Marcus Thuram e Joaquin Correa. Due nomi che nel mercato dell’Inter sono stati uno alternativo all’altro nell’estate del 2021, quando il francese ha visto sfumare il trasferimento a Milano spalancando di fatto i cancelli di Appiano Gentile al pupillo di Inzaghi. Uno scenario cambiato dalle più frequenti delle sliding doors del mondo del calcio: l’infortunio, per il classe ’97 nato a Parma arrivato all’improvviso durante la sfida contro il Bayer Leverkusen del 21 agosto. Era invece il 24 dello stesso mese la data segnata nel calendario quando il Borussia Mönchengladbach diagnosticava la rottura del legamento collaterale mediale del ginocchio del figlio di Lilian, costretto da qual momento in poi a rimanere ai box per diversi mesi e allungando in maniera importante - e decisiva - i tempi di recupero rispetto alle sensazioni iniziali. Affare saltato dunque, con l’Inter che decise allora di sprintare con decisione sul Tucu, annunciato ufficialmente appena due giorni dopo il crack del francese. "FC Internazionale Milano comunica che Joaquín Correa è un nuovo calciatore nerazzurro: l'attaccante argentino classe 1994 arriva dalla Lazio a titolo temporaneo con obbligo di trasformazione del prestito in trasferimento definitivo. Correa ha firmato un contratto con il Club fino al 30 giugno 2025", si leggeva nel comunicato diramato il 26 agosto dall’ufficio stampa di Viale della Liberazione.

Due giorni - quelli intercorsi tra il 24 (infortunio di Thuram) e il 26 (annuncio di Correa) agosto del 2021 - che hanno cambiato in corsa una parziale mossa dell’Inter per il post-Lukaku, la cui bruciante partenza direzione Londra era già stata in parte tamponata con l’arrivo all’ombra del Duomo di Edin Dzeko, annunciato a ridosso di Ferragosto. Ora il Cigno di Sarajevo sente odore di rinnovo di contratto, a testimonianza di quanto bene abbia fatto (e stia facendo) nella sua esperienza all’Inter. Ed a differenza di quel collega argentino che si è ritrovato a riempire l’armadietto dello spogliatoio della Pinetina anche ‘grazie’ alla sfortuna di quel figlio d’arte che ora, invece, sta trascinando il ‘Gladbach a suon di gol, assist e prestazioni da top player.

Che l’affare tra l’Inter e la società tedesca per Thuram fosse più che ben avviato non è mai stato un mistero. Lo svelavano gli affidabili colleghi tedeschi della Bild, che a quei tempi parlavano di un accordo trovato tra i due club sulla base di un assegno da 25 milioni di euro; lo confermava poi il compianto Mino Raiola, noto agente che nell’intervista a tutto campo con i colleghi di Sport 1 aveva parlato del suo operato, del futuro della stella Haaland e di quello dello stesso Thuram, confermando che nell’estate del 2021 il suo passaggio all'Inter era praticamente cosa fatta: "Non è sempre questione di soldi, ma di ciò che è meglio per il mio giocatore. Ho portato Marcus Thuram dal Guingamp al Gladbach, dove è cresciuto enormemente. In estate, la strada per il suo trasferimento all'estero era spianata. Lo avremmo portato all'Inter: tutto era già pronto fino a quando non si è infortunato. Ora è pronto per tutti i principali club, sia in Inghilterra, Germania, Italia o Francia. Può scegliere", le parole pronunciate nel dicembre 2021. L’ammissione era poi arrivata anche dal ds interista Piero Ausilio, sempre quel dicembre, nella lunga intervista concessa a Sky Sport: "L’unica cosa che posso ammettere è quella di Thuram, che è passata, perché mi ha parlato Raiola e posso confermare che su di lui stavamo lavorando".

Come sarebbe andata se all’Inter fosse arrivato Thuram e non Correa? La domanda rimane senza risposta. A meno che i due destini non si intreccino di nuovo, come nelle più classiche delle slinding doors.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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