Bruno Pizzul si schiera dalla parte di chi non vuole vedere il Meazza abbattuto. Il leggendario telecronista spiega la sua visione nell'intervista rilasciata a Tuttosport.

Quale è la sua idea sulla possibilità di abbattere San Siro per costruire un nuovo stadio più moderno e funzionale? 
"Io farei di tutto per farlo restare lì, Stiamo parlando di un monumento, di uno stadio nato per il calcio dove si vede benissimo la partita. Non sono nostalgico di un calcio che non c'è più ma mi sorprende sentire parlare di stadi funzionali, costruiti per le famiglie, per l'aggregazione. È un modo per aumentare gli introiti. Perché non c'è bisogno di un centro commerciale per creare l'aggregazione, c'è la partita. Forse bisognerebbe aumentare lo spettacolo in campo...". 

Non è l'unico che vive di ricordi... 
"Il fatto che ci sia un movimento forte che sia contro la demolizione mi fa buon sperare. C'è paura di una nuova colata di cemento sulla città, di perdere del verde e magari anche l'area dell'Ippodromo che viene sempre messa in discussione. Credo che chi abita a Milano, chi vive la città tutti i giorni abbia più di un dubbio su questo progetto... 

San Siro vale il Duomo? 
"Se vogliamo giocare con il sacro e profano certamente si. In fondo anche nel calcio c'è sempre stato un qualcosa di mistico, una certa sacralità che va rispettata. Chi butterebbe giù uno dei simboli di Milano?".  

San Siro come stadio della Nazionale? 
"Potrebbe essere, sarebbe una bella idea ma non credo che Roma sarebbe d'accordo a rinunciare alla sua centralità. Comunque si potrebbe pensare di costruire lo stadio come è già stato detto in un'altra area, da riqualificare lasciando intatto la storia". 

Se oggi al posto di una proprietà cinese in grande espansione di un Fondo americano ci fossero ancora Moratti e Berlusconi? 
"Di sicuro le due proprietà di oggi non aiutano. Mancano giocatori bandiera come mancano presidenti bandiera. Manca la passione, c’è una certa disaffezione a certi valori, ai ricordi. Con Massimo Moratti e Silvio Berlusconi credo che non sarebbe successo. Non si sarebbe mai messo in discussione l’esistenza di San Siro. Credo che avrebbero avuto buon senso e cercato altre soluzioni perché in gioco c’è l’identità, la storia di una città e di due squadre che rappresentano il mondo...".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 19 novembre 2019 alle 10:30 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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