Pezzo per pezzo, affare per affare, risoluzione per risuoluzione, la nuova Inter 2012-2013 comincia a fare capolino in maniera sempre piu' nitida sullo sfondo della tumultuosa -per altri- campagna acquisti in corso. Sintetizziamo? Esperienza e solidita' dietro, gamba a centrocampo e velocita' in attacco. Siamo d'accordo? E siamo d'accordo sul fatto che la scelta su Lucas sia a questo punto definitiva tanto quella intimamente ed economicamente connessa di rinunciare a Sneijder? Caspita ma allora avevemo ragione quando tempo addietro parlavamo di mercato coerente se ogni settimana quando ci ritroviamo ospiti di queste colonne verifichiamo che la barra e' incontestabilmente dritta e la nave prosegue la sua rotta (riduzione monte ingaggi, ringiovanimento del'organico rinvigorimento delle motivazioni e occhio alla qualita') mentre le imbarcazioni concorrenti lasciano dietro di se' una scia tutt'altro che lineare. C'e' infatti chi schettineggia traiettorie, improvvisando quotidianamente il proprio diario di bordo- il comandante Galliani e'ormai un virtuoso del testa-coda delle trattative- e chi si balocca con stravaganti circumnavigazioni sul passato (bravo monociglione continua cosi'!)  per adescare i propri tifosi, trattati come eterni mozzi da conculcare e strumentalizzare. Saremo piu' forti, l'abbiamo capito, perche' non ci saranno piu' conti in sospeso, non sara' la riconoscenza ad orientare verso il privilegio il livello di attesa nei confronti di alcun componente della rosa. Tutto resettato e tutti alla pari. Da M'Baye a Zanetti tanto per rimanere tra coloro che si giocheranno una maglia da terzino.

Sì perche', gia' dalla lettura della lista dei convocati per il raduno di Pinzolo si evince la volonta' di Stramaccioni di impiegare il capitano nella linea di difesa. Scelta per la quale ci eravamo gia' personalmente spesi che sottende la volonta' di affidare la gestione del centrocampo a uomini di concretezza ma anche di freschezza ed energia per i tre ruoli. Dei due intermedi, uno sara' certamente  Fredy Guarin, l'altro molto probabilmente Paulinho, giocatore sotto osservazione da oltre sei mesi e praticamente nerazzurro. Sul perno centrale, playmaker come definito dai fautori dell'interdisciplinarieta' sportiva, rimangono a disposizione soluzioni interne (Cambiasso) o gli spunti che cammin facendo il mercato delle occasioni e delle opportunita' puo' dispensare (occhio a Frenando del Porto), col presupposto di rivelarsi economicamente sostenibili. Se poi azzardiamo Palacio e Lucas in appoggio a Milito a completare il 4-3-3 siamo cosi' lontani dalla realta' che assaggeremo a mercato chiuso? Noi azzardiamo un no. Cosi' come, a bocce ferme, avremo anche l'assetto definitivo della linea di difesa, dove e' ancora da chiarire la posizione di Ranocchia. Ma senza affanni potendo il mister romano gia' contare su Silvestre e Chivu, utilizzabili peraltro anche sugli esterni oltre che su Walter Samuel e sull'eventuale ricorso al mercato.

Di Sneijder si e' detto in capo all'articolo. La societa' sta facendo quanto deve -  dando corso al proprio progetto  predisposto con congruo anticipo - per concretizzare un movimentto di mercato che contiene in se' tutti i crismi del progetto di rinnovamento nerazzurro. Gli stessi ultimi tentennamenti di "Strama" vanno letti secondo un'unica interpretazione. Arrivera' un giocatore in grado di sollecitare il buascismo piu' sano e smodato, il volto da adottare, una  scommessa degna di una tabaccheria di Parma tanto alta e' la probabilita' di passare all'incasso. Tutto senza scantonamenti con la mano ferma di chi ha scritto il soggetto e sceneggiatura del film che ci apprestiamo a gustare. Saremo piu' forti mentre nell'ambiente milanista non si parla piu' di ridimensionamento ma di smantellamento. Il film che si sta girando da qualche tempo a Milanello appartiene al genere horror. Il corpo del nostro piu' vicino antagonista sta subendo amputazioni cruente che lasciano inorriditi e ben distanti dai botteghini i tifosi rossoneri. Vani i tentativi di riattaccare arti inferiori (T. Silva) e superiori (Ibra), nulla puo' ormai nemmeno la suffragetta-eroina Barbara. Inutili i dispacci da "Settimana Incom" della propaganda cortigiana. Manco loro  riescono a salmodiare come da mandato gli increduli spettatori tra un tempo e l'altro. Ribolle l'indignazione di un popolo che a giusta ragione rivendica il diritto a non essere preso in giro. E per l'ennesima volta negli ultimi anni. Diciamo la verita', qualche filmetto malinconico-crepuscolare con pianto finale l'abbiamo dovuto in piu' di una circostanza trangugiare. Ma mai nessuno ha giocato sulla nostra buona fede. Potessimo indossare la seconda divisa di quest'anno se affermiamo il falso!

Chiudiamo col succitato A.Agnelli -e qui, se legittimamente temete che l'argomento vi possa annoiare mortalmente, siete padronissimi di cliccare la crocetta rossa in alto a destra-. Mediocre oratore ma scaltro azzeccagarbugli, si e' rituffato nelle atmosfere mefitiche del passato per pilotare ancora una volta le masse euforizzandole. Ha astutamente indugiato sulle varie appiccicature della nuova maglia bianconera, nell'ordine, 30 se c'e' campo. Sara' mica brutta la Croma e Saluti da Villar Perosa, per potere glissare su quel sinistro monito in mezzo al petto, JEEP, cautelandosi forse di fronte all'associazione di idee di qualcuno con la camionetta. Ha invece voluto o forse potuto dire assai poco, e qui siamo seri, sulla guida tecnica futura del club, arroccandosi nella circostanza con frasi prevedibili e, appunto, di circostanza, relative alla posizione di Antonio Conte sulla cui permanenza sulla panchina juventina non risulta un solo addetto ai lavori addentro alle vicende di scommessopoli disposto a mettere la mano sul fuoco - salvo, ovviamente, i soliti trombettieri di parte le cui opinioni mancano totalmente di credito e di peso specifico-. E cio' in funzione innanzitutto delle particolari logiche della giustizia sportiva e ben al di la' delle responsabilita' eventuali dell'allenatore in quesione e della credibilita' autentica di colui che lo accusa. Argomenti su cui non entriamo. Ma ci limitiamo a chiedere quale risposta darebbe il gruppo di giocatori plasmato da Antonio Conte senza l'artefice della grande annata che ci siamo lasciati alle spalle? E' la domanda che si pongono da quel che si sa da tempo anche ai vertici del club bianconero e il nervosismo dell'Agnelli che arringa il popolino per un paio di stelle in piu' o in meno e' la prova di un'angoscia lancinante che monta. Beato il nostro ragionato ottimismo e beata la nostra serenita'.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 13 luglio 2012 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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