E ora che si fa? Cambiamo ancora allenatore? Premetto: mi esprimo a mente calda, quindi potrei non essere totalmente lucido ma a volte ci vuole per dare meglio il senso del proprio pensiero. E credo che molti altri tifosi la pensano come me in questo momento. All’Inter scesa in campo a Catania vanno concesse molte attenuanti, troppe le assenze per essere ottimisti. In effetti, a un certo punto, sembrava più una squadra da amichevole infrasettimanale che da gara ufficiale da vincere a tutti i costi. Ma quello che mi fa imbestialire è l’atteggiamento della ripresa.

Dopo il primo tempo ero molto contento, non certo per la prestazione ma per il risultato e la concretezza, mista a personalità, sciorinata dai nerazzurri. Mi chiedo dunque cosa sia accaduto nell’intervallo: rimediare due gol nei primi 4 minuti del secondo tempo è da polli. Denota un’assoluta mancanza di concentrazione, al di là della prodezza di Almiron e della svista di Orsato. In entrambi i casi la difesa era piazzata malissimo, quasi fosse costretta a lasciare spazi per rimontare il punteggio. Inspiegabile. Mi chiedo dove fosse Lucio in entrambi i casi, anzi, rivedendo le immagini si vede benissimo il suo sbilanciamento sulla trequarti nerazzurra, non certo la zona di competenza di un difensore. Lucio lo conosciamo bene, sappiamo quanto ami sganciarsi, ma quando i gol subiti rappresentano un problema forse un po’ di contenimento sarebbe consigliato. Occhio, però.

A parte qualche raro caso (i soliti Cambiasso, Samuel e Zanetti, in parte Maicon), nessuno meriterebbe la sufficienza per la prestazione di Catania, proprio quella della svolta di carattere che tutti ci saremmo attesi. A questo aggiungo, sempre a caldo, che in questa Inter c’è, a mio modo di vedere, troppa gente che ancora non ha capito il valore della maglia che indossa. È quando serve il carattere che qualcuno si nasconde, al di là delle proprie capacità. Senza il carattere, l’orgoglio, la concentrazione, non si va da nessuna parte. E si collezionano sconfitte. Guardiamo la classifica e vergogniamoci, se la situazione è questa non può essere solo colpa di Gasperini, degli infortuni e degli arbitri. Mancano dei giocatori? Abbiamo una rosa di valore, almeno sulla carta. Perché allora quando qualcuno dei big si fa male siamo a un passo dallo strapparci i capelli? Forse per il semplice fatto che chi subentra non ha la mentalità del campione, pecca di carattere e non dà l’idea di poter essere utile alla causa.

Nessuna bocciatura, sia ben chiaro. Il tempo dirà se i calciatori a cui mi riferisco (non c’è bisogno di fare nomi, le prestazioni li tradiscono) hanno o meno la stoffa del giocatore dell’Inter. Diamine, anche ai tempi di Mourinho ci fischiavano contro ma vincevamo lo stesso. Oggi non più, ogni episodio che gira storto rappresenta una condanna, ci fa sprofondare senza la ben che minima reazione. Orsato ha commesso un errore, ok, ma c’era tutto un secondo tempo per raddrizzare la partita. Invece, dell’Inter in zona d’attacco non s’è visto nulla. Come mai? Eppure le forze fresche sono entrate, l’avversario non era uno scoglio insormontabile e la classe non mancava. È ora di farsi delle domande, di pretendere dai calciatori (compreso chi già lo fa) il massimo impegno, senza mollare la presa quando la partita non va come ci si aspettava. È nel momento più difficile che i campioni dimostrano di essere tali, è quando la situazione è complicata che emerge la stoffa.

Non mi riferisco a chi ha ampiamente dimostrato di essere da Inter e continua, con il massimo dell’abnegazione, a issare il vessillo nerazzurro. Ma a chi dovrebbe prenderne esempio e invece si scioglie come un gelato sotto il sole del Sahara. Di gente così non abbiamo bisogno. Forza allora, tiriamo fuori gli attributi, prima che sia troppo tardi. Non è obbligatorio cambiare allenatore per avere una scossa, e Ranieri si merita un gruppo di leoni, non di agnellini.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Dom 16 ottobre 2011 alle 00:30
Autore: Fabio Costantino
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