’esterno giapponese, dal cui destro è partito il cioccolatino spinto in porta da Icardi.

Dove può migliorare Kovacic? Innanzitutto giocando titolare Mateo può lavorare con profitto al raggiungimento della migliore condizione fisica, fondamentale per piazzare i suoi proverbiali sprint capaci di ribaltare in un istante il fronte del gioco. Poi servirebbe maggiore personalità in fase di conclusione: non arriva praticamente mai al tiro in porta.

Nei contrasti prova a farsi valere nonostante non abbia un fisico da corazziere: contro il Cagliari ha recuperato quattro volte palla.

Il tempo e le doti sono dalla sua parte: se seguirà in pieno le indicazioni di Mazzarri, Kovacic sarà destinato a una crescita costante. E in tal caso diventerebbe un punto assolutamente fermo dell’undici titolare.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 30 settembre 2013 alle 11:30
Autore: Federico Floris
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