Dopo le cinque sostituzioni (e la panchina lunga), dopo l’uscita dalle coppe (e il solo impegno del campionato), ora è il turno di ritenere l’Inter 'fortunata' per aver registrato nuove positività al Covid-19 nel giro degli ultimi giorni. 

Dagli studi televisivi alle sale stampa, l’ignorante convinzione generale è che la squadra di Antonio Conte (in testa alla classifica per merito e non per altri pseudo-motivi finora smontati dal tempo) possa trarre un grande vantaggio dal rinvio del match contro il Sassuolo, inizialmente previsto per sabato 20 marzo. Niente di più sbagliato, con buona pace di Andrea Pirlo che ha provato disperatamente a mettere pressione nel modo sbagliato: "Siamo stati informati come tutti gli altri e quindi abbiamo accettato come abbiamo sempre accettato con tutte le decisioni, come siamo andati a giocare noi e altre squadre a giocare con dei malati - ha detto alla vigilia di Juve-Benevento, match tra l'altro clamorosamente perso allo Stadium dai bianconeri -. Sono state fatte però delle cose diverse in questo caso perché è intervenuta l'Asl quindi accettiamo la cosa. Capita purtroppo in un momento positivo per l'Inter che avrà l'opportunità di recuperarli nella sosta e la possibilità di lavorare non mandandoli neanche in nazionale. Su questo punto sono stati anche fortunati".

E allora tocca rinfrescare la memoria al Maestro e della società per cui lavora che - tra l’altro - deve ancora disputare la sfida contro il Napoli originariamente in calendario ad ottobre 2020, riprogrammata (con l’ok di entrambi i club dopo i vari ricorsi) al 17 marzo e poi magicamente rinviata al 7 aprile "su richiesta delle Società Juventus FC e SSC Napoli", come si legge nel comunicato n° 219 della Lega Serie A datato 12 marzo 2021. Un rinvio, si noti bene, non imposto da un organo superiore come l’Ats o una Asl di competenza (come nel caso di Inter-Sassuolo), ma chiesto strategicamente per non affollare il calendario in una settimana particolare dopo l’eliminazione dalla Champions dei bianconeri e la precedente uscita dall'Europa League degli azzurri. Una scelta che ha scatenato infatti la giusta e dura reazione della Roma, coinvolta come l'avversaria di ieri sera - appunto il Napoli -, nella corsa ad un posto nell'Europa che conta. Quali altri casi sono stati gestiti diversamente da Inter-Sassuolo? Juve-Napoli (semplicemente perché gli azzurri non si sono presentati fisicamente allo Stadium) e Lazio-Torino (con i granata che non si sono presentati all’Olimpico). Un caso simile è invece quello di Torino-Sassuolo, rinviata - stranamente - senza le polemiche che hanno invece susseguito la decisione sul match di San Siro. 

"Siamo andati a giocare noi e altre squadre con dei malati", diceva Pirlo sabato in conferenza. E allora perché non ricordare anche il derby d’andata tra Milan e Inter? In quella partita i nerazzurri scesero in campo senza polemiche e, soprattutto, senza sei giocatori positivi. Che gran bella botta di fortuna per una squadra che nel calcio ai tempi del Covid conta finora 14 casi (Kolarov, Padelli, Brozovic, Hakimi - falso postivo ma out da un match della fase a gironi della Champions -, Young, Gagliardini, Radu, Skriniar, Nainggolan, Bastoni, D’Ambrosio, Handanovic, Vecino e De Vrij, senza contare i dirigenti Marotta, Antonello, Ausilio e Baccin) a differenza di quella Juve che ora storce il naso e ne conta in totale 9, di cui alcuni arrivati in pieno lockdown (vedi Rugani, Dybala e Matuidi). Non si tratta ovviamente una triste 'gara a chi ha più positivi', ma è doveroso ricordare l’andamento per contestualizzare il tutto. 

Quello che forse non è chiaro dopo un anno di Covid è che in questo caso si parla in primis di salute. Poi viene il calcio, e con lui quel campionato che ora viene definito falsato, mentre quello della passata annata è stato messo in archivio semplicemente come anomalo nonostante la pessima gestione generale tra porte chiuse e aperte, rinvii ad hoc e lunghi stop forzati. E non è neanche chiaro che lo slittamento non aiuta l’Inter, che contro il Sassuolo avrebbe certamente dovuto rinuciare a due titolari come Handanovic e De Vrij, ma comunque preferendo scendere in campo come da programma. Per più motivi: perché i positivi saranno inevitabilmente condizionati a livello fisico (e non si ha comunque la certezza di una negativizzazione e di un recupero al rientro dalla sosta); perché l’Inter interrompe in maniera forzata un periodo d’oro fatto di 8 vittorie di fila; perché sabato 20 marzo avrebbe affrontato un Sassuolo reduce da un impegno infrasettimanale (a differenza dell’Inter) e quindi meno riposato dei nerazzurri; perché ad aprile il calendario si intaserà con partite ogni tre giorni visti il turno infrasettimanale già in agenda e il recupero contro i neroverdi che verrà presumibilmente inserito il 7 aprile, tra Bologna e Cagliari. 

Forse a qualcuno fa anche comodo non ricordare che nel protocollo stilato dalla FIGC e dalla Lega Serie A mesi e mesi fa - e approvato da tutti i club (compresa la Juve) - c’è una clausola che rappresenta l'ago della bilancia ("Fatti salvi eventuali provvedimenti delle autorità statali o locali", proprio come l’Ats o l’Asl di competenza) e che obbliga i complottisti a puntare il dito sulla coppia Gravina-Dal Pino e sul documento da loro ideato, non di certo sull’Inter che non ha chiesto niente a nessuno e che si è già trovata in passato a giocare con più degli attuali quattro positivi presenti in rosa, senza essere bloccata e aprire bocca. Con buona pace della memoria corta di Pirlo e di tanti altri: un anno di Covid non è servito a niente. 

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 marzo 2021 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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