Non ce ne voglia il bravo Simone Inzaghi. Va bene la tattica, va bene la preparazione della partita, vanno bene le sostituzioni azzeccate. Ma l'Inter, martedì scorso, ha battuto il Benfica soprattutto grazie al cosiddetto dodicesimo uomo in campo, alias pubblico di San Siro. Non sessantaseimila spettatori come recitava il tabellone luminoso del Tempio, ma sessantaseimila Ultras che, dopo una delle tante occasioni clamorosamente mancate a inizio secondo tempo per passare in vantaggio, hanno iniziato a dar vita ad una sarabanda vocale che al minuto sessantadue ha spinto inesorabilmente il pallone in rete. Marcus Thuram ha eseguito l'ordine impartito della gente nerazzurra. E' facile cadere nella retorica quando si parla di tifo come strumento in grado di far vincere le partite, ma chi martedì era presente al “Meazza” ha visto, sentito, respirato, un'atmosfera da calcio vero e antico allo stesso tempo. Un particolare applauso lo merita la Curva Nord. Loro cantano dal primo all'ultimo minuto. Sempre, anche quando il risultato o la prestazione non sono sono quelli sperati. Ma la novità è come da un po' di tempo la parte più calda del tifo interista riesca a coinvolgere anche quei settori dello stadio tradizionalmente dediti solo alla visione della partita, visione condita magari da qualche fischio di troppo.

Ora il vento sta cambiando e contro il Benfica, nella seconda gara del girone, non certo per una finale, abbiamo assistito finalmente, anche nello stadio dell'Inter, alla vera e propria bolgia che aiuta chi gioca in casa e spaventa l'avversario. Avanti così, dunque, a partire da oggi alle 15 quando a San Siro arriverà il Bologna dell'ex Thiago Motta, uno dei protagonisti del leggendario Triplete. Sarà ancora sold-out al Meazza e ancora una volta la gara andrà giocata sugli spalti, oltre che in campo. Dopo sette giornate di campionato l'Inter è prima, seppur in coabitazione, con sei vittorie e una, fastidiosissima, sconfitta interna con il Sassuolo. Diciannove reti realizzate, solo tre subite. Lautaro Martinez, capitano della Beneamata, è il capocannoniere della serie A con nove reti. Quattro rifilate alla malcapitata Salernitana in soli quarantacinque minuti disputati. Numeri impressionanti per una squadra che in estate ha perso giocatori importanti in ossequio al bilancio. Ma la bravura e il lavoro del management interista ha permesso l'ingresso di giocatori altrettanto forti e che mostrano di indossare la maglia nerazzurra con un entusiasmo in grado di fare la differenza. Ma ora si scende in campo ogni tre giorni, ogni volta si deve scrivere un capitolo nuovo incuranti di stanchezza e infortuni. E l'Inter, essendo squadra di vertice, non può permettersi di presentarsi sul prato verde senza pensare ad un unico obiettivo: la vittoria. Ma vincere sempre è impossibile, perchè esistono gli avversari e nessuno è perfetto. Doveroso però è tentare sempre di prevalere. Con grinta, determinazione e gioia nel vestire quella maglia.

L'Inter vista nel secondo tempo con il Benfica è gioia per gli occhi di chi ha nel cuore questa squadra. Lo stadio che l'ha trascinata al successo deve essere la costante per non arrendersi di fronte alle inevitabili difficoltà. “Per tutti quei chilometri che ho fatto per te. Internazionale devi vincere...” Un coro che sta diventando simbolo di unione tra squadra e popolo. E così si può andare lontano. Molto lontano.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 07 ottobre 2023 alle 00:32
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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