Nella prima in Champions dell’era Conte, e della stagione 2019-2020, l’Inter ospita lo Slavia Praga. Nel 3-5-2 nerazzurro, rispetto alla gara contro l’Udinese, Godin lascia il posto a D’Ambrosio, Barella a Gagliardini e Politano a Lautaro Martinez, con l’attaccante argentino al fianco di Lukaku. 4-3-2-1 sponda ospite: Soucek a protezione della difesa (composta da Hovorka-Kudela al centro e Coufal-Boril sugli esterni), Stanciu e Olayinka alle spalle di Masopust.

PRIMO TEMPO - L’intensità e l’aggressività della squadra ospite, contrapposte a una manovra nerazzurra lenta e poco corale, danno vita a una prima frazione ricca di duelli fisici. Che premiano maggiormente gli uomini in maglia biancorossa. L’Inter subisce la pressione ceca e, non trovando vie d’uscita, arriva a commettere qualche errore tecnico di troppo. Il baricentro è basso, i ‘quinti’ troppo schiacciati, e le verticalizzazioni per Lukaku e Lautaro rappresentano spesso l’unica soluzione al quale poter ricorrere. Con i due attaccanti in maglia nerazzurra in difficoltà nel vincere scontri aerei (e non) e mantenere il possesso del pallone. Maggiore mobilità, pochi punti di riferimento, con Stanciu tra le linee a legare centrocampo e attacco, non portano tuttavia, sponda Slavia, a grandi azioni manovrate e a numerosi pericoli dalle parti di Handanovic, grazie a un terzetto difensivo, guidato da De Vrij, sempre molto attento e organizzato. Entrambe le compagini si rendono maggiormente efficaci nel pressing sulla costruzione dal basso avversaria. Gli ospiti, su rimessa del portiere, impostano con la difesa a 3, con l’abbassamento di Soucek. Sul capitano ceco esce Sensi, mentre Lukaku e Lautaro si allargano sui difensori centrali. Candreva-Asamoah ‘incollati’ ai terzini e Brozovic-Gagliardini alle mezzali collaborano alla conquista del possesso in zona offensiva. Anche per qualche errore tecnico, o pallone ‘buttato’ da parte della squadra biancorossa. Nell’area opposta, sulla costruzione dal basso nerazzurra, Stanciu chiude le linee di passaggio per Brozovic, mentre Olayinka e Masopust si dividono De Vrij e il centrale in possesso del pallone. La mancanza di movimenti senza palla, i mediani avversari pronti ad aggredire i centrocampisti una volta ricevuto il pallone, privano la squadra di Conte dello sviluppo di azioni fluide, guardando la porta avversaria e non sempre stando di spalle alla stessa. Sensi, con giocate di prima, finte ad eludere l’aggressione dei giocatori dello Slavia e qualche cambio di gioco rompe - a tratti - il prosieguo piatto di un primo tempo terminato 0-0.

SECONDO TEMPO - Appena il tempo di assistere all’occasione capitata sui piedi di Lautaro, che sembra preludere a una seconda frazione a forte impronta nerazzurra, Conte è costretto a fare a meno per infortunio di Candreva, con l’esordio ufficiale nell'Inter di Lazaro. Lo Slavia Praga, rientrato dagli spogliatoi con un più evidente 4-2-3-1 (Husbauer a destra, sulla linea di Stanciu e Olayinca, alle spalle di Masopust), torna però presto a infastidire con successo l’evolversi del compassato gioco dei padroni di casa. Con più imprevedibilità tra le linee, una volta riconquistata palla, per far male alla retroguardia in maglia nera. In posizione più centrale, comunque libero di svariare e scambiarsi di posizione con i compagni, Stanciu crea superiorità numerica, andando a premiare i movimenti senza palla e gli inserimenti tra le linee dei compagni. L’ingresso di Zeleny per l’acciaccato Traore ridisegna nuovamente la formazione guidata da Trpisovsky: il numero 12 si posiziona alto a sinistra, con Olayinka a destra e Husbauer in mediana al fianco di Soucek. La densità ospite nei pressi dell’area di rigore dell’Inter viene premiata qualche minuto dopo, con la discesa di Stanciu a trovare la conclusione del neo entrato e il tap-in vincente di Olayinka sulla respinta di Handanovic. Al netto di rarissime iniziative personali, tra cui Lazaro e Asamoah sugli esterni e Sensi per vie centrali, la reazione dei padroni di casa fatica a trasformarsi in occasioni da gol. I ‘quinti’ ricorrono spesso al passaggio per i difensori centrali, mentre Brozovic non trova soluzioni per alzare il ritmo della propria prestazione e di quella dell’intera squadra. Conte, togliendo il croato, sposta Sensi vertice basso, e inserisce Barella sul centro-sinistra. Dentro anche Politano per Lautaro Martinez. I nuovi entrati e il cambio in cabina di regia aumentano la velocità nella circolazione del pallone, e garantiscono più verticalità palla al piede. La densità ceca, in qualsiasi zona del campo, e la marcatura stretta su Lukaku, limitano comunque grossi pericoli negli ultimi 16 metri. Nello Slavia dentro Yusuf per Masopust e Provod per Olayinka, prima degli 8’ di recupero. Che, nei primi istanti, regalano la serpentina di Politano, la conseguente punizione di Sensi ribattuta dalla traversa e finita sui piedi di Barella per la conclusione vincente valida l'1-1. E, negli istanti finali, il trasporto e la speranza per andare a ribaltare un match complicato. Che porta alla Beneamata un punto alla fine molto importante, al termine di una prestazione per lunghi tratti deludente. In un buon cammino che è solo all’inizio, e che nel prossimo impegno vedrà il derby. Con l’obiettivo di non abbattersi, di crescere e migliorarsi. Di vincere. 

VIDEO - BARELLA-GOL E ASSALTO FINALE, I MINUTI FINALI DI INTER-SLAVIA VISTI DA TRAMONTANA

Sezione: Angolo tattico / Data: Mer 18 settembre 2019 alle 13:06
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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