Mondiale e Inter. Hugo Campagnaro, intervistato da La Manana, ha parlato degli argomenti più caldi che lo riguardano: "La convocazione è la cosa migliore che mi sia successa in carriera, ho combattuto per tanti anni. Non avrei mai immaginato che arrivasse quando giocavo nel Deportivo Moron, è stata un'enorme emozione perché c'erano diversi tagli e restava incertezza sull'essere tra i 23. Fortunatamente l'allenatore ha avuto fiducia in me. Cambiamenti? Sì, dopo aver trascorso 12 stagioni in Italia. In Argentina ho giocato solo con il Deportivo, nessun confronto con le squadre di serie A. Ci sono differenze notevoli dal punto di vista di organizzazione, struttura e professionalità: è un altro mondo. Ho avuto la fortuna di giocare in due grandi squadre come Napoli e Inter. A Napoli si vive il calcio con grande passione, abbiamo ottenuto due qualificazioni in Champions e vinto una Tim Cup. Una meravigliosa esperienza. All'Inter non ho avuto la fortuna di ottenere la continuità che immaginavo. So bene che è stato per questioni particolari, che a tempo debito verranno a galla. Voglio restare all'Inter e avere la mia rivincita, però capisco il tecnico e la società se pensano il contrario. Al momento penso solo al Mondiale, alla fine analizzerò il mio futuro. Ho sempre cercato di essere la stessa persona, da quando giocavo a Moron e nei 12 anni in Italiaa. Rispetto tutti allo stesso modo e mantengo lo stesso profilo, bisogna conservare la propria umiltà. In Italia sono andato a fare una prova con il Piacenza nel 2002, sapevo che sarebbe stato difficile passare alla serie A italiana. Era una grande opportunità e ho messo tutto il mio impegno per convincere il club. Agostinelli, l'allenatore, ha dato l'ok per la mia firma. Dopo mi hanno acquistato e sono rimasto 5 stagioni in Emilia. Adattamento al calcio italiano? All'inizio mi è servito perché il salto era molto grande, giocavo contro squadre argentine e mi sono ritrovato di fronte Inter e Milan, una cosa incredibile. Per fortuna staff e compagni mi hanno aiutato a integrarmi pienaamente. Il passaggio all'Inter? Non c'è dubbio sia stata una delle cose più importanti della mia carriera, sogni sempre di giocare in questi club. Per fortuna dopo 4 stagioni al Napoli venire a giocare a San Siro è stato incredibile. So che avrei potuto dare di più e giocare più partite, ma è stato un anno particolare per il Mondiale e si sa quanto questo incida nella mente di un calciatore, soprattutto nel mio caso. Sono andato via da una squadra in crescita. Ora vorrei avere una rivincita all'Inter, posso giocarvi senza problemi e lo voglio dimostrare. A volte ci sono situazioni che certe persone non capiscono, questo ti affligge. Però voglio restare all'Inter ma se l'allenatore non la pensa così devo valutare cosa sia meglio per il mio futuro. Ma questa decisione arriverà dopo il Mondiale. Gli altri argentini? Gruppo fantastico, con grandi campioni come Zanetti, Samuel e Milito, che hanno vinto e mantenuto sempre l'umiltà. Peccato che se ne siano andati via quasi tutti, ma questo è il calcio. I cicli terminano e questo va affrontato".
Chiosa finale sul Mondiale: "L'esordio l'ho vissuto con grande incertezza, ho saputo che avrei debuttato al Maracanà, stadio ricco di storia. Ho vissuto le ore precedenti con un'ansia avuta raramente in passato. E' stato tutto incredibile, l'uscita dall'hotel, l'ìarrivo allo stadio, il riscaldamento, per non parlare di quando la gara è iniziata, con gli inni. Un'emozione che non potrò mai dimenticare. Il nostro obiettivo è andare passo dopo passo più lontano possibile. Questo è il sogno di tutti, lotteremo fino all'ultimo. Abbiamo grande fiducia, sappiamo che 40 milioni di argentini ci sostengono e si fidano di noi. Non possiamo deluderli".
Autore: Redazione FcInterNews.it
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