L’Inter è una religione, chiunque abbracci la fede nerazzurra lo sa bene. Una squadra che fa del gol la propria ragion d’essere non può che aver avuto, tra le sue fila, alcuni dei bomber più acclamati della storia del calcio italiano e mondiale. Tra i più prolifici cannonieri dell’Inter, compaiono nomi come Ronaldo il Fenomeno (59) da gustare in questo video, Ibrahimovic (66), Adriano (74) e Lautaro Martinez (135), quest’ultimo in grande ascesa.
Ma se la storia più recente dell’FC Internazionale abbonda di goleador stranieri, l’albo d’oro dei più grandi cannonieri nerazzurri ha una Top 5 tutta italiana: Giuseppe Meazza, Alessandro Altobelli, Roberto Boninsegna, Sandro Mazzola, Luigi Cevenini III e Benito Lorenzi. In questo articolo, ripercorriamo le gesta dei più grandi marcatori interisti e ricordiamo le loro reti più memorabili.
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Benito “Veleno” Lorenzi – 143 reti in 314 presenze
Il soprannome di Benito Lorenzi, “Veleno”, ne rappresenta al meglio la personalità agonistica. Fu la madre Ida a chiamarlo così la prima volta, ma i suoi anni da calciatore hanno dimostrato appieno quanto lo calzasse. Passionale, irriverente, carico di una verve caratteristica dell’Inter, come ricorderà alla sua morte Silvio Berlusconi.
Con l’Inter vinse due scudetti, nel 1952-1953 e nel 1953-1954. Fin dall’esordio in nerazzurro, conquistò il cuore dei tifosi: sua una doppietta contro la Juventus, nel 1947, alla sua seconda presenza con la maglia dell’Inter. Suo il gol decisivo anche nel derby contro il Milan del 2 novembre 1952, giocando l’intera partita con un grave problema al timpano.
Di lui si ricorda anche il famoso episodio della buccia di limone, infilata sotto al pallone prima di un rigore del Milan, nel derby del 6 ottobre 1957, poi fallito da Tito Cucchiaroni.
Alessandro “Sandro” Mazzola e Luigi (Zizì) Cevenini III – 158 reti in 565 (Mazzola) e 190 (Cevenini) presenze
Due giocatori di epoche e personalità diverse, ma che hanno entrambi fatto la storia della maglia nerazzurra. Il primo, in ordine cronologico, è Cevenini, detto “Zizì” o “Il Professore”. Il primo soprannome gli fu affibbiato per il fastidio che provocava in campo, come una zanzara, sempre a parlare con avversari, compagni di squadra e arbitro. Il secondo, più elegante, per il modo in cui si proponeva di insegnare ai giovani come giocare a calcio.
Per un periodo, senza che nessuno sapesse perché, si spostò in Inghilterra, ma tornò in Italia pochi mesi dopo: tra la nebbia inglese e quella milanese, aveva preferito casa sua.
Sandro Mazzola fu protagonista di un calcio già più affermato e globalizzato. Nove volte candidato al Pallone d’Oro, fu uno dei protagonisti del ciclo vittorioso della Grande Inter (suo padre, invece, fu uno degli eroi del Grande Torino). Giocatore molto versatile, che divenne attaccante sotto la guida di Helenio Herrera, viene ricordato anche per una splendida doppietta al Real Madrid di Ferenc Puskas che, a fine incontro, gli disse: “Una volta ho giocato contro tuo padre, hai onorato la sua memoria”.
Roberto “Bonimba” Boninsegna – 173 reti in 283 presenze
Giocatore dall’esplosività unica nel suo genere, centravanti di sfondamento non particolarmente alto ma agile e forzuto, capace di spaccare le difese (e le porte). Roberto Boninsegna è tra i più grandi attaccanti italiani di sempre e il terzo più prolifico della storia dell’Inter. Ribelle di natura, fu spesso protagonista di feroci discussioni in campo con avversari e arbitri, anche a costo di subire pesanti squalifiche.
Suoi alcuni dei gol in rovesciata più belli della Serie A, come quello del 2 maggio 1971 contro il Foggia. Bonimba vanta anche un percorso da protagonista assoluto ai Mondiali di Messico 1970, con l’Italia. Suo malgrado, fu sotto i riflettori per la “partita della lattina”, tra Inter e Mönchengladbach: fu proprio lui ad essere colpito alla testa da una lattina di Coca-Cola, nel primo tempo del match.
Alessandro “Spillo” Altobelli – 209 reti in 465 presenze
Il soprannome lo deve al suo fisico snello e longilineo, ma l’abilità realizzativa non ne ha mai risentito. Altobelli è il secondo miglior marcatore della storia dell’Inter, nonché tra gli eroi di Spagna 1982. Pietro Vierchowod lo associò a Marco van Basten, definendolo un precursore dell’olandese e uno degli attaccanti più forti che abbia mai affrontato in carriera.
Suo uno dei gol che hanno regalato all’Inter la Coppa Italia del 1978, battendo in finale il Napoli, e sua anche una tripletta alla Juventus nel derby d’Italia dell’11 novembre 1979. A suon di gol conquista l’adorazione dei tifosi nerazzurri, mettendo a segno un poker contro il Catania nel 1983-1984. Ancora oggi è il capocannoniere all-time della Coppa Italia, con 56 reti (davanti a Roberto Boninsegna, fermo a 48).
Giuseppe “Peppino” Meazza – 284 reti in 409 presenze
“Quello non è un centravanti, è un demonio!” esclamava il portiere novarese Gaviorno, al termine di una sfida tra Inter e Novara finita 8-0 per i nerazzurri. Il demonio in questione era Giuseppe Meazza, detto Peppino, l’atleta divenuto simbolo di tutto ciò che rappresenta sportivamente il club nerazzurro. Per lui tre scudetti, una Coppa Italia, due Mondiali e due Coppe Internazionali.
Il 14 novembre 1937 c’è Inter – Juventus, ma Peppino non si trova da nessuna parte: viene trovato addormentato in una casa chiusa di Milano. Neanche il tempo di svegliarsi che viene vestito e caricato in auto, la sua presenza è fondamentale. In quella partita, Giuseppe Meazza segnerà entrambi i gol dell’Inter, chiudendo la partita sul 2-1.
Memorabile il gol fatto alla Juventus, il 19 marzo 1930: Meazza supera Rosetta, finta su Ferrero, evita il portiere ed entra in porta con tutto il pallone. È lui la leggenda delle leggende interiste.
Attualmente a portare in alto l’Inter a suon di gol ci sta pensando Lautaro Martinez che già in questa stagione potrebbe scavalcare Benito Lorenzi ed entrare così nella top 5. A ringraziare è Simone Inzaghi, il quale si ritrova un reparto offensivo solido con le aggiunte di Thuram e aspettando la rinascita di Correa.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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