Ci sono tanti modi per perdere un derby. L’Inter ha scelto il peggiore: senza meritare di perderlo. E, di conseguenza, ha quindi meritato di perderlo.
Mi spiego meglio. Stasera abbiamo assistito al minimo del potenziale nerazzurro: una squadra scialba e sciatta, che si è limitata a far giro palla all’altezza della linea mediana, o giù di lì. Nessuna invenzione, nessun cross degno di tal nome, zero forza per scardinare la retroguardia del Milan. Una difesa ben assestata, per carità, ma non venite a dirmi che quelli rossoneri sono i più forti marcatori del pianeta. Vero, il derby è stato deciso da un fallo ingenuo di Materazzi, che è costato il rigore, però poi il Milan, in attacco, ha fatto davvero pochino. Squadra sparagnina, quella di Allegri, che ha vissuto su quel penalty per tutti i 94 minuti (un po’ pochi i 4 di recupero, eh Tagliavento?).
Eppure, nonostante un avversario tutt’altro che irresistibile, l’Inter ha continuato a farsi del male con le proprie mani. Tanti, troppi i giocatori sotto il loro standard medio. Milito è un fantasma: dell’attaccante che, non solo segnava a raffica, ma distruggeva le difese avversarie con continui movimenti, che non perdeva un pallone che fosse uno, che primeggiava su tutti i contrasti aerei non c’è più traccia. Sneijder prova, tenta, tira, ma sbaglia. Sbaglia troppo. Pandev… dov’è Pandev? Facile, troppo facile dare la colpa ai Coutinho, ai Biabiany: si sa, i giovani diventano la ciliegina sulla torta solo quando la torta c’è. Questi i presenti-assenti. Per tutti gli assenti-e-basta non basterebbero dieci editoriali.
I soliti commenti semplicistici, intanto, continuano a parlarci di un Materazzi inadatto, addirittura debuttante, anche se poi la scelta di Benitez di piazzare il numero 23 sulle tracce di Ibra non si è rivelata fallace. Zlatan ha preso al massimo tre palloni, di cui due nei primi 30 minuti. E’ evidente che all’Inter di quest’anno manchino gli appoggi offensivi e le energie dei singoli. Non mi consola il fatto di dire che il Milan avrebbe dovuto terminare il match in 8 uomini (Gattuso andava ammonito almeno tre volte, eh Tagliavento? Ibrahimovic non può dare lezioni di Taekwondo su un campo di calcio, eh Tagliavento?). Non mi consola per il semplice fatto che dalla mia Inter mi aspetto molto, ma molto di più. Sarebbe davvero deludente credere che questo sia il massimo che la squadra possa dare in questa stagione. No, non voglio pensarci nemmeno. Anzi, voglio pensare che, in fondo, il massimo del Milan ha battuto il minimo dell’Inter solo su calcio di rigore, regalato da uno dei nostri, e che se l’arbitro avesse usato lo stesso metro di giudizio per cui lo scorso anno fu incensato (Inter-Sampdoria 0-0, nerazzurri in nove dopo mezzora: ricordi, eh Tagliavento?), poi la partita sarebbe finita diversamente.
Si dice che l’Inter abbia la pancia piena. A tratti, invece, questo derby mi ha ricordato quello perso al suo personale debutto da Josè Mourinho: 1-0, gol di Ronaldinho di testa. Equilibrio sostanziale, ma Inter in difficoltà nel concludere verso la porta, con Quaresma e Mancini ampiamente inadatti. Ecco, di quei due giocatori non se ne sente affatto la mancanza, e in pochi si ricordano di quel brutto derby, che in panchina vedeva quello che poi sarebbe divenuto il condottiero per eccellenza del popolo nerazzurro. La speranza è che Rafa Benitez tragga insegnamenti importanti dall’amara notte del Meazza, e che dei giocatori-fantasma visti in campo stasera non si ricorderà più nessuno.
 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 novembre 2010 alle 00:15
Autore: Alessandro Cavasinni
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