HANDANOVIC 7 - Blocca facilmente a terra il piattone morbido di Luis Alberto, poi mette in mostra i riflessi respingendo la girata di Immobile. Puntuale nelle uscite basse, si fa notare anche per il volo plastico su Luis Alberto e per la parata di puro istinto su Lulic. Strepitoso, a ridosso del 90', sul destro di Caicedo e su quello di Immobile. Dopo tanti miracoli, non riesce a smanacciare il destro sporco del 17 biancoceleste. L'ennesimo volo durante i calci di rigore non basta all'Inter per volare in semifinale.
D'AMBROSIO 5,5 - Parte male, perdendo più di un pallone nei primi minuti che riportano subito alla mente la pessima prestazione di Torino. Riprende in mano la dignità con qualche discesa sulla fascia e con qualche cross interessante che però non gode degli sviluppi sperati. Sporca il tiro di Immobile che vale l'1-0 Lazio, poi guadagna il calcio di rigore trasformato da Icardi.
SKRINIAR 6,5 - Mette costantemente la pezza dove va messa, confermandosi un elemento di indubbia affidabilità. Nell'uno contro uno è insuperabile, ma non soddisfatto si concede anche qualche sgroppata in avanti. Esce a vuoto nello scambio Caicedo-Immobile che porta al vantaggio dei capitolini.
MIRANDA 6 - Complice l'infortunio di De Vrij, torna al centro della difesa a quattro in coppia con Skriniar. Impreciso in alcuni appoggi verso la mediana, non legge sempre nella maniera corretta i tagli di Immobile e soci. Decisivo in situazioni delicate, come la perfetta scivolata che sbarra la strada a Caicedo nel finale dei tempi regolamentari.
ASAMOAH 5,5 - Dopo i 90' di riposo a Torino, si ripresenta nell'undici iniziale. Marusic è un cliente scomodo per corsa e fisicità, lui lo controlla con esperienza ma non contribuisce quasi mai alla fase di spinta. Quando lo fa, però, crea situazioni pericolose, come dimostra il fallo guadagnato su Milinkovic-Savic sul lato corto dell'area di rigore. Il Var gli risparmia l'espulsione.
GAGLIARDINI 4,5 - Torna in campo una gara da dentro o fuori per dare una mano nell'interdizione della fitta ragnatela di passaggi del centrocampo di palleggiatori disegnato da Inzaghi. Una sua percussione palla al piede genera la prima occasione nerazzurra, ma generalmente appare compassato e a rilento. Tiene troppo il pallone quando andrebbe scaricato e il risultato è il fallo (che gli costa anche un giallo) o la perdita del possesso. DAL 45' VECINO 5,5 - Entra bene in partita, provando subito il destro a giro da fuori e ricevendo gli applausi del Meazza, che si trasformano in mugugni dopo la prima sventagliata andata male. Ci riprova di testa, ma non inquadra lo specchio della porta.
BROZOVIC 6,5 - Essenziale - come sempre - per dettare i tempi alla squadra, intercetta palloni in mezzo al campo e controlla la rapidità di Correa con scivolate che strappano i consensi di San Siro. Corre tanto, è l'anima del centrocampo ed il primo a provarci con un coraggioso destro al volo che non trova fortuna. Bene dal dischetto.
JOAO MARIO 5,5 - In campo dal 1' a causa dello stop di Borja Valero nel riscaldamento, tra i tre di centrocampo è l'uomo che si alza di più in appoggio a Icardi. Non dà il giusto apporto nella qualità del palleggio, prendendosi anche qualche insulto di Spalletti per le mancate chiusure sugli inserimenti dei centrocampisti di Inzaghi. Cresce nella ripresa, generando anche il primo tiro nerazzurro verso lo specchio della porta. DALL'81' LAUTARO MARTINEZ 4,5 - Sbaglia la cosa più facile, alzando in scivoltata una palla da scaraventare in rete in altro modo. Specie in pieno recupero. Poi aumenta i rimpianti personali sbagliando anche il calcio di rigore.
POLITANO 5 - Dopo il rosso rimediato a Torino, entra in campo con la voglia di mettere in apprensione Marusic e Radu. Gioca bene nello stretto, ma a volte eccede nei leziosismi. Fatica a trovare gli spazi giusti, perdendo più palloni del solito. Per il primo suggermento degno della sua tecnica bisogna attendere oltre 70', quando pennella un bel pallone sulla testa di Vecino. DAL 106' CEDRIC 6 - Il suo esordio in nerazzurro si mette in salita dopo il gol di Immobile. Lo raddrizza, almeno parzialmente, con la conclusione glaciale dagli undici metri.
ICARDI 5,5 - Nella prima parte di gara tocca pochi palloni e si fa notare solo per qualche sponda, di piede o di testa, mentre lotta tra i centrali laziali. Galleggia nelle zone calde dell'area di rigore, sbagliando spesso il primo controllo e rinunciando indirettamente alla conclusione. Più nel vivo del gioco nei secondi 45', anche se non riesce ad incidere come lui sa fare. Al 3' del primo tempo supplementare impensierisce Strakosha per la prima volta con una complicata incornata di testa, poi reclama un calcio di rigore che Abisso non gli concede. Trasforma poi, nel recupero dei tempi supplementari, il pesante penalty che consente all'Inter di giocarsi la semifinale nella lotteria degli undici metri. Dove ripropone il cucchiaio già visto contro l'Udinese. Oggi serviva qualcosa di più, anche lontano dal dischetto.
CANDREVA 5,5 - Chiuso il mercato e messe da parte le voci cinesi, indossa le vesti dell'ex di turno con generosità, svariando da una fascia all'altra con l'intento di creare superiorità numerica e di arrivare al traversone in area di rigore. Il difetto è l'imprecisione nell'ultima giocata: vedere per credere il piattone alle stelle dopo la respinta corta di Strakosha su Joao Mario. Prova a riscattarsi con uno slalom speciale che si conclude con un destro troppo stretto. DAL 106' NAINGGOLAN 4,5 - Cerca di dare il suo apporto al centrocampo, toccando tanti palloni e provando a rimettere in piedi una partita compromessa dal gol di Immobile. Dal dischetto sceglie la potenza e la traiettoria centrale, regalando la semifinale ai suoi grandi rivali e tradendo il fido Spalletti.
SPALLETTI 5 - Visibilemente agitato, cerca di guidare i suoi da bordocampo con urla e gesti plateali. Prova a trovare un'alternativa alla lentezza, (facilmente visibile) nella costruzione della manovra, invertendo gli esterni d'attacco e richiamando il pressing del centrocampo, tra i reparti più in difficoltà. La scelta di rilanciare Gagliardini dall'inizio è bocciata: la corregge in corsa inserendo Vecino prima e Lautaro poi (al posto di Joao Mario). La squadra cresce e spinge di più, andando vicina al gol ma rischiando anche di prenderlo. Nei supplementari rivoluziona la tattica, passando al 3-5-2 con la freschezza di Cedric e Nainggolan. Il gol di Immobile sembra strocare le speranze, ma il rigore di Icardi è una manna dal cielo. Poi viene tradito dal suo uomo.
LAZIO (3-5-2): Strakosha 6; Wallace 5,5 (dal 70' Bastos 5), Acerbi 6,5, Radu 6; Marusic 6, Milinkovic-Savic 6, Lucas Leiva 5,5, Luis Alberto 5,5 (dal 100' Parolo 6), Lulic 6 (dall'80' Durmisi 5); Correa 6,5 (dall'89' Caicedo 6), Immobile 7. All. Inzaghi 6,5.
ARBITRO: ABISSO 5,5 - Inizialmente controlla bene una partita dall'elevato tasso emotivo, con scelte equlibrate che non ne alterano lo svolgimento. Non va a rivedere al Var il contatto Skriniar-Acerbi in area laziale, così come la spinta su Icardi. Qualche critica sulla gestione dei cartellini.
ASSISTENTI: Vuoto 6 - Manganelli 6.
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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