Pochi mesi fa, quando non era ancora scoppiato tutto il polverone riguardante la liquidità dell’Inter, e solo in parte quello relativo alla necessità di cedere almeno un big della rosa, ad un evento in Regione Lombardia - in cui venivano premiati i dirigenti nerazzurri - mi colpirono molto le parole di Alessandro Antonello. L’ad dell’Inter, senza di fatto usare troppi giri di parole, sostenne che l’obiettivo primario della squadra sarebbe stato quello di qualificarsi alla successiva edizione della Champions League. Lì per lì, intuì, ma non potevo ancora averne le prove, che l’Inter avrebbe dovuto sacrificare più di un giocatore, indebolendo almeno sulla carta la Rosa.

Leggo ora che non è così, che Lukaku improvvisamente è diventato quasi scarso e che l’Inter resta la favorita per il titolo. Apprezzo tale ottimismo, ma i fatti suggeriscono altro. La Beneamata ha cambiato allenatore: Inzaghi potrà diventare tra i migliori del mondo, ma Conte era una certezza. Non ci sarà più Oriali, per una figura fondamentale che faceva eccome il bene di tutti. Hakimi è il miglior laterale del mondo, perciò nonostante Dumfries sia forte e Darmian affidabile, si perderà per forza qualcosa. Eriksen forse non vestirà più la casacca nerazzurra. Col danese che da quando era entrata in pianta stabile tra i titolari, garantiva qualità e quantità.

Ergo, l’Inter potrà fare bene, forse benissimo. Tanto alla fine è il campo a dare i giudizi finali. Ma quelli di oggi non possono essere di una squadra favorita per dominare la Serie A e arrivare in fondo in Europa. L’auspicio per i tifosi nerazzurri è che a maggio possa citare questo editoriale chiedendo scusa per aver sottovaluta i giocatori del Biscione.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 agosto 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
vedi letture
Print