'You’ll never walk alone', il celebre motto del Liverpool, è stato svuotato del suo più alto significato attorno alle 12 italiane, quando Mohamed Salah, il giocatore più rappresentativo dei Reds del ciclo vincente di Jurgen Klopp, ha pubblicato su Instagram la foto che lo ritrae tristemente solo nella palestra del centro sportivo del club mentre i compagni sono a Milano per ultimare i preparativi prima della gara contro l’Inter. Gli inglesi, di nuovo a San Siro, sponda nerazzurra, a quasi tre anni dalla famosa partita mai digerita da Simone Inzaghi, si presentano con premesse diverse da quel 16 febbraio 2022, reduci da uno score horror tra Premier e Champions, appesantito dal ‘caso Momo’ esploso in una stagione disgraziata. Fantasmi che compaiono e scompaiono in base ai risultati, come sa bene Cristian Chivu, che alla vigilia ha sentito nominare nuovamente, dopo tante settimane, la parola ‘Monaco’ che dalle parti della Pinetina fa venire i brividi. Può una sfida così, se vinta, cancellare i brutti ricordi del 31 maggio scorso? Una domanda che il tecnico romeno ha definito ‘bella’, con ogni probabilità perché è quella alla quale, dal suo insediamento, sta cercando di dare una risposta. Non è semplice trovare certezze in 90’, più logico pensare alla matematica in chiave ottavi di finale per non passare dagli odiosi playoff. In campo, poi, è sempre un'altra storia: dopo un inizio simile a una partita a scacchi, arriva l'imprevisto che cambia la sceneggiatura: Hakan Calhanoglu alza bandiera bianca per un problema muscolare e arriva il primo cambio obbligato. All'undicesimo inizia la partita di Piotr Zielinski, poco dopo quella condizionata dal giallo di Lautaro Martinez, colpevole di aver fatto volare Andy Robertson con un'entrata fuori tempo massimo. Al 17', la prima situazione da annotare sul taccuino: sfruttando gli halfspace, gli ospiti riescono a trovare tra le linee sulla trequarti Curtis Jones che chiama in causa Yann Sommer per una parata imperfetta, non dissimile a quella che è costata un derby. Più in là, lo svizzero si produce in un'altra respinta, questa volta efficace, sulla conclusione innocua di Ryan Gravenberch. Al 26', l'Inter riesce quello che non le era riuscito fino a quel momento: innescare finalmente gli attaccanti. Che combinano ai bordi dell'area avversaria ma peccando entrambi di eccessivo altruismo da cui ne esce un nulla di fatto. Sul ribaltamento di fronte, la fuga di Hugo Ekitiké sulla destra, che si perde in, provoca un altro forfait tra i padroni di casa: Francesco Acerbi si accascia a terra chiedendo il cambio dopo il duello perso con il francese. Altro turning point della gara: entra Yann Bisseck che non fa in tempo a prendere la marcatura che arriva il gol di Ibrahima Konaté. Una rete che, già live, sembra abbia il peccato originale di un tocco di braccio di Ekitiké. Che il VAR rileva dopo 4' sottoponendo la questione all'arbitro Felix Zwayer. Il quale, rivedendo al monitor l'episodio, decide giustamente per l'annullamento. San Siro esplode come se avesse segnato Lautaro e poco dopo spinge Yann Bisseck, fresco e voglioso di dimostrare il suo valore in una partita così prestigiosa, a una cavalcata che si infrange contro Virgil van Dijk. E' il momento migliore dell'Inter che, anche sostenuta dal proprio pubblico, va a centimetri dal vantaggio con una punizione di Nicolò Barella che si traveste da Andrea Pirlo. La palla soffia di poco vicino al sette, al contrario di quella di Piotr Zielinski che ai alza sulla traversa dopo la sponda di Lautaro. L'ultimo frame significativo di un primo tempo che si chiude addirittura al 52', dopo 7 minuti di recupero, è quello che fotografa Lautaro che schiaccia di testa testando i riflessi di Alisson.

SECONDO TEMPO - 

La ripresa si apre con un svarione di Sommer che apre la porta ad Alexander Isak, che però spara largo non sfruttando il regalo di Natale in anticipo. L'Inter risponde con un'occasione potenziale gettata via da Henrikh Mkhitaryan, lanciato a mo' di fionda dalla sponda di Lautaro verso la metà campo del Liverpool per poi sbagliare l'ultimo passaggio verso Thuram. Al 59', un rinvio svirgolato di Bastoni vuol dire salvezza perché evita un gol quasi sicuro di Alexis Mac Allister dopo un'azione avviata dalla splendida giocata di Gravenberch. A proposito di giocate d'alta scuola, Barella sale in cattedra dando un pallone d'oro a Lautaro, murato da un difendente in maglia rossa. Si va da una parte all'altra senza soluzione di continuità: Ekitiké calcia in bocca a Sommer, Thuram risponde mandando sui cartelloni pubblicitari. Al 68', vista la situazione di impasse del risultato e la stanchezza accumulata, Arne Slot manda in campo Florian Wirtz e Conor Bradley per Ekitiké e Gomez. Due sostituzioni dopo le quali Ekitike si vede respingere un tiro promettente da Akanji. Dopo qualche minuto con poco da raccontare, ci pensa il neo entrato Bradley a rianimare la partita con un sfondamento sulla destra che va a scontrarsi sul corpo di Sommer. Il Liverpool comincia a crederci e anche i suoi 4361 supporter prendono voce. Le energie sono quelle che sono e, guardato il cronometro, Chivu decide di utilizzare l'ultimo slot per fare tre cambi: Sucic, Bonny e Carlos rilevano Mkhitaryan, Thuram e Dimarco. E' il minuto 82', tre giri d'orologio dopo Wirtz sviene in area lamentando un fallo. Una trattenutina di Bastoni, al di sotto della soglia del rigorino italico, che pure il VAR, scrupoloso fino all'eccesso, ritiene di dover segnalare all'arbitro centrale. Che, a quel punto, davanti al replay non se la sente di smentire i colleghi e manda a tirare dal dischetto Dominik Szoboszlai. L'ungherese è glaciale e fa 1-0. Risultato che rimarrà cristallizzato fino al triplice fischio sancendo la sesta sconfitta stagione per l'Inter, la seconda di fila in Europa dopo quella di Madrid che complica la corsa alla top 8. 

Sezione: Focus / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 23:02 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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