Quando gli scout vedono un potenziale crack, per convincere i propri superiori della bontà dell’affare, lo descrivono come un piccolo fenomeno. Quando Horacio Gaggioli ha visto per la prima volta Leo Messi giocare a calcio capì subito che si trattava di un giocatore speciale. “Un giorno i miei soci in Argentina Fabian Soldini e Martin Montero mi contattarono per fare da intermediario per il trasferimento di un giovane calciatore, nella città nella quale avrei dovuto vivere – racconta in esclusiva a FcInterNews il noto professionista -. All’epoca risiedevo in Barcellona, ma stavo trattando anche trattando un nuovo impiego con un’impresa di Madrid. Le circostanze della vita portarono Leo al Barça. Ma nel 2000 lui avrebbe anche potuto effettuare il provino con il Real o con l’Atletico, qualora io mi fossi trasferito”.

In Italia c’è una leggenda che narra che Moratti avrebbe voluto comprare Messi da giovane…
“Io non parlai con lui. Ma confermo il gradimento dell’Inter. Ricordo perfettamente dell’interesse dei nerazzurri. E non solo. Quando Leo era nelle giovanili del Barcellona parlammo con la Juventus, come con l’Arsenal o con il Manchester United. Era normale. Si vedeva già allora che si trattava di un giocatore differente”.

Adesso i tifosi dell’Inter sognano Leo a Milano.
“Guardi, io sinceramente immagino che possa trasferirsi al City, da Pep Guardiola, per la relazione col mister del team inglese. Però si tratta di una mia personale idea, non di qualcosa che so. Anzi, preciso: non ho informazioni in merito. Io spero solo che vada via bene dal Barcellona, non attraverso un fax. Per tutta la storia di Leo in blaugrana…”.

Non pensa possa essere anche stimolato da una eventuale sfida con Cristiano Ronaldo?
“Per il calcio italiano sarebbe meraviglioso, fantastico, terribile nel senso buono del termine. E l’Italia ha dalla sua il fattore fiscale”.

Magari la chiave del trasferimento sarà proprio il come lascerà i blauglana. Se gratis o tramite un esborso economico importante.
“In questo momento tutta la società del Barcellona sta vivendo uno shock emotivo terribile, in senso negativo. Nessuno si aspettava questa decisione. Lui ha dato moltissimo al Barça, ma anche il Barça lo ha reso grande. E lo dico con cognizione di causa perché lì abbiamo lavorato per cinque anni molto duramente tutti”.

Iniziando da tornei giovanili.
“Esattamente. Pensi che ricordo ancora una competizione a Pordenone. Lui militava in quella famosa squadra, dove c’erano pure Piqué e Fabregas, che non perdeva mai. Leo sembrava nato per giocare in quel team. I suoi idoli da allora? Saviola, Aimar: giocatori che praticavano un calcio simile al suo”.

E da piccolo non ci fu mai l’occasione concreta di un suo trasferimento?
“Lui non aveva mai pensato di andarsene. Quando ebbe alcuni problemi fiscali emerse proprio il nome dell’Inter, ma come tutti ben sanno Leo è rimasto a Barcellona. Almeno sino ad oggi. È sempre stato bene nel club, con i compagni, col calcio giocato e praticato in Catalogna. Peccato per l’8-2 contro il Bayern Monaco. Per lui deve essere stato terribile. Anzi ne sono sicuro per come lo conosco. Deve essere stato un colpo durissimo”.

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Sezione: Esclusive / Data: Sab 29 agosto 2020 alle 17:22
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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