"Io tifo per l'Internazionale di Milano", questa la dichiarazione del Subcomandante Marcos, tratta dal suo Comunicato intitolato “Spegnere il fuoco con la Benzina”. dell'11 Gennaio e apparso sul sito dell’Inter l'altra sera. Ma come è nata questa strana storia che unisce Milano al Messico da un decennio? Tutto parte da un passamontagna nero e una pipa. L’immagine che il mondo ha del Subcomandante Marcos. Nessun volto. “Ci nascondiamo il viso per sentirci più forti” dicono i militanti che lo seguono.Anche se il governo messicano ritiene di averlo identificato nella persona di Rafael Sebastiàn Guillén Vicente (nato nel 1957) ex ricercatore di un' università di Città del Messico, che nei primi anni 90 scelse di dedicarsi alla causa degli indigeni del Chiapas. Il «Sub» non è un terrorista, il suo movimento, l' Fzln, il Fronte zapatista di liberazione nazionale, ha fatto una scelta di non violenza ma lontano dalle istituzioni messicane. Nel 2004 forze paramilitari attaccarono un villaggio del distretto di Oventic: case distrutte, campi incendiati, bestiame eliminato. Partì una richiesta di aiuti alla comunità internazionale. L’Inter, sempre campione nel campo della solidarietà, rispose presente versando dei contributi. Poche settimane dopo la giunta del Buon Governo dell'Alto Chiapas inviava un fax alla sede nerazzurra, una lettera di ringraziamento per gli aiuti ottenuti con incorporato un messaggio d' auguri: «Fratelli e sorelle della squadra di calcio del F.C. Internazionale Milano, (...) sappiamo che state per cominciare la vostra stagione delle partite di calcio in Italia. Desideriamo che abbiate il miglior successo perché lo sport è molto importante per la salute fisica e mentale dell' essere umano». Poi la riga del Subcomandante in persona che chiudeva lo scritto con la sua firma in calce: “Un ringraziamento ai calciatori italiani della squadra che si chiama Internazionale Milano”.

L’amicizia, nata a tutta solidarietà, a zero  politica, iniziava. Poi sarà la volta di tute con marchio Pirelli, maglie e palloni inviati in Chiapas. Ad allargare un progetto benefico made in Inter che abbraccia tante realtà, da Emergency di Gino Strada al Progetto Sudafrica contro l’Aids, dal Bindun agli Inter Campus riconosciuti in sede Onu lo scorso novembre. Il filo con il Chapas col tempo non sì è mai spezzato fino al comunicato di questi giorni scritto da Marcos “…E no, né Barcellona né Real Madrid, io tifo per i Jaguares de Chiapas, in Messico, e per l’Internazionale di Milano, in Italia (leggo che stanno prendendo dei goal, deve essere per colpa della maglietta che usano fuori casa). Ma noi zapatisti siamo fedeli, siamo come i veri simpatizzanti dei Pumas che stanno con la squadra sia che vinca sia che perda”. Una vera lezione di passione e di tifo per l’Inter che è ormai – senza voler imitare e copiare nessuno – “molto più di un club”.

Sezione: Vintage / Data: Sab 19 gennaio 2013 alle 15:00
Autore: Marco Pedrazzini
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