I precedenti dell’Inter a Trieste (questa volta contro il Cagliari come squadra ospite) infilano le radici in uno dei più brutti periodi della storia nerazzurra: la gestione Lippi. Il rigore parato da S. Andersson a Recoba, a pochi minuti dalla fine di Inter vs Helsingborg 0-0 (23 agosto 2000), dopo la sconfitta di misura in Svezia, nega all’Inter la vittoria e i possibili supplementari. A ferie degli italiani non ancora concluse, davanti a quasi 50.000 spettatori, scivola via la qualificazione alla Champions League 2000/01.  A settembre tutti in classe: esame di riparazione sulla materia Coppa Uefa. In panchina siede Marco Tardelli (un’idea che non porterà grandi risultati…) e l’avventura continentale si spingerà fino agli ottavi. L’Inter incrocia il Deportivo Alavés, squadra basca dal nullo palmares. Il 3-3 dell’andata (doppietta del Chino e di Vieri) mette l’Inter in posizione comoda. Il 22 febbraio i ritmi bassi della partita e la troppa sicurezza permettono agli spagnoli di crederci: al 75’ è Jordi Cruijff, figlio del grande Johan, a segnare. C’è ancora tempo per il pari qualificazione ma passano pochi minuti e Tomic in contropiede fulmina Frey. Il pubblico nerazzurro contesta pesantemente la squadra. L’arbitro inglese Barber sospende il match e aspetta dieci minuti. Il volo di qualche seggiolino in campo lo convince che non è il caso di continuare, partita sospesa. Alavés ai quarti di finale e San Siro squalificato per due turni.  Il quinto posto in campionato porta la qualificazione Uefa.
Il 20 settembre 2001 si ricomincia in Europa sotto la guida di Hector Cuper.  A Trieste il Brasov è regolato all’ andata 3-0 (Dalmat, Kallon, Di Biagio, 7.000 spettatori); 0-3 al ritorno in Romania. Nel secondo turno, 18 ottobre, il “Nereo Rocco” vede il 2-0 contro il Wisla Cracovia (doppietta di Kallon. 5.000 spettatori); sconfitta ininfluente 1-0 in Polonia. L’Inter proseguirà il cammino fino alle semifinali contro il Feyenoord, ma questa è un’altra storia.

Sezione: Vintage / Data: Mer 04 aprile 2012 alle 15:14
Autore: Marco Pedrazzini
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