Eccoci qui, la sosta per le Nazionali è in archivio e grazie al cielo non ha mietuto vittime tra i nerazzurri coinvolti, una piacevole sorpresa viste le abitudini. Certo, se il fisico ha retto qualche osso si è rotto psicologicamente, si pensi alle 6 sberle rimediate da Hakan Calhanoglu e dalla sua Turchia contro la Spagna o al poleemico scivolone dell'Argentina di Lautaro in Ecuador. Niente che tornare a respirare l'aria di Appiano Gentile non possa curare. Proprio il Toro, per ovvi motivi logistici, è stato l'ultimo a rientrare alla base e, udite udite, Cristian Chivu ha tutta la rosa a propria disposizione per preparare la trasferta di domani all'Allianz Stadium. Ma meglio dirlo a voce bassa, che non si sa mai...

Se il fisico è a posto, l'allenatore romeno dovrà continuare a lavorare soprattutto sulla testa dei suoi giocatori dopo la fastidiosa sconfitta contro l'Udinese che qualche strascico ha lasciato. Non certo l'impegno preferibile per una squadra alla ricerca della propria identità, visti anche i precedenti poco incoraggianti in terra sabauda bianconera, dove alle prestazioni positive non si sono mai accompagnati risultati soddisfacenti se non in rarissime circostanze. Oggi Chivu si esporrà in conferenza stampa, tornata a essere una piacevole abitudine dopo il braccino corto nel corso della gestione di Simone Inzaghi. Ma chi spera di strappargli notizie sulla formazione da opporre alla Juventus, se tanto mi dà tanto, rimarrà deluso.

Resiste pertanto fieramente la curiosità di capire come il nuovo tecnico nerazzurro ha intenzione di gestire il post-sosta: scelta conservativa, puntando anche su chi ha accumulato minuti nelle gambe in giro per l'Europa oppure fiducia nel gruppo rimasto ad Appiano Gentile a lavorare o in parte di esso? Poi: prevarrà nella scleta la valutazione dell'avversario oppure il successivo impegno quattro giorni dopo ad Amsterdam? Con Inzaghi ci siamo abituati a determinate filosofie nella gestione delle risorse, Chivu invece è ancora tutto da scoprire e, a naso, pur continuando a puntare sulle prime linee abituali prenderà in considerazione anche lo stato di forma di chi ha potuto osservare giorno dopo giorno e continuare a plasmare.

Tradotto: non ci sarebbe da sorprendersi de Mkhitaryan, reduce dal Premio Gentleman Fair Play (chi più di lui?) partisse titolare al posto di Sucic, oppure se Carlos Augusto (anche lui sul palco della Caserma Teulié) fosse davanti a Dimarco, spremuto da Gattuso in Nazionale, nelle gerarchie anti-Juventus. E chissà, il tanto atteso Akanji, ad Appiano per la prima volta solo due giorni fa, potrebbe dover lasciare il posto a Bisseck, stavolta rimasto fuori dalla lista di Nagelsmann. Difficile, ma non impossibile, che Diouf possa insidiare Calhanoglu o Barella, alla luce del dispendio di energie di questi ultimi. Ma qui si entra nella sfera prettamente tattica viste le differenze di caratteristiche in gioco.

Probabilmente la trasferta di Torino arriva nel momento meno adatto, con un cantiere ancora aperto e la maggior parte degli operai assenti nei giorni scorsi. Il progetto del capo cantiere originario di Reșița è ben chiaro nella sua testa, ma va ancora spiegato a chi deve realizzarlo con attrezzi e metodi diversi rispetto alle vecchie abitudini. Servirà ancora pazienza, ma soprattutto fiducia anche di fronte ad altri risultati negativi perché siamo solo all'inizio e c'è tempo per rispettare le consegne.

In tal senso, un modesto appello ai tifosi: non fate come gli umarell, che dall'esterno commentano e criticano ogni singolo dettaglio convinti che farebbero meglio di chi lo fa per professione. Anche perché per capire un progetto bisogna aspettare che prenda forma. 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 12 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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