Una partita storta, una sconfitta quasi preannunciata dalla sfilza di infortuni che hanno colpito l'Inter in queste ultime settimane. I nerazzurri di Stramaccioni, alla ricerca dell'undicesima vittoria consecutiva e dell'undicesimo successo di fila in trasferta, vanno a sbattere di fronte al muro di un'Atalanta assatanata, che ha corso per 90 minuti concedendo davvero poco alle sterili iniziative di Milito &co. Colantuono innalza il muro, piegato solamente dal siluro di Guarin su punizione e dall'acuto di Palacio nell'assalto finale. La squadra bergamasca non ha paura di soffiare via punti importanti alle grandi, e lo dimostra anche oggi con una prestazione super da parte dei suoi uomini d'attacco. L'Inter va al tappeto, grande merito agli avversari.

Fuori Ranocchia e Samuel, le scelte di Stramaccioni sono quasi forzate. Il tecnico si affida alla difesa a quattro con Silvestre e Juan centrali. Cambiasso, invece, va in mediana con Gargano e Guarin. Davanti il solito tridente. Risponde l'Atalanta con il suo scolastico quanto illeggibile 4-4-1-1. La macchina di Colantuono è creata difatti per non dare punti di riferimento alla sfidante. Moralez sbuca da ogni dove, destra o sinistra, per tutto il corso della partita, mentre sulle fasce si perfeziona con il trascorrere dei minuti l'intesa fra terzini e ali. E proprio da un'iniziativa in corsia scaturisce l'1-0 di Bonaventura, altro uomo jolly della formazione orobica, che entra in area e di testa, su cross di Peluso, insacca indisturbato la porta di Handanovic. 

L'Inter prova sempre a fare la partita. Consigli si supera sui tentativi (uno da calcio d'angolo) di trovare il pareggio. Mancano però vere e proprie idee. Ruolo cruciale quello svolto da Cigarini e Carmona, che mordono senza sosta il possesso dei portatori di palla nerazzurri. Risultato: gli attaccanti, Milito, Cassano e Palacio, sono spesso costretti ad abbassarsi per delle sponde infruttuose, visto che l'azione si inceppa e non trova mai lo spunto decisivo. La manovra rimane impantanata sulla trequarti, dove l'Atalanta erige lo schermo invalicabile con ben otto giocatori. Anche sulle fasce, bisogna così fare i conti con i raddoppi di Bonaventura e Schelotto. Tutto bloccato, inutili i tentativi di bucare la difesa con gli inserimenti di Cambiasso e Guarin. Il giropalla non produce risultati.

A sbloccarsi però, nella ripresa, è il calciatore colombiano, che trova il secondo gol dopo quello di giovedì contro il Partizan. Stavolta un siluro su punizione, forse l'unico modo per fare male a Consigli e trovare il pareggio. Poco dopo, stessi errori della difesa nerazzurra. Sguscia ancora Moralez, dalla destra, e serve Denis per il 2-1 a due passi da Handanovic. Le assenze di Samuel e Ranocchia pesano tantissimo. Il terzo gol, viziato dall'errore dell'arbitro, taglia definitivamente le gambe all'Inter. Stramaccioni cerca l'asso nel mazzo, inserendo prima Alvarez e Pereira, poco dopo Livaja. Sembra 4-2-4, si trasforma in un vero e proprio arrembaggio. Nell'assalto finale la palla arriva a Palacio che timbra il cartellino come sa fare lui. Poi sale anche Handanovic, immagine di un'Inter che vorrebbe provarle tutte, ma che stasera è costretta ad inchinarsi di fronte ad una signora squadra.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Lun 12 novembre 2012 alle 01:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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