"Anche se l’immagine piace, l’ultima cosa cui assomiglia Luka Modric è una ciliegina. Modric è la torta. E’ il meccanismo più piccolo, che calato nella cassa dell’orologio, fa scattare il tic tac". Luigi Garlando, sulla Gazzetta dello Sport, lo scrive chiaramente: il croato sarebbe la colonna portante dei nerazzurri.

"La migliore Inter della stagione scorsa aveva tre polmoni di gioco: Brozovic, Cancelo e Rafinha - aggiunge il giornalista -. Attenzione, Cancelo non è Vrsaljko. Non è solo spinta verticale. Il portoghese stoppava la palla sotto la suola, apriva lo spettro visivo su tutto il campo e impostava. Era un play laterale. E così la palla in uscita aveva tre vie di fuga: l’impostazione bassa di Brozovic, quella esterna di Cancelo e quella di Rafinha che da trequartista rinculava a raccogliere e dettare. L’Inter ha perso due polmoni su tre. Con Nainggolan più portato ad assaltare che a impostare e Vrsaljko a crossare che a illuminare, la delega creativa finisce quasi totalmente nei piedi di Brozo che, per altro, ha come doppione il solo Borja a chilometraggio ridotto. Si dirà: l’Inter ha scelto la filosofia delle fisicità che, come dimostra da tempo la Juve, in Italia paga sempre. Ok, ci sta una mediana muscolare a protezione del luna-park offensivo. Ma vanno messi in conto due effetti collaterali. Primo: contro i piranha del pressing alto, tipo Atalanta, uscire da dietro sarà sempre arduo. Perché se le punte nemiche pressano il mono-play Brozo, non resta che lo scarico laterale (o il lancio lungo) e le chiusure preventive altrui molto più facili da leggere. Se invece hai un Modric che, come Pirlo, sa evadere dal pressing come Houdini da un forziere incatenato, grazie a tecnica e cervello, acquisti un quarterback che può scaricare in verticale, al centro del campo".

"Oggi il leader dell’Inter è un capitano con 0 presenze in Champions, mentre Modric ne ha già vinte 4 e viene dalla finale di un Mondiale - sottolinea Garlando -. E’ il piccolo, grande pirata che serve a una ciurma inesperta del mondo. O lui o uno come lui. Poteva andar bene Torreira, finito all’Arsenal, o ancor meglio il brasiliano Arthur (‘96, ex Gremio) che a Barcellona diventerà il nuovo Xavi e che l’Inter seguì troppo timidamente. Per verticalità, genio e carisma Modric è la torta, non la ciliegina. Vale la pena di continuare a bussare a casa di Luka".

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 agosto 2018 alle 10:26 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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