Tra gli esperti contattati dai vari media per parlare della situazione di Christian Eriksen, anche Fabrizio Ugo, cardiologo dello sport dell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino, intervenuto su Tuttosport. "Non è semplice far capire alle persone che queste cose possono succedere. In Italia l’idoneità sportiva viene rilasciata da un medico e non viene autocertificata. Ma anche gli atleti ed i super agonisti possono avere delle cardiopatie che rimangono occulte: servono esami di secondo o terzo grado per indagare possibili anomalie (per esempio una tac coronarica o una risonanza magnetica cardiaca), ma senza una chiara manifestazione della malattia non è scontato individuare il problema".

Secondo Ugo, oltre alla prontezza di chi è intervenuto, la differenza l'ha fatta il defibrillatore. "Negli Stati Uniti è presente nei centri commerciali o nelle volanti della polizia. Ed è sempre funzionante: in Italia è capitato che qualche intervento di rianimazione andasse storto perché il defibrillatore era scarico o per assenza di persone in grado di utilizzarlo. Abbiamo constatato che in Italia ci sia poca educazione nelle scuole su questo tema. E’ necessario che i defibrillatori, in tutti gli impianti sportivi, possano essere utilizzati anche da laici, persone non addette ai lavori ma che con un corso di formazione possono diventare autonome nella gestione di un arresto cardiaco".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 15 giugno 2021 alle 12:34
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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