In attesa della partita di questa sera, iniziamo col dare i voti ai meravigliosi protagonisti di questo eccezionale campionato culminato con la conquista del 17esimo scudetto. I voti saranno dati reparto per reparto:
PORTIERI:
JULIO CESAR 9 – La saracinesca, l’uomo che ha tolto più di una volta le castagne dal fuoco alla squadra, non a caso il portiere meno battuto di tutta la Serie A. Tante parate determinanti, alcune spettacolari, una che personalmente cito volentieri: quella su Di Vaio a Bologna, che ha salvato allo scadere un successo preziosissimo al “Dall’Ara”.
TOLDO 6,5 – Importante più di quanto non possano dire le cifre ottenute in questa stagione. L’estremo padovano ha mostrato sempre grande dedizione alla causa, rispondendo sempre presente ogni volta che Mou l’ha chiamato all'appello.
ORLANDONI S.V. – Sarà ancora al servizio dell’Inter per la prossima stagione, l’esperto portiere di Bolzano. E chi lo sa se Mourinho decida di concedergli la soddisfazione di scendere in campo in queste ultime due partite.
DIFENSORI:
MAICON 8,5 – Fino al momento dell’infortunio che lo ha tenuto fuori gioco, un treno ad altissima velocità ha percorso con punte supersoniche la fascia destra. Spesso la squadra ha trovato dalle sue micidiali incursioni la linfa vitale per uscire dalle situazioni più intricate. La perla, però, è la sua conclusione da fuori area, un misto di tecnica e potenza, che gli è valsa il gol contro il Torino all’ “Olimpico”.
CORDOBA 7,5 – Reggio Calabria per lui è stata la gara della svolta: prestazione da mvp condita col gol in pieno recupero che ha dato il successo ai nerazzurri. Da lì in poi, il colombiano si è messo alle spalle le difficoltà iniziali e si è riconquistato il posto da titolare pressoché fisso. Momenti di grande qualità, uniti talvolta, però, ad altri di incertezza.
SAMUEL 8,5 – La roccia della difesa, il pilastro su cui si reggono gli equilibri della retroguardia interista. Le sue condizioni fisiche dopo l’infortunio nel derby natalizio 2007 ha destato qualche preoccupazione, ma una volta ripresosi, il posto lì in campo non glielo ha tolto più nessuno.
MAXWELL 6,5 – Ci aveva abituati bene, nelle sue prime due stagioni in nerazzurro, e anche all’inizio di questa sembrava poter offrire gli stessi standard di qualità. Dopo la brutta pagina di Bergamo, però, non è stato più lo stesso. Soffre la concorrenza di Santon, mette in bilico la sua permanenza all’Inter, vive qualche lampo di bel gioco ma nel complesso il suo finale di campionato si rivela in salita.
CHIVU 7,5 – Quale può essere il suo cruccio di questa seconda annata? Probabilmente, il fatto che ancora non è riuscito a trovare la sua prima rete nerazzurra. Perché per il resto, la stagione del rumeno è stata sempre su ottimi livelli. Schierato in più di una posizione nel corso dell’anno, Chivu ha sempre dispensato gioco in grande quantità e qualità.
SANTON 7 – L’uomo dell’anno. Solare. Il 2009 dell’Inter, infatti, è iniziato all’insegna di questo ragazzo 18enne schierato da Mourinho nella partita di Coppa Italia con la Roma. Timidezza, timori reverenziali? L’esatto contrario. Santon si fa immediatamente notare per la sua enorme personalità, e partita dopo partita cresce in maniera esponenziale, partita dopo partita, facendo un figurone anche in Champions al cospetto di Cristiano Ronaldo. Dopo l’inizio col botto, ha vissuto un momento di calo, probabilmente più fisiologico che tecnico. Ma crescerà ancora, eccome.
BURDISSO 6 – Pur con i suoi alti e bassi, la firma dell’argentino c’è. Il gol del pareggio contro il Torino è la sua mattonella più preziosa.
RIVAS 6- – Tutto sommato, anche per lui c’è gloria. Anche se vive alcune serate davvero da incubo, come in Coppa Italia a Marassi con la Samp.
MATERAZZI 6 – Poco utilizzato in stagione, ma sempre utilissimo. Anche in panchina, in funzione di motivatore aggiunto dei compagni.
CENTROCAMPISTI:
CAMBIASSO 9 – Difensore centrale, poi centrocampista; e soprattutto, una stagione vissuta di corsa. Tanta, tantissima, a spezzare il gioco avversario e a rilanciare la manovra dei compagni. Qualità e determinazione a bizzeffe, si conferma ancora una volta il vero e proprio metronomo dell’Inter. E anche riducendo l’apporto di gol (in rete solo con Bologna e Reggina), la sostanza del suo contributo non cambia. Indispensabile, arduo trovare aggettivi più esemplificativi.
ZANETTI 9 – Capitano, mio capitano. Capitano che in barba all’età continui a correre e sudare senza fermarti mai, continui a portare il pallone con la bravura e la capacità che solo pochi eletti hanno, con gli avversari che hanno le stesse probabilità di strappartela via che di centrare un 6 al SuperEnalotto. Capitano che tieni alta la bandiera, che non salti una partita da tempo immemore; capitano di 700 e oltre battaglie in nerazzurro, col cuore grandissimo e col fisico d’acciaio; capitano che…ti vogliamo così!!!
MUNTARI 7 – Ottimo inizio, culminato con due gol nello spazio di sette giorni rifilati a Juve e Napoli; poi, un netto calo, e una nuova ripresa nelle ultime settimane. Senz’altro importante, soprattutto per chi crede alla scaramanzia, visto che senza di lui in campo l’Inter ha sempre perso. Certamente, dei tre nuovi arrivi, quello più azzeccato.
STANKOVIC 7 – Non doveva nemmeno esserci, e invece eccolo di nuovo, a festeggiare un nuovo trionfo in nerazzurro. Dalla possibile partenza ai gradi dell’inamovibilità, il serbo convince Mourinho ad accantonare il 4-3-3 e ad affidarsi alla sua genialità da usare senza risparmio a sostegno delle due punte, con licenza di trovare anche la gioia personale. Il suo frame della stagione, indubbiamente, è il gol del 2-0 nel derby di ritorno.
FIGO 6,5 – Mourinho lo impiega costantemente soprattutto nelle ultime settimane, contando in primo luogo sulla sua grandissima esperienza, indispensabile anche per tenere alta la concentrazione del gruppo. Il passo non sarà più quello di un tempo, ma la sua opera è comunque importante.
VIEIRA 6 – Sono gli infortuni a rendergli tormentata questa annata, iniziata in maniera anche apprezzabile, ma poi andata calando. Al passo d’addio con l’Inter?
JIMENEZ 5,5 – Anche lui frenato all’inizio da un problema fisico, non entra mai nelle grazie di Mourinho che gli concede pochi spazi, peraltro mai opportunamente sfruttati per provare a fare cambiare idea allo Special One.
MANCINI E QUARESMA 5 – Avrebbero dovuto rappresentare i cardini del nuovo gioco di Mourinho, i famosi esterni larghi del 4-3-3. Ma alla fine si riveleranno le note più deludenti dell’annata: Mancini man mano vede il campo col contagocce, Quaresma illude tutti col Catania, ma a gennaio viene recapitato a Londra da Scolari al Chelsea, dove la sua annata non conoscerà giorni migliori.
ATTACCANTI:
IBRAHIMOVIC 10 – Hai voglia a dire che ha mal di pancia, che mostra segnali di insofferenza, che magari sogna di andare via. Perché i destini dell’Inter, mai come quest’anno, sono stati legati a doppio nodo con quelli di Zlatan: lo svedese è l’effigie della Benemata, il suo faro, il suo trascinatore. Trova il suo high a livello di gol nel campionato italiano, regalando autentici capolavori come i gol di San Siro con Bologna e Reggina. Ha forse un’unica colpa: quella di “ciccare” una volta ancora le gare importanti. Adesso gli rimane solo un’ultima impresa da compiere: conquistare il titolo di capocannoniere del campionato.
ADRIANO 6,5 – Quando realizzò quel tanto contestato gol nel derby, in pochi, forse, avrebbero immaginato di aver visto l’ultimo flash di Adriano con la maglia nerazzurra. Annata tra qualche luce intervallata a molte ombre, quella del brasiliano. Mourinho prova a fare il possibile per restituirlo alla causa, fino a quando gli eventi non precipitano definitivamente. Poi, la rescissione del contratto e la firma col Flamengo.
BALOTELLI 8 – Il genio e la sregolatezza, tutto insieme: nei primi tempi, SuperMario fa tribolare tutto e tutti: si ribella, non vuole allenarsi, vuole essere ceduto. Ma una volta che Mourinho riesce a far capire quanto sia importante per la squadra, ritorna l’asso che abbiamo imparato a conoscere lo scorso anno. Come l’anno scorso, infatti, i suoi gol, su tutti quello di Torino con la Juventus, si rivelano fondamentali per la corsa scudetto. Poi migliora nella visione del gioco, va a cercar palla nella propria metà campo, aiuta e si fa aiutare. Anche se di lui, comunque, si finirà col parlare spesso per i troppi comportamenti “sopra le righe” tenuti dentro il campo. Può e deve migliorare da quel punto di vista, è ovvio, ma intanto a nemmeno 19 anni può vantarsi di aver vinto due scudetti: scusate se è poco…
CRUZ 6 – Mette due sigilli pesantissimi con i gol al Lecce e all’Udinese. Per il resto, avrà complessivamente poco spazio, ma lui con la grande professionalità che lo contraddistingue accetta sempre senza fare troppo rumore. E non è detto che la sua avventura all’Inter sia finita qui…
CRESPO 6 – Lui vorrebbe restare all’Inter, ma l’ipotesi sembra svanire ogni giorno che passa. Anche lui, comunque, firma una pagina importante di questo cammino tricolore: il gol del 3-3 che salva l’Inter dal naufragio con la Roma.
OBINNA 6 – Per il gol dello 0-4 all’Olimpico con la Roma; poi, pochi spazi.
MOURINHO 7,5 – Magari non ricorderemo questa stagione per lo spettacolo offerto dalla sua Inter, d’accordo; però lo Special One alla fine ha vinto, nell’anno del suo esordio in Italia, portando l’Inter al quarto alloro tricolore consecutivo, e alla fine della giostra è ciò che verrà ricordato maggiormente. Bravo a recedere dalle sue convinzioni tattiche nel momento giusto; ma bravissimo soprattutto per aver dato al gruppo la giusta solidità mentale, che ha evitato all’Inter brutte sorprese o patemi d’animo simili a quelli vissuti nella scorsa stagione. E poi, innegabili i suoi meriti sul piano comunicativo, lì dove la ventata di novità data dal suo approdo in Italia ha avuto gli effetti di un tornado: lo “zeru tituli” è diventato il nuovo tormentone di tutti i tifosi nerazzurri, ancor più di “Pazza Inter”. L’augurio che gli facciamo, quindi, è semplice semplice: avanti così, José!
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