Il bicchiere perde acqua ma è ancora mezzo pieno. Arrivare sesti, agguantare i preliminari di Europa League perdendo 14 volte (al lordo delle prossime sentenze sportive derivanti dal calcio scommesse) è un mezzo miracolo. L’Inter, passata dalla gestione Gasperini, a Ranieri, poi a Stramaccioni, eguaglia negativamente quella del 1993/94, ultima stagione piena della presidenza Pellegrini con il cambio di panchina tra Bagnoli e Marini. I nerazzurri nonostante l’arrivo dei “promessi” fuoriclasse Bergkamp e Jonk riescono a salvarsi solo all’ultima giornata arrivando tredicesimi. L’impresa avviene in Europa dove nella doppia finale Uefa contro l’Austria di Salisburgo, il doppio 1-0 firmato Berti e Jonk ci regala il trofeo. Il bis negativo è riproposto nel 1998/99 dove in panchina si suona il valzer, a ogni giro cambia il mister: Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson. Ronaldo, reduce dal misterioso svenimento del Mondiale transalpino 1998, non è più lo stesso. A dicembre l’italiano è sostituito dal romeno ma la sostanza non cambia. L’Inter arranca. Dopo l’eliminazione in Champions con il Manchester United e in Coppa Italia con il Parma, è il 4-0 del 21 marzo ’99 raccolto a Genova (sponda Samp) la goccia che fa traboccare il vaso. Moratti chiama come traghettatore Castellini, in attesa del ct della nazionale svizzera che ama i sigari, il golf e i libri: Roy Hodgson. La squadra chiuderà ottava con la doppia coda dello spareggio per andare in Uefa ma il  Bologna di Mazzone batte due volte 2-1 (in quattro giorni) l’Inter di Hodgson e l’annata senza coppe è servita.
Per la serie periodi più neri che azzurri, nei 104 anni di storia ci sono da registrare anche le 14 sconfitte del 1921/22. L’annata è particolare perché le squadre più titolate tra cui i nerazzurri creano un torneo a parte (Cci) e i quadri tecnici della società non prevedono la figura dell’allenatore (a cui dare la colpa…) L’Inter arriva ultima e si salverà -benedetti spareggi!- in piena estate. Il 9 luglio la Libertas Firenze è battuta 3-0; l’1-1 del 16 a Firenze ci mantiene nel campionato nobile.

Nel 1946/47 gli archivi ci ricordano le 15 sconfitte stagionali con la decima posizione finale. In panchina Carlo Carcano è sostituito, a febbraio dopo una sconfitta a Bologna, dalla coppia Nino Nutrizio (giornalista con preparazione tecnico-tattica) e Giuseppe Meazza, indimenticabile ex campionissimo degli anni 30 che torna alla casa natale e assume il ruolo di allenatore in campo. Il Balilla segnerà due gol (al Bari e alla Triestina) decisivi per una salvezza senza grossi patemi. Il record assoluto di 19 insuccessi arriva nella stagione successiva. Il campionato 1947/48 vede alla partenza ben 21 squadre ed è dominato dal Grande Torino che segna 125 gol! L’Inter guidata da Meazza si illude con Quaresima, attaccante vicentino. Il neo acquisto segna ben 15 gol nelle prime 15 giornate ma poi si ferma. Il 2-0 rimediato a Torino il 14 marzo ’48 chiude l’avventura di Meazza e vede il ritorno di Carcano. Cambia poco. I nerazzurri chiudono in un’ anonima dodicesima posizione. Agli annali la grande stagione d’esordio di Benito Lorenzi (foto) che ventiduenne segna ben 14 gol in 29 presenze. Allenatori che vanno, a volte tornano o restano, giocatori che non se ne vanno (alcuni), dirigenti che sbagliano; stagioni più nere che azzurre con sconfitte incassate a ripetizione come monito per non sbagliare.
E ripartire.

Sezione: Vintage / Data: Mar 15 maggio 2012 alle 12:04
Autore: Marco Pedrazzini
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