E' vero, può anche sembrare un modo di trovare il pelo nell'uovo, al termine di un'annata che più di ogni altro ha un solo aggettivo per essere identificata: indimenticabile. Ma quello delle pagelle è un rituale che ha scandito l'intera stagione nerazzurra; allora, come ogni fine anno che si rispetti, arrivano i giudizi complessivi per i protagonisti di questa annata da leggenda. Partendo da quello che è l'undici base, dei quali ricorderemo anche il 'flash', ovvero la fotografia da consegnare agli annali, per poi passare a coloro che sono stati gli splendidi 'gregari' del gruppo magnifico diretto in maniera sapiente da José Mourinho, l'uomo dei sogni nerazzurri.. Partiamo, allora:
JULIO CESAR 7,5 – Diciamo la verità: è stato un anno particolare quello del portierone brasiliano, che in alcune circostanze ha deluso un po', commettendo leggerezze costate spesso carissime all'Inter ma in altre è stato determinante e fenomenale come d'abitudine. IL FLASH: Due in particolare: il rigore parato a Ronaldinho nel derby di campionato, e la splendida parata sul tiro di Messi al Camp Nou, nella semifinale di ritorno.
MAICON 8 – Un difensore che spaventa i dirimpettai con le sue accelerazioni sulla destra, e quando è in palla riesce a tirar fuori dal cilindro numeri di assoluta classe, alcuni da vero e proprio aggiornamento del manuale del calcio. Come lui, a parte qualche giornata un po' di luna storta, sostanzialmente in quel ruolo non c'è ancora nessuno. IL FLASH: Il gol alla Juve a San Siro, un gioiello di balistica e spettacolarità.
LUCIO 7,5 – Classe pura, esperienza da vendere; anche alcune uscite da brivido, questo è indubbio. Rimane il fatto che il capitano della Nazionale brasiliana si è saputo perfettamente calare nella nuova realtà nerazzurra, nella quale è arrivato quasi per caso e della quale ha costruito una pagina di storia. IL FLASH: La gara di andata col Chelsea; Drogba ancora avrà gli incubi pensando a quella serata.
SAMUEL 8,5 – Più che un muro, una fortezza inespugnabile. Il fortino sul quale le velleità avversarie si sciolgono come neve al sole. Il difensore argentino mette ancora una volta la propria firma con triplice sottolineatura sui trionfi nerazzurri, portando in dote anche gol pesantissimi. IL FLASH: Il gol del4-3 col Siena; reinventato punta da Mourinho, fa esplodere San Siro con il suo fendente.
ZANETTI 9 – Capitano d'acciaio, fermato solo da una squalifica nella sua striscia di partite consecutive. Continua a farsi burla della sua carta d'identità che recita anni 37; soprattutto, continua a regalare gioie immense ai propri tifosi. E finalmente, ieri, alzando al cielo la Coppa dalle grandi orecchie, ha potuto cancellare l'incubo Champions. Adesso, le sue e le nostre lacrime possono solo essere di gioia. IL FLASH: La partita splendida col Rubin Kazan al "Meazza": un capolavoro.
CAMBIASSO 9 – L'allenatore in campo, la mente sempre lucida nei momenti che contano; ironizzando sulla sua pelata, la lampadina che quando si accende per l'Inter arrivano sempre le migliori idee. Corre senza sosta per tutto il campo, si reinventa trequartista come terzino o difensore centrale senza mai denunciare un pizzico di fatica. Avrebbe meritato indubbiamente, così come Zanetti, la ribalta mondiale, ma Maradona non ci ha voluto sentire da quell'orecchio. Peccato… IL FLASH: La caparbietà nel prendere il rimpallo sul primo tiro e bucare Cech nell'occasione del 2-1 di Inter-Chelsea.
THIAGO MOTTA 7,5 – Inizio scoppiettante, poi una lunga serie di difficoltà dovute anche a guai fisici che non gli hanno dato tregua. Ma nelle battute finali di questa stagione, il centrocampista italo-brasiliano ha ritrovato sé stesso diventando determinante. Solo una triste sceneggiata di Busquets gli ha negato la gioia della finale di Champions; poco importa, ha gioito lo stesso insieme alla figlia Sophia che si è presa la medaglia da Platini. IL FLASH: La doppietta rifilata al Bologna. Il segnale della rinascita.
ETO'O 8,5 – Coloro che dubitavano dell'efficacia dello scambio con Ibrahimovic sono progressivamente diminuiti fino a scomparire del tutto. Grande merito di ciò va soprattutto a lui, al Re Leone camerunese, che ha avuto l'umiltà e lo spirito di reinventarsi un ruolo: da bomber di razza ad ala pronta a sacrificarsi per i compagni andando anche a coprire ruoli difensivi. Senza rinunciare alla sua quota gol, alcuni dei quali pesanti come macigni. IL FLASH: Personalmente ricordo volentieri lo splendido gol col Parma all'andata, quando tolse le castagne dal fuoco all'Inter in un momento critico.
SNEIJDER 9 – Arriva, fa un allenamento, scende in campo dal primo minuto nel derby di andata, dopo pochi secondi rischia di far crollare lo stadio sulle proprie fondamenta con un missile che Storari devia con un gran colpo di reni. E' lì che scatta la scintilla tra Wesley, l'Inter e i suoi tifosi. Una scintilla che diventerà ben presto un incendio d'amore, perché l'olandese conquista tutti con le sue qualità eccezionali e le sue performance che col passare del tempo e dopo un momento di difficoltà, sono diventate mostruose. Intuito, capacità di leggere l'azione in anticipo, letalità sui calci piazzati, assist da capogiro, gol incredibili. Chiude la sua stagione capolavoro al Bernabeu, alzando al cielo la Champions nello stadio della società che lo ha lasciato andare senza troppi perché. I fischi nelle orecchie avranno tramortito il povero Perez. IL FLASH: Il gol in extremis a Kiev: lì la stagione nerazzurra ha probabilmente vissuto la svolta decisiva.
BALOTELLI 7 – Ragazzo mio, quante ce ne hai fatte passare… La sua stagione è stata costantemente sulle montagne russe: prestazioni spettacolari alternate da passaggi a vuoto inquietanti. E poi, una lunga serie di bizze in campo e fuori, atteggiamenti spesso fin troppo sopra le righe, il momento in cui tutto sembrava rompersi per sempre quando si rende protagonista dello scellerato gesto di gettare la maglia a terra, solo pochi mesi dopo gli appelli per la convocazione in Nazionale. Poi, la presa di coscienza, e il finale di stagione ottimo. Quando saprà coniugare genio e sregolatezza, sarà perfetto. IL FLASH: Il gol incredibile all'Udinese: una palla quasi persa diventata un gol spettacolare.
MILITO 10 e lode – Avrei dovuto farlo prima, molto prima: ma colgo ora l'occasione per cospargermi la testa con chili di cenere e fare mea culpa all'infinito, per aver dubitato pubblicamente del suo arrivo. Temevo che all'Inter il Principe sarebbe diventato ranocchio; si è trasformato in imperatore. Una sentenza in area di rigore, un ciclone implacabile che si abbatte su chicchesia. Soprattutto, il risolutore nei momenti decisivi: gol alla Roma, gol al Siena, doppietta al Bayern: quattro reti per tre titoli. Onore a te, Diego; spero tu mi possa perdonare. IL FLASH: Eh, qui è dura… Diciamo gli ultimi due gol, le ciliegine sulla torta di una stagione da Pallone d'Oro.
TOLDO 6,5 – Chiamato in causa pochissime volte, soprattutto in Coppa Italia. Di lui forse ci ricorderemo più il paperone col quale ha regalato un gol a Diego che la sua solita, immensa professionalità.
CORDOBA 7 – Quando serve, c'è. Senza fare una piega accetta di coprire le spalle al tandem Lucio-Samuel, facendosi trovare sempre pronto e andando anche a sacrificarsi più di una volta in ruoli non suoi.
MATERAZZI 6,5 – Lui è il "capitano non giocatore", il totem del gruppo nerazzurro, colui che può permettersi anche il lusso di sbattere al muro un compagno di squadra quando questi la fa grossa (vero, Balotelli?). Ma è anche l'uomo delle esultanze particolari, delle maschere e delle magliette che fanno la gioia dei tifosi, per i quali è un idolo, e aumentano la rabbia degli avversari rimasti all'asciutto.
SANTON 6 – Nel mondo dello spettacolo esiste una legge non scritta secondo la quale il secondo, a ogni livello, è sempre il più difficile, perché è il momento della conferma dopo l’exploit del primo anno. Purtroppo il “bambino” ne è rimasto travolto, protagonista di un’annata non molto brillante nonostante i guai fisici che lo hanno tormentato a intervalli più o meno regolari. Ma ai detrattori che adesso sono pronti a criticarlo in quanto atteso come il nuovo Facchetti (definizione di Mourinho, ok!) ricordiamo che Davide ha solo 19 anni, e di tempo per dimostrare la sua classe ne ha ancora tantissimo.
CHIVU 7 – Il terrore nei suoi occhi, dopo l’impatto con Pellissier, per una carriera che in quel momento poteva anche spezzarsi. Ma poi, l’orgoglio e la grinta per ricominciare, anche in anticipo rispetto a quanto alcuni prevedevano. Caschetto in testa stile rugbista, la “new life” di Chivu è ricominciata nel momento giusto. E ha trovato il giusto coronamento col suo primo gol con la maglia dell’Inter, segnato all’Atalanta.
MUNTARI 6,5 – Certo, l’harakiri di Catania, con quei due gialli rimediati a tempo di record mondiale, rimane ancora ben impresso nella mente dei tifosi. Ma Sulley non va ricordato solo per questo episodio brutto: lui è uno che si è sempre sacrificato, ha lavorato e sudato, ha fatto fronte a tante difficoltà ma ha sempre dimostrato devozione alla causa.
STANKOVIC 7 – Ci ha fatto spellare le mani con la sua sciabolata a completare il poker al Milan nel derby d’andata; poi abbiamo strabuzzato gli occhi di fronte alla sua incredibile volée a metà campo con la quale ha “uccellato” il malcapitato Amelia nella cinquina al Genoa. Sempre determinante, Deki, anche se lo spazio a disposizione è stato inferiore rispetto agli anni scorsi.
MARIGA 7 – Arriva a gennaio, ultimo rinforzo per il centrocampo, dal Parma. Non gioca molto, ma lascia intravedere grandissime qualità, il giovane keniano. Che con l’Atalanta ha disputato una partita eccezionale e nella disfatta di Catania è stato forse l’unico da salvare. Crescerà, attendiamo fiduciosi.
QUARESMA 6- – Ingiusto dare voti troppo negativi, piuttosto valga come stimolo per il futuro, che quasi certamente sarà lontano dall’Inter. Il ‘Trivela’, a parte qualche raro lampo positivo, non ha saputo cogliere l’occasione per il riscatto, disputando una stagione sulla falsariga della prima.
PANDEV 6,5 – Dall’incubo dell’emarginazione con la Lazio al ‘triplete’ con l’Inter. La stagione del macedone si è girata clamorosamente dopo l’annuncio del suo ritorno alla casa nerazzurra. Inizio scoppiettante, con tanto di gol splendido nel derby, poi qualche affanno dovuto all’inattività, ma sempre importante col suo lavoro di possesso palla, che magari può risultare eccessivo, ma ha aiutato parecchio.
ARNAUTOVIC 6 – Non ha avuto tanto spazio, ma quando Mourinho ha deciso di dargli minuti, ha dimostrato sempre di meritarseli. Non avrà potuto dimostrare di essere l’erede di Ibra così come veniva accreditato, ma in compenso l’Inter ha trovato un “entertainer” come pochi, capace di fare breccia tra i tifosi con le sue mattane e i suoi festeggiamenti sfrenati. Andrebbe riscattato solo per questo motivo…
VIEIRA 6+ – Ha lasciato l’Inter a gennaio, ma prima di volare da Roberto Mancini al Manchester City ha dato comunque il suo apporto soprattutto nell’ultima partita giocata in nerazzurro, a Verona.
MANCINI 5,5 – Andato via senza che i tifosi si strappassero i capelli, è passato al Milan dove sostanzialmente ha dato ancora meno motivi per farsi rimpiangere.
Citiamo (con un sv) anche gli altri due portieri ORLANDONI e BELEC, e i vari STEVANOVIC, KRHIN e DONATI, brevi apparizioni ma grande futuro davanti a loro.
MOURINHO 10 – Se ne andrà, lasciando un vuoto enorme nel cuore della tifoseria. Se ne andrà dopo aver portato l’Inter all’apogeo. Lo Special One è l’artefice di questo gruppo magnifico che entrerà nella storia quanto la Grande Inter di Helenio Herrera e Angelo Moratti. Se ne andrà dopo aver inanellato cinque tituli in due stagioni. Se ne andrà per via del ‘rumore dei nemici’ che chissà, un giorno finiranno col rimpiangerlo. A noi non resta altro da dirgli se non: grazie, José!!!
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