Roberto Boninsegna non è stato troppo fortunato con le finali: ko al Mondiale 70 e ko con l'Inter contro l'Ajax nella Coppa Campioni 71/72. L'ex bomber nerazzurro ora si augura di avere in dono una gioia dalla sua Inter nella sfida di Monaco. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

Bobo Boninsegna, dal mesto tono di voce la immaginiamo ancora affranto…
"Sono macigni che non vanno mai giù. Ma se penso che l’unico trofeo internazionale che ho vinto, la Coppa Uefa, me lo ha dato la Juve, la principale rivale della mia Inter, mi sembra di essere su Scherzi a Parte… Comunque spero che Simone Inzaghi riesca a rifarsi della beffa di Istanbul, dove avremmo meritato… Insomma vorrei, da tifoso, riprovare l’entusiasmo di Madrid 2010: quando l’Inter ha conquistato il trofeo ho gioito come se fossi in campo".

Questa sfida col Psg è alla portata di una truppa rimasta scioccata dall’esito del campionato?
"Vedo un match equilibrato. Poi ci sono i fattori estranei ai valori tecnici, tipo la buona sorte, appunto. O l’ambiente. La sera dell’Ajax noi ci ritrovammo nella bolgia dello stadio di Rotterdam occupato quasi totalmente dai tifosi venuti da Amsterdam. Inoltre, pronti-via Invernizzi, il nostro mister, fu costretto a modificare la formazione a causa dell’infortunio di Giubertoni, difensore centrale che faceva coppia con Burgnich. In panchina avevamo di scorta solo una punta, Pellizzaro, e un centrocampista, Bertini, che infatti entrò mentre un giovanissimo Oriali dovette fare il marcatore fisso proprio su Cruijff. Bisogna dire ai giovani lettori due cose sul nostro insuccesso del 1972. La prima è che l’Ajax era piena dei giocatori che a livello individuale e collettivo si sarebbero rivelati in tutta la loro forza al Mondiale 1974. Quell’Ajax non era più la squadra inesperta che prese quattro gol dal Milan nella finale del 1969. Aveva vinto la Coppa dei Campioni del 1971 e avrebbe vinto pure il trofeo del 1973; la seconda è che all’epoca le squadre in lizza erano 32, distribuite in un tabellone tennistico. Per arrivare in fondo non dovevi fare tanta fatica: tra i sedicesimi e la finale c’erano da eliminare solo quattro avversarie. Erano comunque tutte vincitrici del loro campionato, perciò il livello era alto".

La sua Inter dovette superare un duro scoglio negli ottavi: il Borussia Mönchengladbach. Un doppio confronto che la vide protagonista.
"La famosa lattina… Beh, che si trattasse di una lattina di coca-cola lo venni a sapere dopo, da Mazzola. Però confermo una volta di più che un oggetto pesante mi colpì alla nuca, facendomi perdere i sensi. Brutta botta".

Lei fu preso alle spalle: impossibile scansarsi.
"Stavo rimettendo il pallone dal fallo laterale, lo stadio era piccolo, avevamo il pubblico a un metro e mezzo: per il lanciatore non fu difficile centrarmi con forza".

Sezione: Copertina / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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