Un bosco, quello "verticale" a Milano (celebre grattacielo extralusso). E un altro in preparazione a Eindhoven destinato all'edilizia popolare. L'architetto Stefano Boeri, interista doc, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. "In un certo senso sarà una partita speciale – racconta sorridendo Boeri –. I miei clienti olandesi mi hanno invitato a Eindhoven ma non credo di farcela. Ho una conferenza stampa in Triennale al mattino, però non è detta l’ultima parola. Il posto allo stadio ce l’ho...".

Che partita sarà?
"Il PSV fa paura, l’ho visto in tv battere l’Ajax: è una squadra molto compatta e veloce come spesso sono le olandesi, giovane, atleticamente valida. Ha vinto tanto nella sua storia, con Hiddink ha fatto anche il Triplete come l’Inter: queste sono cose che restano. E poi ha Van Bommel in panchina: l’ex Milan vorrà prendersi la rivincita per la finale del 2010 persa in campo con il Bayern".

Ha sempre raccontato di essere nato interista: che cosa è l’Inter per lei oggi?
"L’interismo è un fiume che scorre profondo, anche nei momenti di insuccessi. Noi interisti ci siamo abituati, ma quel fiume è sempre potente. Essere interista significa amare una squadra mai prevedibile, è un allenamento alla vita: i bimbi che tifano Inter vengono allenati con una sorta di “antidoto” alle difficoltà di tutti i giorni".

Era a Madrid per la vittoria del 2010, come vive il ritorno nell’Europa dei grandi?
"Tornare in Champions è bellissimo, per noi interisti è una sorta di ricompensa, questo torneo è una cena di gala, dove si misurano tutte le eccellenze. Ci stiamo avvicinando sempre di più a un campionato per le squadre più forti: credo che possa essere un progetto quasi necessario per l’Europa".

Il sindaco Sala ha detto «continuo a sperare che Inter e Milan accettino di stare insieme a San Siro»: lei sta dalla sua parte?
"Sì, sullo stadio la penso come Sala. Moratti mi aveva chiesto uno stadio per l’Inter e avevo pensato a un impianto che sembrava una Luna, piena di colori. Io l’Inter la associo a una donna appassionata, volubile. Una Luna con i colori della notte e dell’azzurro del cielo. Tuttavia l’idea di condividere San Siro tra Inter e Milan mi piace e si potrebbe sviluppare: non parlo solo di giocare alternandosi come oggi, parlo di due stadi in uno, con ogni club che ha un suo spogliatoio, zone dedicate, suoi ingressi. Sarebbe una cosa unica: uno stadio con due identità stabili. Sarebbe una cosa bellissima e molto milanese. Milano è la città di Inter-Milan, Motta-Alemagna, Mondadori-Rizzoli: bipolarità che hanno sempre operato su un terreno comune accettando la sfida".

Anche a Nanchino, la città di Suning, c’è un suo Bosco Verticale. Per caso ha mai incontrato Mister Zhang?
"No, ho conosciuto il figlio Steven. Sono stato nella sede di Suning e ho parlato con il vicepresidente. Mi piace quello che stanno facendo per l’Inter. Conosco bene la Cina, sono una delle realtà più intelligenti, sono imprenditori illuminati".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 02 ottobre 2018 alle 10:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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