Altro gennaio amarissimo per l'Inter. E meno male che per chiuderlo manca solo una partita, quella con la Lazio in Coppa Italia. La speranza è che si arrivi a tirare i calci di rigore, così da scavallare la mezzanotte e arrivare a febbraio: chissà che il nuovo mese non torni a splendere il sole dalle parti di Appiano Gentile.

Il ko di Torino lascia il gelo: il problema non è tanto la sconfitta, ma il modo in cui è arrivata. Spalletti ha dovuto convivere con contingenze avverse alla vigilia, tra infortuni (Keita e Vrsaljko), acciacchi (Politano), condizioni fisiche scadenti (Nainggolan) e malumori (Perisic): 3-5-2 e Lautaro-Maurito in attacco. Prima mezzora dignitosa, con un paio di ottime chance sprecate (ancora...) e almeno altrettante potenziali non concretizzatesi per la cronica imprecisione. Ma la squadra c'è, è viva, gestisce il match a piacimento e non soffre nulla. Poi, come spesso accade nei momenti tristi, basta un episodio avverso per azzerare tutto. Izzo stacca su angolo, la palla picchia sulla nuca di D'Ambrosio e s'insacca con una palombella effimera alle spalle di Handanovic, che pure cerca di parare con l'ormai famigerato laser che parte dagli occhi. Avete presente? Sguardo truce indirizzato al pallone, provando a intimargli di non oltrepassare la linea di porta. Non sempre funziona, caro Samir.

L'Inter si spegne. Con Nainggolan si passa al rombo: nulla. Allora entra Politano, reduce da una settimana travagliata per via di un fastidio muscolare. L'ex Sassuolo cambia la partita, asfalta Ola Aina e crea pericoli a ripetizione. Poi succede che Maresca, fin lì comprensivo un po' con chiunque (Lukic graziato, Belotti graziato, Zaza graziato), faccia il permalosone dopo una protesta sacrosanta per un fallo subito dal numero 16 nerazzurro proprio da Ola Aina (già ammonito...). A Politano sarà sicuramente sfuggita qualche parolina di troppo ("Sei scarso", avrebbe pronunciato all'indirizzo dell'arbitro secondo la ricostruzione della Gazzetta. Ed è pure vero: Maresca è scarso), ma il metro deve essere lo stesso per tutti, se non proprio per 38 partite su 38 almeno nei 90 minuti. E invece no: Inter in dieci. Buonanotte.

Spalletti non ha più avuto armi. E deve ringraziare Perisic, che decide di puntare i piedi a gennaio. Peste colga chi ha spinto e chi ha dato l'ok per allungare la sessione fino al 31 gennaio: il mercato aperto col campionato in corso è un bug che crea cortocircuiti come questo. Il croato ha chiesto la cessione immediata da grande irriconoscente, lasciando la sua squadra (si spera ex il prima possibile) in grave difficoltà. E che dire della figuraccia di Candreva? Approccio molle, scoglionato, da chi non ha la minima voglia di dare un contributo. Ha sbagliato tutto il possibile. Irritante. E la compagna, a fine gara, si è pure permessa di attaccare Spalletti, con un post poi prontamente cancellato, ma il cui obiettivo era fin troppo palese. Tutta una gran cagnara nata dalle uscite pubbliche di Wanda Nara, che ha messo in piazza le questioni del rinnovo di Icardi. Tardi adesso tornare sui propri passi e fare scena muta. L'Inter arrivava dal successo sul Napoli che sarebbe dovuto essere il trampolino per una seconda fase di stagione brillante, con lo sguardo rivolto in avanti e non alle spalle. E invece, anche grazie a lor signori, ora ci si ritrova a dover evitare uno psicodramma che sarebbe troppo pericoloso.

Beppe Marotta faccia quello che deve fare. Se è arrivato il momento di compiere un passo indietro per poi farne due in avanti, ok: si paghi adesso questo prezzo. Ma poi basta. Stop. All'Inter solo chi è da Inter, dentro e fuori dal campo.

VIDEO - MAROTTA: "PERISIC? DIFFICILE TRATTENERLO, MA SENZA OFFERTE..."

Sezione: Editoriale / Data: Mar 29 gennaio 2019 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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