L'Inter vince, si scrolla di dosso la concorrenza e resta da sola al secondo posto alle spalle del Milan capolista. Ma si parla solo di Eriksen. I due minuti di Eriksen; la faccia di Eriksen; l'uscita dal campo di Eriksen; Eriksen che non festeggia con i compagni; Eriksen che mangia cacio e pepe; Eriksen che dorme sul fianco sinistro; Eriksen che guarda allo specchio Eriksen. Eriksen everywhere.

Torniamo, insomma, a un concetto già rinvangato in stagione: la cornice diventa più importante del quadro. Eriksen è un giocatore dell'Inter. Eriksen è un grande giocatore dell'Inter. Nessuno qui nega lo status del danese, un elemento prezioso. Grande qualità e ottimi numeri per una carriera di tutto rispetto. Non sarà Messi, ma non è nemmeno l'ultimo degli scemi. Discutere le qualità di Eriksen diventa un esercizio davvero senza senso. D'altro canto, ci sarà pure un motivo per il quale un allenatore come Antonio Conte oggi lo tiene in panchina. Ed è evidente che, al di là dell'aspetto tecnico-tattico, sia accaduto qualcosa tra i due, perché la discrepanza tra la gestione fino a Inter-Parma e quella successiva appare netta. Ma nessuno sa, quindi inutile star qui a offrire giudizi che possono essere solamente sensazioni, per lo più dettate dalle simpatie che si hanno.

Va bene parlare di Eriksen. Ma il problema è che si parla solo di Eriksen. Non si parla di un'Inter ritrovata, di una classifica in campionato che ora convince, di una consapevolezza tornata, di un Hakimi sbloccatosi, di una fase difensiva più solida, di un attacco super. Soprattutto, non si parla abbastanza di una partita decisiva come quella con lo Shakhtar Donetsk, un match che potrebbe azzerare in 90 minuti i passi falsi fatti dai nerazzurri nel girone di Champions League e garantire il tanto agognato passaggio agli ottavi di finale. Una qualificazione fallita con Spalletti due anni fa e con Conte l'anno passato. Un obiettivo fortemente voluto da tutti in Viale della Liberazione, a partire dalla proprietà, che sa bene quanto conti in chiave brand, oltre chiaramente all'aspetto sportivo.

Di temi, quindi, ce ne sarebbero tanti. Di campo e non. Ma si parla solo di Eriksen.

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Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 dicembre 2020 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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