Mentalità vincente, unione, spirito di gruppo. 'Il Noi' davanti 'all’Io', il collettivo prima del singolo. Dall'arrivo di Antonio Conte annunciato all’alba del 31 maggio 2019 sono queste le parole-chiave della Milano nerazzurra, dove è iniziata una nuova Era e dove l'Inter è diventata di nuovo una squadra. Con evidenti difetti da correggere, ma anche con ampi margini di crescita e una costante idea di compattezza dovuta anche al feeling speciale che sembra aver invaso nuovamente gli spogliatoi di Appiano Gentile, come non accadeva ormai da diverso tempo. E pensare che appena qualche mese fa il campo passava quasi in secondo piano ed ogni giorno si trasformava nell'inutile cronaca di una nuova puntata di una triste telenovela in cui si parlava addirittura di ‘clan’.
I segnali, diretti e indiretti, che arrivano oggi (direttamente dal campo, ma anche da un'intervista o da un semplice post sui social) fanno invece notare un definitivo cambio di rotta da parte di tutti, cominciato concretamente la scorsa estate con le drastiche - e coraggiose - decisioni dirigenziali riguardo l'allontanamento di alcuni pezzi da novanta del recente passato interista come Icardi, Perisic e Nainggolan. Scelte dure e per certi versi dolorose, prese pur di dare un segnale concreto a tutto l'ambiente in ottica comportamentale. Attraverso duro lavoro e chiari valori, Conte è riuscito a rendere i membri della sua rosa una cosa sola, unita contro tutto e tutti, che rema sempre e comunque nella stessa direzione nonostante le difficoltà. A partire dai numerosi infortuni che hanno decimato le scelte del tecnico salentino per gran parte della stagione (i più pesanti quelli di Stefano Sensi, Alexis Sanchez e Nicolò Barella), passando per il percorso in Champions League contraddistinto dalla partecipazione nel gruppo (forse) più complicato dell’intera edizione fino ad arrivare ad una rosa corta che è riuscita comunque a restare disperatamente agganciata alla Juventus di Cristiano Ronaldo, Regina d’Italia degli ultimi otto anni e sicuramente più competitiva dei nerazzurri.
Conte vuole togliere la corona dalla testa della Vecchia Signora e per farlo punta forte sul feeling tecnico, tattico ed emotivo che ha plasmato con i suoi uomini, che lottano per una causa comune e che si aiutano a vicenda senza mai risparmiarsi: l’esempio lampante è offerto dall'esplosione della coppia formata da Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, che oltre ad avere gusti simili nell'outfit (come curiosamente testimoniato dai due su Instagram) dimostra una particolare intesa anche sul rettangolo verde. L'indemoniato Toro argentino e il gigante buono del Belgio sono due attaccanti che si completano alla perfezione, in tutto e per tutto. L'uno gioca per l’altro (mentre negli ultimi anni il peso del reparto offensivo era sempre e comunque sull'isolato Icardi) e l'immediata conseguenza sono stati i gol, gli assist e soprattutto le prestazioni di qualità e di sostanza sempre finalizzate al bene della squadra. A volte può non spiccare il singolo, ma finora (anche in vetta alla classifica) spicca l'Inter: 42 punti sudati dal primo all’ultimo, raccolti e messi in tasca da un gruppo di uomini che fino a questo momento ha fatto qualcosa di straordinario ed inaspettato.
Ora arriva l'esame di gennaio, mese storicamente complicato per il Biscione, con ‘Il Vampiro di Appiano’ (così come lo chiamava Luciano Spalletti) che in questo periodo ha spesso e volentieri prosciugato forze ed energie, fisiche e mentali. Dopo aver salutato il 2019 da capolista, Conte è pronto a lottare ancora contro il suo passato bianconero, sperando in qualche meritato regalo di mercato che possa aiutarlo a continuare a battere record e sfatare scomodi tabù. Fino ad allora, a partire da Napoli, si affiderà ancora sul grande affiatamento dei suoi uomini: il feeling-conduttore tra il 2019 ed il 2020 della nuova Inter dell'Era Conte.
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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