Per gli sportivi professionisti, si riduce l’agevolazione fiscale concessa dal Decreto Crescita ai cosiddetti «impatriati». Secondo il testo definitivo del provvedimento, approvato oggi dal Senato, è previsto che per gli sportivi professionisti, il cui rapporto di lavoro è disciplinato dalla legge 23 marzo 1981 n.91, la tassazione sia applicata al 50% del reddito complessivo e non solo sul 30% come per tutti gli altri lavoratori. Non trova applicazione per gli stessi neanche la previsione, contenuta nel comma 5-bis del Decreto, in base alla quale, la percentuale del 30% è ridotta al 10% per i soggetti che trasferiscono la residenza in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.

Nessun trattamento “di favore”, insomma, per i club del Sud rispetto a quelli del Nord. Come si legge nel dossier predisposto dal servizio studi del Senato agli sportivi professionisti non si applicano la maggiorazione dell’agevolazione spettante ai lavoratori impatriati che si trasferiscono nel Mezzogiorno, né la maggiorazione prevista in caso di più figli a carico. Infine, l’applicazione del regime agevolato degli sportivi professionisti viene subordinata al versamento di un contributo pari allo 0,5% dell’imponibile. In base alla norma, approvata in via definitiva dal Senato, tutti gli sportivi professionisti che «non sono stati residenti in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il predetto trasferimento e si impegnano a risiedere in Italia per almeno due anni» vedranno il proprio imponibile ridursi del 50% ai fini della tassazione sul reddito.

"Partendo da Conte all’Inter, passando per il possibile ritorno di Pogba alla Juve o all’arrivo di James Rodriguez al Napoli, tanti sono i possibili ambiti di applicazione in cui si cala la riforma", si legge su Calcio e Finanza. 

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Sezione: News / Data: Ven 28 giugno 2019 alle 09:34 / Fonte: Calcioefinanza.it
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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