"See you soon". E' finita la prima settimana milanese di Erick Thohir, 7 giorni che gli hanno sicuramente cambiato la vita, in cui si è ritrovato abbastanza inaspettatamente come ventesimo presidente dell'Inter e in cui ha girato come una scheggia impazzita per cercare di fare più cose possibili prima della sua partenza. I presupposti della nuova Inter indonesiana sono buoni, visto come si è presentato ET, come è entrato in punta di piedi, saltando, nell'universo nerazzurro insieme ai suoi nuovi supporter e dimostrando una disponibilità quasi straordinaria con chiunque, dall'ultimo dei tifosi, che gli ha chiesto un autografo o una foto, ai giornalisti, che non lo hanno lasciato respirare un secondo.

Le sue idee sono chiarissime, come la deadline, il 2016. Due anni e mezzo di lavoro durissimo per conquistare la finale di Champions a Milano, rivedere l'Inter protagonista e costruire anche il nuovo stadio a Rho, nell'area Expo, come ha confidato a margine dell'incontro con il Presidente della Regione Maroni. Ha tutto in testa Erick Thohir e i suoi sono progetti di altissimo profilo, molto ambiziosi, da realizzare in brevissimo tempo, per questo non si può sbagliare niente e ogni ingranaggio deve essere messo al posto giusto e funzionare perfettamente.

Qui iniziano i dubbi e le difficoltà perché con un presidente a distanza diventa difficile soprattutto questa prima fase in cui si dovrà per forza di cose riorganizzare tutto, con grandissima attenzione a ogni minimo dettaglio, per ripartire velocemente verso il traguardo del 2016. Dubbi e difficoltà perché bisogna fare tantissimo e, soprattutto, incassata la volontà di disimpegno della famiglia Moratti, sembra più che mai indispensabile l'arrivo di un uomo forte. Poteva esserlo Massimo Moratti, ma mi sembra che il vecchio presidente di tante battaglie abbia fatto capire di non aver più voglia, di aver bisogno di una "bella vacanza" come ha detto, senza più obblighi, così come il figlio Angelomario che invece ha sempre rifiutato le luci della ribalta.

In più il nuovo uomo forte dovrà fare tutto quello che Moratti non ha mai fatto, per gentilezza e/o riconoscenza verso tanti collaboratori e/o amici, rivoltare e rivoluzionare, sfrondare e riorganizzare per ripartire. Serve un Galliani interista che viva 24 ore su 24 a Milano, che vada a dormire con la squadra e si svegli in società, sempre presente, da Appiano a corso Vittorio Emanuele. Gli uomini di Thohir saranno sicuramente validissimi, da Shreve a Williamson, ma serve un esperto di calcio, italiano e internazionale, di grande esperienza, che possa aiutare l'Inter in questa difficile fase di transizione. Si sono fatti tanti nomi, Leonardo al momento sembra quello con il profilo più adatto, serve un uomo che non sia solo un direttore sportivo ma che possa parlare e rappresentare ET in tutte le occasioni che il presidente n. 20, il primo a distanza, non potrà esserci. "See you soon". Il tempo scorre veloce, il 2016 non è così lontano.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 novembre 2013 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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