E' il momento della "svolta epocale" in casa Inter. Quello che nessun tifoso interista si sarebbe aspettato qualche mese fa sta accadendo: Moratti è in procinto di cedere il club. Il discorso delle quote è marginale, Thohir potrà anche partire da una minoranza consistente, ma l'accordo prevede che l'indonesiano acquisisca il controllo entro breve tempo, quello necessario ad insediarsi coi suoi uomini in una realtà nuova. Per chiudere il capitolo percentuali, va detto che al momento la pista più credibile è quella di un acquisto del pacchetto di maggioranza subito da parte del tycoon di Giacarta.

Inevitabilmente l'Inter è divisa in due, come avesse due facce della stessa medaglia. Da un lato chi esce, Moratti, che è apparso piuttosto nervoso e sconsolato nelle poche uscite davanti alle telecamere. Dall'altra il volto nuovo, quello di Thohir, sorridente davanti ai giornalisti appostati sotto all'hotel dove alloggiava.

Il presidente nerazzurro sta vivendo, senza ombra di dubbio, una situazione complicata. La sua volontà era, e sarebbe ancora, quella di trovare un partner per continuare a guidare il club come ha sempre fatto, più come una famiglia che come un'azienda. Il "bene dell'Inter" lo ha sempre guidato nelle sue scelte e sta accadendo, paradossalmente, anche in questo affare. Resosi conto che non c'erano reali interessi per fargli da spalla, ha meditato a lungo sulla possibilità di cedere. Alla fine, l'offerta di Thohir è stata considerata un'opportunità troppo importante per continuare a temporeggiare.

La gestione degli ultimi 18 anni ha reso Moratti il presidente più vincente della storia del club, ma nell'ultimo periodo non c'è stata più la possibilità di continuare con il canovaccio di quella precedente, fatta di ripianamenti di bilancio da centinaia di milioni l'anno. Chi lo ha visto tra giovedì e venerdì può confermare che non era mai apparso così demoralizzato e agitato. Ogni volta che si è presentato di fronte alle telecamere ha mostrato il volto di chi, a malincuore, sta per privarsi della passione di una vita. Non a caso è, ed è stato sempre definito, il primo tifoso del club. Da tifoso ora ha scelto di farsi da parte, anche se non del tutto, a malincuore, per il bene della società.

Per un Moratti schivo e scontroso c'è un Thohir raggiante, per quanto timido e alla mano. Il tycoon di Giacarta fino a qualche ora fa viveva soprattutto sulle pagine dei giornali. Un suo arrivo a Milano era stato programmato e annunciato più volte. Ora è avvenuto, ed è servito a chiarire, una volta di più, a Moratti la serietà e l'impegno da mettere nella "sua" Inter. Lo stesso indonesiano, nelle poche dichiarazioni pubbliche, ha sottolineato più di ogni altra cosa come la famiglia Moratti sia l'anima di questa società e, al contempo, la sua volontà di entrarci in punta di piedi, senza calpestare nessuno. Il magnate indonesiano ha mostrato la sua qualità numero uno. E' un comunicatore. Lo fa di mestiere e lo ha dimostrato.

Il gesto di offrire da bere a noi giornalisti appostati sotto all'hotel Armani è stato un tanto unico quanto inaspettato. Eppure fa capire il personaggio, capace di mandare l'amico americano Steve in missione per farci portare dal cameriere del bar vicino tre sacchetti di bevande. Tutto perché, come ha detto, rispetta il nostro lavoro, che conosce bene, e sa quanto possa essere dura. Mi ha sorpreso poi l'abilità nell'organizzare in cinque minuti quella che è stata, senza se e senza ma, una vera e propria conferenza stampa. Ancora l'amico Steve, "solo Steve" dice lui per non far sapere la sua identità, protagonista indiscusso.

Quasi da addetto stampa ha fatto chiamare tutti i giornalisti, che erano dissipati per le entrate dell'hotel e ha annunciato l'arrivo del tycoon. Lì è partito lo show dell'indonesiano, che di fatto si è presentato all'Italia. Non ha negato il sorriso a nessuno, offrendo anche un apertitivo ad alcuni giornalisti dopo l'apparizione pubblica. Nel pomeriggio ha fatto anche un giro per Milano, per conoscere la città, e un salto al negozio ufficiale dell'Inter, dove ha comprato parecchie magliette e gadget. Ha promesso a tutti di tornare presto e si è detto fiducioso di chiudere, lasciando praticamente a Moratti solo l'onere di annunciare la cessione dell'Inter.

Ora resta al numero uno nerazzurro compiere il passo più difficile, soprattutto per il suo amore nei confronti dell'Inter, e dire addio, anche se non sarà da subito. Forse lo avrebbe voluto fare come Mourinho, da vincente, e non con un nono posto che lascia l'amaro in bocca. Thohir ha garantito che il figlio AngeloMario avrà un ruolo di spicco nel nuovo organigramma, garantendo la continuità dei Moratti nella storia del club. Ieri è partito alla volta di Giacarta, con la sensazione di aver già chiuso tutti gli accordi, e tornerà presto, come ha promesso. Allora arrivederci Thohir, see you soon.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 luglio 2013 alle 00:01
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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