Walter Mazzarri non sgarra e a fine partita non commenta le decisioni arbitrali. Comprendo che possa apparire stucchevole, ma nostro malgrado ci troviamo nuovamente a dover disquisire su errori macroscopici degli ufficiali di gara. Davvero sfortunati quando vedono il nerazzurro di Milano: una sequela di abbagli che mette a dura prova anche quella quasi infinita dell'anno scorso. E' ora che qualcuno dia delle risposte sulla mancanza di tranquillità che questi si trovano ad avere quando dirigono l'Inter.
Il Chievo fa la sua partita e certamente non bisogna chiedere conto agli uomini di Corini del motivo per cui un incontro chiaramente condotto da una squadra sola sia finito in parità. L'Inter non giocherà un calcio stellare – e su queste pagine ne analizziamo i motivi quotidianamente, tra difetti congeniti, fisiologici e assenze pesanti –, però va chiarito come nel calcio non vince chi fa più punti, ma chi fa più gol. E almeno uno in più del Chievo, quest'Inter, lo avrebbe fatto. Quando Nagatomo insacca il 2-1 immediatamente dopo aver realizzato il pari, l'assistente alza la bandierina, commettendo un errore marchiano come inchioda ogni replay. Sarebbe stato il vantaggio stappa-partita che spesso, in queste condizioni, ti conferisce serenità e brillantezza, anche perché l'Inter – subito lo schiaffo da Paloschi – era rientrata prepotentemente e prontamente nel match, con spirito, cattiveria e anche ottime trame offensive.
Tutto vano. Pian piano, Corini apporta gli accorgimenti tattici, il ritmo cala, si sente l'assenza di una punta pesante perché – fatalmente – con l'andare del tempo le gambe non girano più come in avvio e si chiude in parità. Non prima, però, di assistere all'ennesimo scempio arbitrale. Cross in area e vanno a terra in due. Su Palacio il contatto appare normale, ma Botta – che aggancia nel cuore dell'area ed è pronto a girarsi per calciare – arriva secco il calcione di Cesar. Nessuno vede. Tutto tace. Triplice fischio e monta la rabbia.
Una rabbia soffusa, visto che nel post-gara il tecnico di San Vincenzo tiene fede alla promessa. Però qui la questione comincia davvero a diventare imbarazzante. Un dato fa arrossire la classe arbitrale: tolti i due inutili penalty fischiati a campionato ormai finito con Napoli e Lazio nelle ultimissime giornate della passata stagione, l'Inter non beneficia di un rigore da quel lontano 3 novembre 2012. Ovvero da Juve-Inter 1-3, quando Orsato segnalò a Tagliavento la trattenuta di Marchisio ai danni di Milito, che poi trasformò l'1-1 momentaneo. Da quel 3 novembre a oggi sono passati oltre 14 mesi e, a parte quei due inutili già citati, di rigori manco l'ombra. Nonostante ci siano state tantissime circostanze in cui si sarebbe dovuto (e non solo potuto) fischiare la massima punizione in favore dei nerazzurri. Soltanto in questo campionato, il conto sale a 7 rigori lampanti non dati.
Mazzarri deve stare attento a non far diventare questo dato un alibi pericoloso, perché potrebbe compromettere la crescita del gruppo. Però non scordiamo che in Serie A la grande maggioranza delle gare è decisa da episodi, come dimostra il fatto che questo stesso Chievo fu sconfitto appena 1-0 dalla Roma lanciatissima di Garcia (gol di Borriello a metà ripresa e decima vittoria consecutiva).
E allora va bene il mercato che ristagna, va bene la difficoltà nel piazzare cessioni pesanti, va bene criticare la squadra e il tecnico per risultati deludenti dopo un avvio pimpante. Però, cari fischietti, adesso basta!
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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