Una storia fantastica, in tutti i sensi. L'Imperatore che conquista la Beneamata, sedotta e abbandonata, anche se forse è stato lui stesso a scappare quando tutto e tutti erano ai suoi piedi. Nel 2004 era il numero uno, il mondo ammirava un attaccante che quasi da solo trascinava l'Inter di Roberto Mancini, dopo aver portato la squadra di Zaccheroni a strappare il pass per la qualificazione alla Champions League, arrivata dopo un super match in quel di Basilea. Che giocatore, oggi lo chiameremmo top player, il fiore all'occhiello di Massimo Moratti che mai e poi mai avrebbe lasciato partire un giocatore così forte, unico e sorridente, perché nel calcio di oggi anche questa è una grande qualità. Arrivato a Milano da ragazzino, spaccò la porta del Bernabeu in quell'amichevole contro il Real in cui stupì il mondo e il popolo nerazzurro già assaporava il sogno di avere un nuovo Ronaldo in casa. Tante vittorie, qualche caduta, ma il suo nome rimarrà comunque indelebile nella storia nerazzurra.

Adriano Leite Ribeiro parla ai microfoni di SkySport, confessando tutta la propria voglia di tornare a giocare nella Serie A italiana. Ecco l'intervista integrale dell'attaccante brasiliano classe '82.

C'è la possibilità di vederti di nuovo in Italia?
"Sì, mi piacerebbe molto. Vorrei tornare in Italia e quando sono arrivato qui mi è venuta voglia di non tornare più indietro".

In quale squadra?
"Un club che mi possa aiutare a mettere la testa a posto. Non che non lo sia già, però molto dipende dall'ambiente e dal gruppo che troverei".

Accetteresti un contratto 'a presenze'?
"Certo, è quello che ho sempre fatto. Sono conscio del fatto che dovrei dimostrare a tutti la mia ripresa, sia al club stesso che ai tifosi, ma posso dire di essere cambiato davvero".

Ti è mancata l'Italia?
"Assolutamente sì. E' la mia seconda casa e questo lo penso dal mio primo giorno qui. L'Italia è la mia seconda casa"

Cosa rappresenta per te l'Inter senza Moratti?
"Sensazione triste perché lui è una figura importantissima per il club. Non l'ho più sentito da quando sono andato via, ma mi piacerebbe molto rivederlo. Lui è il mio secondo padre, mi ha dato l'esperienza, la speranza di diventare un grande giocatore ed è stato lui a portarmi in Italia. Devo tantissimo a lui".

Il secondo padre come allenatore è stato Prandelli?
"Sì, lo è sempre stato. Lui mi ha aiutato tantissimo e mi ha dato molto sia come giocatore che come uomo".

Vuoi dirgli qualcosa?
"Un grosso 'in bocca al lupo' per il Mondiale. Non posso augurargli di vincerlo perché altrimenti in Brasile mi ammazzano! (ride, ndr). Spero, comunque, che l'Italia possa disputare un grande Mondiale".

Adriano continua e confessa: "Ho sbagliato tantissimo in passato, ma ormai non posso tornare indietro. Non devo replicare, non devo piangermi addosso e pensare alle cose che ho fatto. Ho sempre detto che non ho nulla da nascondere e non sono qui a giustificarmi, dico sempre la verità. Io devo dimostrare quello che sono, non quello che non sono".

Perché hai fatto tutto questo?
"E' successo, non saprei nemmeno io. E' tutto sbagliato".

Ti senti ancora l'Imperatore?
"Dentro di me, certamente. Il mio grande tiro? La botta c'è sempre (ride, ndr)".

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 30 maggio 2014 alle 00:30 / Fonte: SkySport
Autore: Francesco Fontana
vedi letture
Print