"Cosa mi manca di più del derby? La passeggiata in divisa sul campo di San Siro". Nel giorno del Derby di Milano, Marco Materazzi parla ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ricordando le vecchie sfide contro il Milan e le sue 'usanze' durante il match nei tempi in cui indossava la maglia dell'Inter: "Io che osservo ogni angolo dello stadio con le mani in tasca, poi vado sotto la curva del Milan e mi metto a braccia conserte mentre i tifosi avversari me ne dicono di tutti i colori. Sì, dei derby mi mancano anche loro", ammette Matrix.

E oggi chi ha preso il suo posto lì sotto, a guardare negli occhi la curva rossonera? 
"Barella, Bastoni, Dimarco. Interisti a prescindere, come me. Sono questi i giocatori fondamentali in un derby, trasmettono agli altri che cosa significa giocare una partita così. I compagni li guardano e capiscono che aria tira".

E che aria tira all’Inter? 
"L’aria della capolista, che sa di essere più forte del Milan. E non è poco, anzi: il Milan sta bene, ha grandi individualità, un grande centrocampo e un allenatore che sa dove mettere le mani. Allegri magari non offre spettacolo, ma sa sempre quello che fa".

Inter favorita, quindi? 
"In partite così il campo può sempre dire altro. Prendete l’anno scorso: non ne abbiamo vinto uno. E il 2-3 di Supercoppa è la foto dell’ultima stagione: abbiamo perso trofei che erano già in tasca, penso anche allo scudetto ovviamente".

Chivu è al suo primo Inter-Milan da allenatore. Il vostro primo derby giocato insieme invece? 
"Dicembre 2007, sotto Natale. Loro sono appena tornati dal Mondiale per club in Giappone, da campioni. Prima dell’inizio li omaggiamo col pasillo de honor . E li facciamo passare pure in vantaggio. Alla fine vinciamo noi, 2-1. Vede? Un thriller a regola d’arte".

Ieri Chivu era sereno. E da calciatore? 
"Uguale: un esempio di equilibrio. Quello nervoso ero io, dalla settimana prima iniziavo a non capire più nulla, diventavo intrattabile. In campo però la tensione diventava lucidità: un derby lo vinci curando tutti i dettagli, guai ad abbassare la guardia"-

Capello ha definito Akanji “il Modric dell’Inter”. D’accordo? 
"Assolutamente. Non pensavo fosse così forte. L’ho visto dal vivo contro la Lazio e mi sono reso conto che l’Inter ha fatto centro. Mentalità vincente, personalità, esperienza: ha tutto".

Al centro è testa a testa Acerbi-Bisseck. 
"Acerbi ha sulle spalle tanti derby, ci sta. Anche se il Milan senza “9” veri può creargli problemi. Su Bisseck ho sempre pensato che fosse più un centrale, per caratteristiche fisiche e tecniche: serviva coraggio da parte dell’allenatore e Chivu lo ha avuto. Adesso il centrale del futuro l’Inter ce l’ha in casa".

Stasera si va sul classico: riecco la ThuLa. 
"Non me ne vogliano Pio e Bonny che stanno facendo benissimo, ma lunga vita a Lautaro e Thuram, due garanzie. Marcus, poi, migliora la squadra: con lui la profondità aumenta a livello esponenziale".

Sezione: Copertina / Data: Dom 23 novembre 2025 alle 08:57
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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