Il Corriere della Sera affida a Mario Sconcerti l'editoriale di commento del lunedì dopo il big match di campionato tra Lazio e Inter. "C’erano sull’Inter da tanto tempo segnali che sono stati ignorati, rilanciati per amore quasi di caciara, di un abbraccio incosciente - si legge -. L’Inter aveva vinto solo quattro delle ultime nove partite. E la decima ha perso. Perché non è mai stata una squadra esatta. Bella squadra ma spinta dalle grida di Conte che ha chiesto Eriksen come se fosse Benassi e non lo ha fatto ancora giocare. E dalla sottomissione della società a un tecnico che l’ha accusata di qualunque cosa e costretta a prendere qualunque cosa. Poi alla fine, l’unico titolare nuovo per Conte è un terzino, Young. Nel frattempo la squadra è uscita dalla Champions e non è messa bene in Coppa Italia, sempre perdente appena trova un avversario di qualità reale (Juve, Lazio, Barcellona, Dortmund). È davvero una sorpresa? Conte ha costruito fin dall’inizio una squadra così concreta e basica che quasi non può essere toccata. Eriksen, un grande giocatore ma un eccesso in un centrocampo alla Conte, è sostituito da Vecino che doveva andarsene. Moses non è mai stato migliore di Candreva in tutte le rispettive carriere. Alzando la personalità della squadra Conte l’ha messa fuori equilibrio. Ha un altro gruppo, non c’è niente di aggiunto, c’è tanto di diverso. Lo ha capito anche lui, infatti gioca ancora con i vecchi, ma i vecchi non bastano, lo ha scritto lui sulla pietra. Ma noi ci siamo cascati e abbiamo glorificato come il nuovo orizzonte una squadra che il suo stesso allenatore giudicava insufficiente".

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 17 febbraio 2020 alle 09:30
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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