Non ci eravamo abituati,quindi fatichiamo a crederci. Eppure è vero, l'Inter conquista la seconda vittoria consecutiva in campionato, ancora con firma di Nagatomo che vola in cielo per ottimizzare al massimo un invito mancino di Alvarez. Tre punti d'oro, con graduatoria che finalmente assume connotati più degni dei nerazzurri, ormai pienamente nel gruppetto degli inseguitori della zona Champions. Ranieri può sorridere, perché la sua squadra finalmente sfodera prestazioni solide, per ora con una piena sufficienza, in attesa di un voto in più e di qualche altro recupero dalla lista infortunati.
POLI, IMPATTO 'ESTERNO' - Sembrava una boutade, invece sulla fascia sinistra del centrocampo nerazzurro a sorpresa si presenta Andrea Poli, finalmente all'esordio con la nuova maglia, guarda caso in quello che per lui è un derby. E se non ci avesse pensato, a ricordarglielo sono stati i tifosi di casa, che lo hanno accolto con fischi eloquenti. Un battesimo 'fuori' ruolo per l'ex Sampdoria, che rispetto alle sue caratteristiche parte molto largo, con licenza di accentrarsi in fase offensiva. Esattamente quello che aveva fatto Coutinho sabato scorso contro la Fiorentina, con più concretezza e meno creatività. Nonostante un'Inter un po' rattoppata, Malesani sceglie la strada della cautela e affida al solo Ze Eduardo il compito di impensierire Lucio e Samuel, con Constant e Rossi che a turno che gli danno una mano. Modulo abbottonato, ma non certo 'mollo', per dirla come il tecnico rossoblù.
PALUDOSI - Paludoso. È un attributo che chiarisce bene l'avvio di gara dell'Inter, molto attenta dietro ma decisamente incapace di costruire qualcosa negli ultimi 25 metri. Troppo isolati Milito e Pazzini dal resto della squadra, che li cerca soprattutto con lanci lunghi il più delle volte fuori misura o preda dei centrali di casa. Poche idee, insomma, con il pallone che viaggia soprattutto orizzontalmente e non riesce a transitare mai dalle parti dell'area di Frey. 'Colpa anche di un centrocampo che accompagna poco l'azione, più attento a coprire che a salire, indice di un eccesso di cautela che invita prima a non prenderle, poi a tentare di darle.
MILITO, DOVE SEI? - Poi c'è il capitolo Milito. Neanche nella sua Genova, per la prima volta da avversario (al terzo tentativo), il Principe riesce a dare segni di efficienza. Non che si sia nascosto, ci mancherebbe: le sportellate e gli scatti sono stati una costante della sua prestazione, ma la via del gol continua a essere un miraggio. La fortuna non lo aiuta di certo (un viaggetto a Lourdes no?), ma anche lui ci mette del suo: inaccettabile l'errore da un centimetro nell'azione più pericolosa del primo tempo, con un tap-in a botta sicura indirizzato tra le braccia di Frey. Errore che ha dell'incredibile, come molti altri in questa maledetta stagione, per lui e per l'Inter che ancora si rammarica per la scarsa vena del suo attaccante, pagata con più di un punto in meno in classifica.
PESSIMO BANTI - Una menzione speciale la merita l'arbitro Banti di Livorno, una mannaia sulle velleità dei nerazzurri. In pratica, il direttore di gara azzecca solo il fischio sul gol annullato a Granqvist per fuorigioco, ma è troppo facile visto che è l'assistente a segnalarglielo. Per il resto, un disastro, con l'apice toccato nella mancata espulsione del difensore genoano per intervento da ultimo uomo ai danni di Milito. Un episodio che avrebbe cambiato senza dubbio l'andamento del match indirizzandolo verso la squadra di Ranieri, in superiorità numerica dopo appena 36 minuti di gioco. Prima e dopo, una serie infinita di decisioni anti-Inter, dalla banale rimessa laterale alla punizione palese negata ai nerazzurri, o concessa generosamente al Genoa. C'era comunque da aspettarselo: non è la prima volta che, dopo una vittoria, l'entusiasmo dell'Inter viene bastonato da arbitraggi oltre il limite del concepibile.
YUTO GOL, POI GESTIONE - La rete di testa di Nagatomo (al 66', seconda consecutiva), su pregevole assist del neo-entrato Alvarez, paralizza per qualche minuto le buone intenzioni di un Genoa entrato in campo più volenteroso nella ripresa e apre all'Inter la strada del possibile raddoppio, con chance capitate a Pazzini, Zanetti e allo stasso ex Velez (che palo dalla distanza!). Solo con il trascorrere dei minuti (e gli ingressi di Pratto e Caracciolo) i ragazzi di Malesani guadagnano metri e cercano di creare grattacapi a una retroguardia comunque abbastanza attenta, come Ranieri ha preteso fin dall'inizio. Qualche problemino si avverte sulla zona destra del 4-4-2 rinforzato dalla sostituzione Obi-Poli, perché Alvarez non è un interditore e fatica a sostenere la copertura di Zanetti. In attacco, però, potenzialmente l'Inter avrebbe numerose opportunità per raddoppiare, che pur con l'ingresso di Forlan non riesce a sfruttare a dovere. Poco importa, con flemma quasi britannica (e grazie a un volo acrobatico di Julio Cesar su Veloso) i nerazzurri portano comunque a casa la vittoria.
Autore: Fabio Costantino
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