Si chiamava Marcelinho, poi diventò Lucas. Oggetto del desiderio dell'Inter per mesi, del gioiello brasiliano ha raccontato tutto - ma proprio tutto - il giornalista Rosario Triolo, esperto di calcio sudamericano, dal proprio blog: "Quando Marcelinho debuttò in prima squadra, il San Paolo era in crisi. Dopo l’era di Muricy Ramalho e dei tre campionati brasiliani vinti consecutivamente, era arrivato il momento di cambiare. Calciatori e gioco. Serviva uno che desse un motivo per andare allo stadio anche quando non c’era alcuna possibilità di vincere un trofeo. Uno che facesse divertire la gente. Uno come Marcelinho. Ora, il vero nome di Marcelinho non era Marcelinho. Ma da bambino aveva cominciato a giocare nella scuola di Marcelinho Carioca a Diadema. E il suo stile e la sua tecnica superiore, nonostante fosse solo un bambino di 5 anni, lo trasformarono nell’alunno modello. Quello degno di prendersi il nome del maestro: Marcelinho.
A 10 anni, dopo qualche passaggio in squadre giovanili (tra cui la Juventus, dove gioca per tre anni: ma di San Paolo, e con maglia granata), una chiamata: del Corinthians. La squadra di cui Marcelinho Carioca era stato idolo assoluto. Il nostro Marcelinho (tenere quel nome, non suo, faceva comodo) la mattina andava a scuola, la sera prendeva due autobus per allenarsi, di notte giocava a futsal con gli amici più grandi. Per i genitori, separati ma d’accordo sulla sua formazione, non può andare: ritmi massacranti. Così il padre lo porta al San Paolo, che aveva fatto di tutto (anche offrire una bella somma di denaro alla famiglia) per strapparlo al Corinthians. A livello giovanile, la lotta per scoprire talenti è importante quanto un Clássico dei grandi sul campo.
Marcelinho passa in otto mesi dalle squadre di formazione a quella titolare. Dopo nove partite e un gol, non è più Marcelinho: decide di cancellare il legame con l’ex stella del Corinthians, rivale del San Paolo, e comincia a farsi chiamare, dopo tanto di nuova presentazione ufficiale in conferenza stampa, con il suo vero nome: “Voglio fare la mia carriera senza essere paragonato a nessuno”.
Lucas Rodrigues Moura da Silva in breve tempo diventa il calciatore con la clausola rescissoria più alta della storia del calcio brasiliano: più di 80 milioni di euro. Mentre continua a illuminare serate di futebol bailado, accende il desiderio degli sceicchi del Psg. Lo prendono per più di 40 milioni di euro lasciandolo al San Paolo per qualche mese. Il tempo per fargli compiere la missione cominciata quando si chiamava ancora Marcelinho: portare la gente allo stadio per festeggiare un trofeo. La Copa Sudamericana alzata al cielo nella notte dello scandalo al Morumbi. Niente che possa cancellare gol, assist e mistica di un ragazzino col numero 7 che da “moleque do gol” (bimbo del gol) si è trasformato in meno di tre anni in uno dei crack più pagati nella storia dei trasferimenti del calcio".
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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